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Agricoltori USA contro Syngenta per l’erbicida correlato al Parkinson

Trattore con irrigatore spruzza un prodotto fitosanitario in campo aperto
Il Paraquat è venduto negli Stati Uniti fin dagli anni Sessanta. Keystone / Charlie Neibergall

La multinazionale con sede in Svizzera ha accantonato 187,5 milioni di dollari per risolvere controversie giudiziarie avviate da agricoltori esposti al Paraquat, ma le azioni legali si accumulano e il conto finale potrebbe essere di miliardi.

L’agricoltore statunitense Doug Holliday ha contribuito a nutrire il suo Paese per decenni, coltivando mais e soia e allevando bestiame su migliaia di acri nei dintorni di Greenfield, una cittadina rurale di 2’000 abitanti nello stato dell’Iowa.

Sposato e con tre figli, il 59enne Holliday confidava che alla sua età avrebbe contato i giorni che mancano a una tranquilla pensione con sua moglie, dopo aver ridimensionato l’azienda agricola in una tenuta di 180 ettari tre anni fa. Invece, ha deciso di intraprendere una battaglia contro uno dei più grandi fornitori al mondo di sementi e pesticidi, il gruppo svizzero Syngenta.

Per anni, Holliday è stato un grande utilizzatore di Paraquat, un fitofarmaco venduto in tutto il mondo, perlopiù con il marchio Gramoxone. Impiegato per contenere le erbacce invasive che danneggiano le colture, negli Stati Uniti è ampiamente spruzzato nei campi di soia, cotone, mais e nei frutteti.

Nell’ultimo decennio, studi longitudinali lo hanno correlato a un maggior rischio di sviluppare il morbo di Parkinson, la decima causa di morte tra gli over 65 negli USA, responsabile di quasi 35’000 decessi in questa fascia di età nel 2019. Una ricerca finanziata dal National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS), i cui risultati sono stati pubblicati nel 2011, ha stabilito che gli utilizzatori dell’erbicida sviluppano la malattia neurodegenerativa 2,5 volte più spesso di chi non vi è esposto.

“Non sapendo nulla di tutto questo, ho usato il Paraquat spruzzandolo io stesso in una vasta azienda agricola negli anni Novanta”, spiega Holliday in un’intervista telefonica a SWI swissinfo.ch. “L’ho manipolato direttamente e ho dovuto versarlo più e più volte nello spruzzatore poiché era venduto in taniche da 2,5 galloni” [oltre 9 litri].

Il Paraquat è in commercio negli Stati Uniti fin dagli anni Sessanta. Attraverso una serie di acquisizioni, fusioni e scissioni aziendali, è finito nel catalogo di prodotti Syngenta. Secondo la multinazionale con sede a Basilea, non è più omologato in 72 Paesi -incluse Svizzera e Cina- ma è ancora venduto in altri 27 tra i quali gli USA, dove è soggetto a restrizioni: gli agricoltori che intendano farne uso devono essere formati e certificati.

“È vietato persino in Cina benché i cinesi abbiano acquisito Syngenta”, osserva Holliday. “Siamo quasi come cavie e stiamo pagando per questo”.

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Agricoltori come Holliday hanno deciso di affrontare la situazione, appoggiati da studi legali che hanno visto un parallelo con un altro diffuso erbicida, il Roundup, accusato di causare il linfoma non-Hodgkin, un tipo di tumore maligno.

Il Roundup era prodotto dal gruppo agrochimico statunitense Monsanto, che è stato rilevato nel 2018 dalla multinazionale farmaceutica tedesca Bayer AG. Da luglio di quest’anno, l’azienda ha stanziato 16 miliardi di dollari per affrontare circa 125’000 vertenze, di cui 96’000 sono state risolte e il resto è in attesa di appello alla Corte Suprema.

Il potenziale per un nuovo, cospicuo accordo con un colosso agrochimico ha innescato una raffica di inserzioni per incoraggiare gli agricoltori statunitensi con la malattia di Parkinson e che hanno usato il Paraquat a presentare un’istanza legale contro Syngenta.

“Non guardo molto la TV, ma ho visto le pubblicità. Sono anche su tutti i social media”, riferisce Holliday.

In maggio il 59enne, con almeno altri cento agricoltori, ha intentato un’azione legale collettiva contro Syngenta alla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto meridionale dell’Iowa, accusando l’azienda di non aver avvertito i coltivatori dei rischi -conosciuti e potenziali- legati all’uso del Paraquat, non aver condotto studi adeguati sull’erbicida, aver messo in commercio un prodotto pericoloso ed essere stata negligente nel rimediare a queste mancanze. Holliday vuole che l’azienda paghi per i test medici e il monitoraggio del Parkinson, così da garantire agli agricoltori una diagnosi precoce e cure adeguate.

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Le cause aumentano  

Quella di Holliday è una delle circa 380 azioni giudiziarie, in buona parte collettive, avviate negli Stati Uniti contro Syngenta, la quale ha replicato più volte che non ci sono “prove credibili” che il Paraquat causi il Parkinson, che tutte le istanze sono infondate e che si difenderà da ogni accusa.

Interpellata da SWI swissinfo.ch, la multinazionale risponde per e-mail che non può rilasciare alcun commento a causa delle vertenze ancora aperte e del periodo di massimo riserbo in vista del lancio di un’IPO (offerta pubblica iniziale) alla Borsa di Shanghai. Molte aziende osservano un cosiddetto quiet period di almeno due settimane prima della quotazione, benché ciò non sia richiesto dalla legge, per evitare rischi di responsabilità sulle informazioni pubblicate prima dell’offerta di azioni.

In giugno, una commissione giudiziaria ha stabilito che tutte le cause federali dovranno essere raggruppate in una singola causa legale conosciuta come mass tort (che vede numerosi querelanti contro uno o pochi imputati) nel Distretto meridionale dell’Illinois. La giudice federale Nancy Rosenstengel ha fissato la data del processo con giuria per il 15 novembre 2022. A metà ottobre, secondo i dati censiti dallo United States Judicial Panel on Multidistrict Litigation, si contavano grossomodo 330 cause presentate in Corti federali e 50 in Corti statali, per quanto non sia chiaro il numero di persone coinvolte.

Nel suo rapporto finanziario semestrale, pubblicato a fine agosto, Syngenta rivela di aver raggiunto un accordo quadro con alcuni ricorrenti del Paraquat e versato 187,5 milioni in un apposito fondo a luglio. L’azienda dichiara al contempo di reputare infondate tutte le richieste di risarcimento e di aver siglato l’accordo “con il solo scopo di porre fine a queste rivendicazioni”.

Preoccupazione in Svizzera

Malgrado il Paraquat sia stato bandito in Svizzera nel 1989, il governo si è vieppiù preoccupato degli effetti dell’esposizione ai pesticidi sulla salute degli agricoltori e ha commissionato un rapporto per analizzare il problema in vista di un piano di azione nazionale per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari. Entrambi sono stati pubblicati nel 2017.

Da una meta-analisi della letteratura scientifica effettuata dagli autori dello studio, sono emersi solo deboli riscontri di un legame tra l’esposizione al Paraquat e il Parkinson. Il rapporto precisa che l’esposizione a qualsiasi prodotto fitosanitario comporta, per gli utenti abituali, un rischio accresciuto del 50% o più di sviluppare la malattia, ma giunge alla conclusione che servano ulteriori prove per correlarvi specifiche classi di pesticidi o principi attivi.

Finora, tuttavia, non è stato fatto alcun progresso nella raccolta di queste prove.

“In Svizzera non è stato condotto nessuno studio sulla salute degli agricoltori in rapporto all’uso di pesticidi”, riferisce Aurélie Berthet, ricercatrice senior di Unisanté, il centro di medicina generale e sanità pubblica dell’Università di Losanna, co-autrice del rapporto del 2017. “Un altro problema è che nel nostro Paese il medico non registra la professione del paziente. Pertanto, non abbiamo informazioni su malattie professionali, ciò che sarebbe utilissimo per gli studi epidemiologici”.

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Secondo una scheda informativa di Syngenta, il Paraquat rappresenta meno del 2% delle vendite totali e l’1% dell’utile dell’azienda. Ma potrebbe rivelarsi una macchia difficile da cancellare, sia in termini di impatto della pubblicità negativa sulle vendite, sia per il costo degli accordi. Questi ultimi non sono ancora quantificabili, ma i 187,5 milioni accantonati finora dall’azienda potrebbero non essere che una piccola parte del totale degli indennizzi, per determinare il quale serviranno forse anni.

Le prime cause di responsabilità per il Roundup furono intentate contro Monsanto nel 2015, ma è solo nel 2020 che Bayer ha accettato un primo accordo da 10,9 miliardi di dollari -poi portati a 16 nel 2021- e potrebbe volerci fino al 2022 prima che i querelanti ricevano effettivamente il denaro.

Un’attesa troppo lunga per alcuni utilizzatori di Paraquat, che verosimilmente moriranno prima che si arrivi a una conciliazione e sia versato il denaro. Holliday, che è ancora in salute, potrebbe invece essere tra i fortunati.

“L’obiettivo è ottenere un accordo pecuniario e i test”, conclude Holliday. “Abbiamo bisogno di test così che le persone che sono state a contatto col Paraquat possano portarsi avanti e prendere farmaci che rallentino il Parkinson”.

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Traduzione dall’inglese di Rino Scarcelli

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