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Convenzione sul genocidio: via libera del Parlamento

La Svizzera ratificherà la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio. Dopo il Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha approvato questo documento che introduce la nozione di genocidio nel Codice penale svizzero.

Stipulata nel 1948, la Convenzione è nata sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, allo scopo di evitare il ripetersi di atrocità come quelle commesse contro la comunità ebraica. Pur ratificata da 130 paesi, la Convenzione era stata relegata in secondo piano durante gli anni della guerra fredda. Il disgelo tra est ed ovest, gli orrori della guerra in Ruanda e nell’ex-Jugoslavia e la creazione del Tribunale penale internazionale hanno permesso di rilanciare l’interesse e la portata di questo documento.

In virtù della Convenzione, che si applica sia in tempo di guerra che di pace, il genocidio è definito come la soppressione parziale o totale di comunità o gruppi etnici, nazionali e religiosi. La Convenzione istituisce la responsabilità degli individui, compresi i dirigenti e i funzionari di un paese. L’immunità per un capo di Stato in carica è salvaguardata, a meno che contro di lui penda un mandato d’arresto emesso dal suo paese o dal Tribunale penale internazionale. Il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, ad esempio, potrebbe venir arrestato in Svizzera. Nessuna immunità viene concessa invece ad ex-capi di Stato.

Con la ratifica degli Stati, anche in Svizzera si iscrive il crimine di genocidio nel codice penale. In linea di principio l’istruzione di un processo contro chi è accusato di genocidio, sarà di competenza del Tribunale federale, che potrebbe delegare casi specifici ai tribunali cantonali. Con l’approvazione da parte di entrambe le Camere, la Svizzera ha dimostrato chiaramente di voler aderire in pieno al concetto di universalità riguardo ai peggiori tentativi di annientamento di gruppi etnici sulla base di motivi razziali o religiosi.

Ancora nel 1982, lo stesso Consiglio Federale non aveva ritenuto “essenziale” di dover aderire alla Convenzione. Recentemente la Svizzera ha comunque dato la sua piena collaborazione al Tribunale penale internazionale per il Ruanda e per l’ex-Jugoslavia, permettendo tra l’altro l’arresto e l’estradizione di presunti criminali di guerra che si trovavano sul territorio elvetico.

Raffaella Rossello

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