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L’insofferenza verso i musulmani suscita inquietudine

Secondo Orhun, tra musulmani e non-musulmani starebbe crescendo un sentimento di reciproca paura RDB

L'inviato speciale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), Ömür Orhun, ha espresso preoccupazione per la crescente "islamofobia" in Svizzera.

Il diplomatico turco, che ha criticato l’iniziativa popolare in favore di un divieto dei minareti, giudica comunque che le condizioni di vita dei musulmani in Svizzera siano migliori rispetto a quelle che si denotano in altri paesi europei.

I musulmani hanno sempre più l’impressione di non essere i benvenuti sul suolo elvetico, ha affermato Ömür Orhun in una conferenza stampa tenuta a Berna, al termine di un viaggio di tre giorni in Svizzera.

A detta dell’inviato speciale dell’OSCE per la lotta contro l’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei musulmani, la popolazione svizzera sta mostrando un atteggiamento sempre meno favorevole verso l’Islam.

Ömür Orhun, incaricato di elaborare un rapporto per l’OSCE nei prossimi mesi, si è incontrato in questi giorni con vari rappresentanti della comunità musulmana, come pure con i consiglieri federali Pascal Couchepin, Micheline Calmy-Rey e Christoph Blocher.

Paure reciproche

“Per il momento è ancora troppo presto per farsi un’opinione sui problemi affrontati in questi giorni”, ha ammesso Ömür Orhun. In base alle sue prime impressioni, tra gli svizzeri si denotano crescenti paure nei confronti dei musulmani.

Le stesse autorità elvetiche non negherebbero l’esistenza di un problema “acuto” per quanto riguarda la percezione dell’Islam in seno alla popolazione elvetica. Queste paure suscitano a loro volta un sentimento di apprensione da parte dei musulmani, che temono di venir isolati e respinti.

“Le paure reciproche tra musulmani e non-musulmani potrebbero essere facilmente eliminate tramite piccoli gesti, destinati a dimostrare una volontà di comprensione da ambo le parti. Senza questo impegno il problema rischia di accrescersi ulteriormente”, ha dichiarato Ömür Orhun a swissinfo.

Critiche all’iniziativa sui minareti

Il rappresentante dell’OSCE ha mosso alcune critiche all’iniziativa popolare, lanciata nel maggio scorso, che mira ad impedire la costruzione di nuovi minareti in Svizzera. Secondo Orhun il divieto non sarebbe difendibile, né per quanto riguarda la legge internazionale, né sotto il profilo dei diritti umani.

Anche l’inasprimento della legislazione sugli stranieri potrebbe creare “un’atmosfera sfavorevole”, sostiene il diplomatico turco. Le autorità, ha affermato Orhun, sembrano comunque consapevoli della situazione.

Condizioni migliori in Svizzera

A detta dell’inviato dell’OSCE, le condizioni di vita dei musulmani che risiedono in Svizzera sono comunque migliori di quelle che si registrano in altri paesi.

Orhun ha fatto riferimento in particolare al livello finanziario e al grado di istruzione costatato presso i musulmani in Svizzera, considerato “relativamente migliore” a quello che si denota altrove.

Il diplomatico si è rallegrato inoltre per il fatto che, in Svizzera non esistono “ghetti” e la comunità musulmana non si lamenta generalmente di essere oggetto di vessazioni.

Rapporto in gennaio

L’inviato dell’OSCE stilerà ora un rapporto che spera di poter consegnare verso la fine di gennaio alla presidenza spagnola dell’organizzazione. Sarà Berna a dover poi decidere se il documento potrà essere reso pubblico.

Prima di venire in Svizzera Orhun ha visitato altri nove paesi, tra cui Francia, Gran Bretagna, Spagna e Danimarca. Finora solo i danesi hanno dato il via libera alla pubblicazione del relativo rapporto.

swissinfo e agenzie

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in europa (OSCE) è stata fondata nel 1995, in sostituzione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa (CSCE).

L’OSCE, di cui fanno parte attualmente 56 paesi, è la più vasta organizzazione che si occupa della promozione della pace, della prevenzione dei conflitti e della sicurezza in Europa.

L’OSCE si impegna inoltre per la difesa dei diritti dell’essere umano, per strutture democratiche stabili, per un concreto sviluppo economico e sociale e per uno sfruttamento sostenibile delle risorse.

Cattolici romani: 42%

Cattolici cristiani: 0,2%

Evangelici riformati (con le chiese libere): 33%

Cristiani ortodossi (serbi, russi, macedoni, greci): 1,8%

Anglicani: 0,1%

Musulmani: 4,3%

Ebrei: 0,2%

Buddisti: 0,3%

Indù: 0,4%

Altre comunità religiose: 0,1%

Senza religione: 11%

(fonte: censimento federale 2000)

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