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Un angolo di Eden su un’isola in mezzo al Nilo

Brigitte Moustafa-Ritter nel suo giardino sull'isola Geziret el Dahab in mezzo al Nilo swissinfo.ch

Lasciare la Svizzera non rientrava nei piani di Brigitte Moustafa-Ritter. Eppure, 30 anni fa, le vicende della vita l'hanno allontanata dalla sua terra natale. Una scelta che lei non ha mai rimpianto. Dopo aver fatto tappa in Germania e in Iraq è approdata al Cairo.

Ai margini della turbolenta, rumorosa e inquinata megalopoli egiziana, la donna e il marito Mohammed hanno individuato un’isola paradisiaca in mezzo al Nilo dove hanno deciso di stabilirsi.

I coniugi Moustafa-Ritter e il loro cane Max vivono qui, circondati da rigogliosi ciuffi di lattuga e ortaggi, da pecore e galline. No, non ci troviamo nell’Emmental, ma al Cairo. È venerdì e dalla veranda davanti a casa, sorseggiando una tazza di caffè e gustando del buon cioccolato svizzero, i due seguono con lo sguardo i battelli che scendono e risalgono il corso del Nilo.

Brigitte e Mohammed scovarono il paradiso naturale della Geziret el Dahab (isola d’oro) nell’estate del 1987. “Io rimasi ad attendere in auto con i bambini mentre mio marito, in compagnia del proprietario, dava uno sguardo al podere e alla casa”, racconta la donna. Dopo oltre un’ora ci raggiunse e ci comunicò “l’ho comperata.”

Quando tre anni or sono la Conferenza delle città svizzere in materia culturale (CCSC) chiese se sull’isola vi fossero spazi da affittare per artisti, i coniugi Moustafa reagirono con altrettanta prontezza. Offrirono alla CCSC la propria casa e cominciarono immediatamente a costruirne una nuova sull’ampio terreno di loro proprietà.

“Dopo soltanto sei mesi il piano terra era ultimato e abbiamo potuto trasferirci”, prosegue Brigitte Moustafa. Oggi, nella loro vecchia dimora risiedono di volta in volta per un periodo di sei mesi tre artisti provenienti da diverse città svizzere.

Assistenza psicologica

Brigitte Moustafa è in contatto quasi giornaliero con propri connazionali e non soltanto con i vicini che soggiornano sull’isola: uno dei suoi compiti presso la cancelleria consolare dell’ambasciata svizzera dove lavora, infatti, consiste nell’assistere i propri compatrioti all’estero.

“Per molti cittadini svizzeri siamo il primo interlocutore e qualche volta le nostre mansioni sconfinano nell’assistenza psicologica”, spiega la donna.

Il suo rapporto con la terra natale non è per nulla nostalgico, ormai ha messo le radici nel Paese del Nilo. “Torno volentieri in Svizzera per trascorrere le vacanze, ma dopo due o tre settimane comincio a diventare irrequieta”, soggiunge con un sorriso.

Certo, continua a sentirsi fiera di essere svizzera, ma si affretta a sottolineare: “La mia Patria è senza dubbio l’Egitto.”

Nel deserto iracheno

In realtà, alla sua partenza dalla Svizzera, la sangallese Brigitte Moustafa non si è recata direttamente in Egitto: il suo percorso è stato più tortuoso. Convolata a nozze all’età di 21 anni con l’egiziano Mohammed Moustafa, ha dapprima seguito il neo-marito a Bremerhaven in Germania, dove quest’ultimo ha concluso la formazione di medico specialista.

“Non avevo mai avuto l’intenzione di lasciare la Svizzera, ma era naturale che accompagnassi mio marito”, racconta. Quest’ultimo, dal canto suo, non le ha mai nascosto che un giorno avrebbe voluto rientrare in Egitto.

Dopo il soggiorno a Bremerhaven, dove nacquero Amira e Karim, si trasferirono in un grande cantiere tedesco presso un canale di drenaggio situato tra Nassiriya e Bassora, dove hanno vissuto per quattro anni in un insediamento sperduto nel deserto iracheno.

Un po’ di islam e tanta pacatezza

“Quando verso la metà degli anni Ottanta ci trasferimmo al Cairo – ricorda Brigitte Moustafa – sulle prime, ero un po’ spaventata.” Nel frattempo, però, ha imparato a esprimersi in arabo come un’indigena e ad affrontare i piccoli-grandi problemi quotidiani con stoica imperturbabilità.

“Mi sono accorta di riuscire a gestire le difficoltà della vita in Egitto meglio degli stessi egiziani che hanno soggiornato per un certo periodo all’estero”, rivela la sangallese.

Nel Paese del Nilo, ha finito anche con l’abbracciare la fede islamica, sebbene la religione non abbia mai occupato un ruolo preponderante nella sua vita. “Mi sono resa conto che a scuola i nostri figli avevano problemi di identità e così ho cominciato a interessarmi all’islam”.

swissinfo, Susanne Schanda, Cairo
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

L’Egitto conta 75 milioni di abitanti.
Circa 18 milioni vivono al Cairo.
A fine dicembre 2006, gli svizzeri residenti all’estero censiti erano 645’010.
Quelli registrati in Egitto erano 1300, 78 in più rispetto all’anno precedente.

Brigitte Ritter è nata a San Gallo nel 1954. Dopo essersi diplomata come aiuto medico ha lavorato un anno presso l’ospedale cantonale prima di conoscere Mohammed Moustafa, un medico novello di origini egiziane. Il matrimonio viene celebrato nel 1975.

Nel 1976, la coppia si trasferisce a Bremerhaven in Germania. Durante i sei anni del loro soggiorno tedesco nascono Amira e Karim, i loro due figli.

Nel 1982, Mohammed viene assunto come medico aziendale presso un cantiere tedesco situato tra Nassiriya e Bassora e l’intera famiglia parte per l’Iraq dove rimarrà fino al 1986.

Nell’estate di quell’anno, tutti e quattro si trasferiscono al Cairo e un anno più tardi si stabiliscono su un’isola in mezzo al Nilo.

Da circa dieci anni Brigitte Moustafa-Ritter lavora presso la cancelleria consolare dell’ambasciata svizzera al Cairo.

Nel frattempo, i due figli della coppia sono diventati adulti. Amira, 27 anni, è sposata e a sua volta madre di due bambini. Karim, 26 anni, si sta preparando in vista degli esami per il diploma federale di medico dentista che sosterrà in Svizzera.

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