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Giro di vite contro l’immigrazione clandestina

Keystone

Dal primo giugno le guardie di frontiera potranno registrare le impronte digitali di tutte le persone che entrano illegalmente in Svizzera.

Dietro a questo inasprimento delle direttive, i partigiani dei richiedenti l’asilo vedono un gesto politico della Confederazione nei confronti dell’Unione europea.

La Confederazione opera un altro giro di vite nella lotta contro l’immigrazione clandestina: dal primo giugno, infatti, ai valichi di frontiera potranno essere rilevate le impronte digitali di tutte le persone che entrano clandestinamente in Svizzera.

Finora solo gli stranieri senza un documento d’identità valido erano sottoposti a questa procedura. Il Consiglio federale ha esteso il rilevamento delle impronte digitali a tutti i clandestini, con o senza documenti, modificando due ordinanze in materia di diritto degli stranieri.

Inasprimento con poche conseguenze

Si tratta di un passo in direzione della politica di sicurezza degli Stati uniti che da settembre chiederanno le impronte digitali di tutti gli stranieri, anche dei turisti? Per il momento in Svizzera non si è giunti a tanto e la nuova direttiva non preoccupa Jürg Schertenleib, portavoce dell’Aiuto svizzero ai rifugiati.

«La Svizzera prende già le impronte digitali di tutti i richiedenti l’asilo», spiega Schertenleib. Che questa procedura sia applicata anche alle persone che vengono inizialmente respinte non modifica di molto il quadro della situazione.

Anche Kosmas Tsiraktsopulos, portavoce dell’Incaricato federale per la protezione dei dati, respinge il paragone con gli Stati uniti. «Gli USA vogliono registrare sistematicamente le impronte di tutti i viaggiatori, la Svizzera si limita ad un gruppo preciso di persone: coloro che passano la frontiera illegalmente».

Per Schertenleib, più che un inasprimento del diritto vigente, la decisione presa dal governo è un segnale di buona volontà lanciato all’Europa. «La Svizzera vuole offrire all’Unione europea una strategia compatibile con i trattati di Schengen e Dublino».

Semplificare il lavoro delle autorità

Il provvedimento dovrebbe accelerare l’identificazione delle persone che tentano di varcare illegalmente i confini elvetici. Inoltre, afferma il governo, offre uno strumento ulteriore per prevenire gli abusi legati alle richieste d’asilo e semplifica notevolmente il lavoro delle autorità competenti.

Delle 8000 persone entrate illegalmente in Svizzera nel 2003, circa 2000 erano in possesso di documenti validi. Molti degli stranieri respinti riprovano ad entrare in Svizzera e quando ci riescono spesso inoltrano una richiesta d’asilo senza presentare documenti di identità.

Se le impronte digitali fossero registrate al primo tentativo d’entrata illegale, sarebbe più facile, in seguito, stabilire con certezza l’identità dei richiedenti l’asilo.

Basi legali

Le basi legali per rilevare le impronte sono contenute nella legge federale sul soggiorno e la dimora degli stranieri che il Parlamento sta revisionando. All’articolo 22 si può leggere che il rilevamento delle impronte digitali è consentito se ciò è necessario a stabilire l’identità di una persona.

I dati segnaletici registrati dalle autorità cantonali, federali o di altri paesi sono inseriti nel sistema automatico d’identificazione delle impronte digitali AFIS, sviluppato dalla polizia federale statunitense (FBI). I valichi di frontiera svizzeri sono collegati a questo sistema dall’autunno 2002.

swissinfo e agenzie

8000 persone entrate illegalmente in Svizzera nel 2003
2000 di queste erano in possesso di documenti validi

Il Consiglio federale ha deciso di modificare due ordinanze concernenti la legge federale sulla dimora e il domicilio degli stranieri.

Ne consegue che dal primo giugno verranno prese le impronte digitali di chiunque varchi illegalmente il confine elvetico. Finora le impronte digitali venivano prese solo a chi non era in possesso di documenti validi.

Per catalogare i dati raccolti, la Svizzera si avvale di AFIS (sistema automatizzato d’identificazione delle impronte digitali). Dal 2002 AFIS è in dotazione alle guardie di confine.

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