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Assicurazioni malattia a caccia di fatture sospette

Far tornare i conti significa anche smascherare le fatture gonfiate. Keystone

Gli assicuratori elvetici vogliono smascherare chi ritorna dalle vacanze con delle fatture mediche fittizie nei bagagli.

La CSS, una delle maggiori compagnie d’assicurazione malattia svizzere, ha aperto un ufficio destinato espressamente all’evasione di fatture provenienti dall’estero.

La CSS riceve giornalmente circa 30’000 richieste di rimborso. Vengono controllate tutte e se le prestazioni mediche riportate dalla fattura non sono state eseguite in Svizzera, passano al neonato ufficio specializzato per essere sottoposte ad ulteriori controlli.

La compagnia d’assicurazione afferma di scoprire «almeno» due casi di tentata truffa la settimana. Nei mesi estivi, con l’aumento del numero di persone in viaggio all’estero aumentano anche le fatture gonfiate.

«È un problema che non riguarda solo la CSS», afferma Esther Vogel, responsabile della divisione che si occupa delle fatture provenienti dai paesi extraeuropei. «Anche le altre compagnie hanno dei problemi con delle richieste di rimborso o delle fatture false».

Il caso serbo

Di recente, la CSS ha confermato di aver intrapreso le vie legali contro una clinica privata serba, ubicata nella città di Kragujevac. Secondo l’assicuratore, i medici della clinica avrebbero emesso delle fatture per delle operazioni che non hanno mai avuto luogo.

«Si tratta di una clinica con non più di otto posti letto che ha emesso delle fatture per operazioni in parte molto complesse», afferma il portavoce della CSS Stephan Michel. Cinque clienti della CSS che hanno inoltrato fatture della clinica di Kragujevac sono quindi accusati di aver tentato di frodare la compagnia.

Durante un’intervista televisiva, Esther Vogel ha dichiarato che «chi inoltra questo tipo di fatture pensa che sia un modo facile per ottenere del denaro. Questo perché ha l’impressione che le assicurazioni non abbiano i mezzi necessari ad appurare la correttezza di un documento emesso all’estero. Ma si sbagliano. Disponiamo di una rete internazionale che ci permette di controllare anche questi documenti».

Team specializzato

Anche alla Swica, un’altra compagnia d’assicurazioni malattia, le fatture provenienti dall’estero vengono esaminate con attenzione. «Le richieste contenenti delle ricevute non svizzere vengono consegnate al nostro team di specialisti», afferma Nicole Graf, portavoce di Swica.

Richieste che superano i 5’000 franchi vengono esaminate minuziosamente, ma vengono presi in considerazione anche altri criteri, incluso il nome dello stato dal quale provengono le ricevute.

«I nostri esperti valutano se la fattura è plausibile o se per esempio la stessa persona ha inviato delle ricevute per diverse operazioni o trattamenti in un lasso di tempo molto breve», spiega Nicole Graf. Per le sue ricerca la Swica si appoggia sui dati di Medicall, il servizio d’assistenza attivo 24 ore su 24 che gli assicurati sono tenuti a chiamare in caso di necessità di cure mediche all’estero.

Infortuni all’estero

Anche le compagnie d’assicurazione contro gli infortuni dichiarano di essere confrontate con dei clienti che inoltrano dei documenti falsi. Erich Wiederkehr, portavoce della Suva, dichiara che «le richieste di risarcimento concernenti un infortunio verificatosi all’estero vengono controllate rigorosamente per determinare se sono giustificate o no».

In un certo senso, però, la Suva è gia protetta dalle truffe. Chi presenta una domanda di risarcimento deve infatti provare di aver subito dei danni fisici. «Generalmente in caso d’infortunio restano delle tracce visibili sul corpo. Questo facilita il nostro lavoro. Per gli assicuratori malattia le cose sono più complicate», spiega Wiederkehr.

In casi estremi la Suva è già ricorsa a degli investigatori privati, incaricandoli di seguire delle persone per appurare la fondatezza delle richieste di risarcimento. «Il Tribunale federale ha autorizzato l’impiego di materiale video come prova. Dobbiamo tuttavia rispettare le severe regole imposte dal diritto alla protezione della sfera privata».

Swissinfo, Ramsey Zarifeh e Elizabeth Meen
(Traduzione, Doris Lucini)

La CSS, la seconda compagnia d’assicurazione malattia del paese, ha intrapreso delle azioni legali contro una clinica serba accusata di aver emesso delle fatture per operazioni che non sono mai state eseguite.

Per arginare il fenomeno delle richieste di risarcimento infondate, la CSS ha aperto un ufficio destinato ad esaminare ricevute e fatture provenienti dall’estero.

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