The Swiss voice in the world since 1935
In primo piano
Democrazia diretta in Svizzera

Colombia: negoziati fra governo e guerriglia a Ginevra, grazie ai buoni uffici della Svizzera

La Colombia, un paese devastato da 35 anni di lotta fra governo e guerriglia. Nella foto d'archivio, la miseria di un campo di rifugiati a nordovest della capitale Bogotà Keystone

La Svizzera accoglie lunedì e martedì i primi negoziati fra il governo colombiano e l'Esercito di liberazione nazionale (ELN), secondo movimento guerrigliero del Paese sudamericano, dopo le Forze armate rivoluzionarie (FARC).

La riunione si iscrive nell’ambito del processo di pace avviato al suo arrivo al governo dal presidente Andres Pastrana, nel gennaio 1999, per porre fine a 35 anni di guerra civile che hanno fatto oltre 120mila morti.

Membro del cosiddetto «gruppo dei Paesi amici del processo di pace in Colombia», la Svizzera cerca di agevolare il dialogo fra le parti. La Svizzera organizza l’incontro di Ginevra su esplicito desiderio delle parti in causa, che hanno fiducia nella Confederazione perché da anni è attiva in Colombia nella promozione della pace, dei diritti umani e nell’aiuto umanitario.

Berna non partecipa ai negoziati veri e propri. La Confederazione garantisce la logistica, ma non è coinvolta nella sostanza delle trattative. Le trattative di pace fra il governo di Bogotà e l’ELN, oltre che dalla Svizzera saranno seguite anche da Francia, Spagna, Norvegia e Cuba.

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (HCR) descrivendo la situazione in Colombia nell’ultimo numero del suo bollettino non esita a parlare della «più grave crisi umanitaria dell’emisfero occidentale». Il bilancio è tragico: migliaia di morti ogni anno, 3000 rapimenti, due milioni di trasferimenti forzati. Episodio rivelatore della tensione: il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha dovuto cedere la sua sede principale a Bogotà ai contadini costretti a spostarsi, che la occupano dal 4 gennaio. Da giugno il CICR si è installato in un altro edificio.

Ai lavori di Ginevra partecipano un’ottantina di persone. Si tratta di rappresentanti delle autorità, dell’ELN, dell’economia, della Chiesa, dei partiti politici e della società civile.

L’obiettivo dei due giorni di colloqui è di fissare un calendario di avvicinamento fra guerriglia e governo. L’ELN, forte di circa 5000 membri, intende discutere di un progetto di conferenza nazionale per la pace, che dovrebbe durare nove mesi e che dovrebbe affrontare piani di riforme sociali, economiche e politiche.

I negoziati con l’ELN sono stati preceduti l’anno scorso da quelli con le FARC. Queste contano più di 12mila membri. Nel gennaio dell’anno scorso hanno avviato colloqui con il governo, senza tuttavia cessare le attività militari.

La guerriglia esige la smilitarizzazione di gran parte del Paese per potervisi installare e negoziare con le autorità. Pastrana ha accordato alle FARC un territorio di oltre 42mila km2, pari alla superficie della Svizzera. Il presidente colombiano ha inoltre messo a disposizione dell’ELN una zona di circa 5mila km2.

L’opposizione degli abitanti delle regioni in questione ha tuttavia finora impedito l’applicazione della misura. La popolazione teme che la guerriglia faccia regnare la propria legge e moltiplichi i sequestri e le esecuzioni sommarie.

In margine ai negoziati con la guerriglia, Pastrana ha cercato l’appoggio della comunità internazionale per il «Piano Colombia» di lotta antidroga. All’inizio di luglio a Madrid ha ottenuto il sostegno dei Paesi europei. Il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha dal canto suo accordato la settimana scorsa un sostegno di 1,3 miliardi di dollari.

Questa decisione ha però provocato una reazione virulenta delle FARC, che ha immediatamente lanciato un’offensiva con un bilancio di più di 200 morti nei pressi di Bogotà. La guerriglia teme che il «Piano Colombia» consenta di fatto l’intervento diretto degli Stati Uniti nel Paese latinoamericano.

swissinfo e agenzie

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR