
Stretta cinese su export terre rare per difesa e chip

La Cina annuncia un'ulteriore stretta alle esportazioni di terre rare, batterie agli ioni di litio e diamanti sintetici per "salvaguardare sicurezza e interessi nazionali", con un focus su difesa e microprocessori.
(Keystone-ATS) Pechino, con una mossa a sorpresa, carica il bazooka in vista del vertice di fine mese in Corea del Sud tra i presidenti Xi Jinping e Donald Trump, a margine del forum Apec, strategico per allentare le tensioni che, oltre al commercio, vede Cina e Usa alle prese con un braccio di ferro su tecnologia e assetti geopolitici, come il nodo Taiwan.
Il ministero del Commercio ha aggiunto cinque elementi di terre rare alla lista di controllo, tra cui olmio ed erbio, alla base delle tecnologie laser: saranno soggetti a requisiti di licenza per le spedizioni dall’8 novembre, aggiungendosi agli altri 7 minerali sotto restrizione da aprile e motivo di problemi su scala globale, Nuove regole, con entrata in vigore immediata, sull’export non autorizzato di tecnologie su “estrazione, lavorazione e produzione di magneti di terre rare”. Invece dal primo dicembre saranno necessarie “licenze per esportare prodotti fabbricati all’estero in un Paese terzo se hanno determinati elementi di terre rare”, come samario e terbio, di origine cinese o realizzati con tecnologie cinesi. Escluse le spedizioni verso eserciti stranieri ed entità nelle liste di controllo o sorveglianza della Cina. Colpiti, in particolare, i chip da 14 nanometri o più avanzati e di memoria con 256 strati o più, e le apparecchiature per produrre i semiconduttori.
Non è chiaro come il ministero voglia attuare la supervisione sulle aziende oltre i confini cinesi, ma la strategia è l’espansione extraterritoriale – in vigore dal primo dicembre – che rischia di scuotere le catene di approvvigionamento globali. “Siamo preoccupati per l’annuncio e stiamo analizzando i dettagli: la Commissione europea si aspetta che la Cina agisca come un partner affidabile e garantisca un accesso stabile e prevedibile alle materie prime critiche”, ha non a caso lamentato da Bruxelles il portavoce dell’esecutivo Ue per il Commercio Olof Gill, ricordando che nel summit Cina-Ue di luglio “le parti hanno concordato di rafforzare le relazioni commerciali aumentando la trasparenza e dando garanzie alle imprese Ue, in particolare su magneti e terre rare”.
I controlli sono una leva negoziale cinese nei colloqui con gli Usa. Il Dragone sviluppa oltre il 90% al mondo di terre rare e magneti: i 17 elementi sono vitali in prodotti che vanno dai veicoli elettrici ai motori aeronautici e ai radar militari. Quella annunciata da Pechino è una “versione cinese del Foreign Direct Product Rule americano”, ha notato Mathieu Duchatel, analista dell’Institut Montaigne, in merito alle norme Usa contro l’accesso cinese ai semiconduttori che utilizzano tecnologia americana, anche se realizzati fuori dagli Stati Uniti. “Non siamo più nel 2018”, ha commentato l’ex direttore del tabloid nazionalista cinese Hu Xijin, in un post su X. “Nei sette anni trascorsi, la leva finanziaria degli Stati Uniti per contenere la Cina si è indebolita in ogni ambito, mentre quella della Cina per reagire si è rafforzata. Basta guardare quanto è avanzata la tecnologia cinese dei chip in questi sette anni, e quanto è avanzata l’industria statunitense delle terre rare”, ha aggiunto Hu.