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UPI: l’alcol non è un buon compagno di viaggio

Secondo l'UPI, già in piccole quantità l'alcol può compromettere la capacità di guida (foto d'archivio) KEYSTONE/VALENTIN FLAURAUD sda-ats

(Keystone-ATS) La regola è chiara: “Chi beve non guida”. Anche se quest’anno i festeggiamenti per Natale e Capodanno saranno più intimi, è opportuno ricordare che l’alcol non è un buon compagno di viaggio. Lo ribadisce oggi l’Ufficio prevenzione infortuni (UPI).

Già in piccole quantità, l’alcol può compromettere la capacità di guida, indica l’UPI in una nota odierna, precisando che secondo il suo ultimo sondaggio una persona interpellata su quattro ha ammesso di mettersi al volante almeno di tanto in tanto dopo aver bevuto due o più bicchieri di alcol.

Basta però un bicchiere per compromettere la capacità di guida: il tempo di reazione e lo spazio di arresto si allungano, la capacità visiva e la concentrazione diminuiscono mentre aumentano la stanchezza e la propensione al rischio. L’UPI, nel caso in cui si alzi un po’ il gomito durante la serata, invita a usare i trasporti pubblici, chiamare un taxi o farsi ospitare per la notte e ricorda inoltre che per i neopatentati vige il divieto assoluto di consumare alcol prima di mettersi al volante.

Ogni anno in Svizzera, avvisa l’UPI, 34 persone perdono la vita in un incidente causato dall’alcol e altre 430 rimangono gravemente ferite.

Dal sondaggio condotto dall’UPI emerge che gli uomini sono meno diligenti rispetto alle donne e inoltre reputano più spesso di essere ancora in grado di guidare dopo tre o più bicchieri di alcol. Rispetto al precedente rilevamento – nel 2018 – la quota delle persone che ritiene ritiene di non essere più in grado di guidare dopo un bicchiere è passata dal 20 al 25%.

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