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I bambini della 5. Svizzera alla scoperta della patria

I piccoli svizzeri dell'estero in vacanza... a casa loro. SAJS

270 bambini svizzeri residenti all'estero partecipano quest'anno alle tradizionali colonie estive nella terra d'origine.

Ogni anno, la Fondazione per i giovani svizzeri all’estero (FGSE) organizza campi estivi ed invernali. La metà dei partecipanti giunge dall’Europa.

I campi estivi 2006 sono organizzati un po’ in tutta la Svizzera: Stäfa (canton Zurigo), Enney (Friborgo), La Punt (Grigioni), Einsiedeln (Svitto), Bürchen (Vallese) e St. Ursanne (Giura). I bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni possono qui divertirsi e respirare l’aria della loro patria.

Parallelamente – grazie al servizio per i giovani dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero – altri 130 ragazzi tra i 14 e i 25 anni si sono ritrovati nella località bernese di Kandersteg.

Scoperta delle origini

I campi estivi ed invernali – indica la FGSE – si svolgono tutti sotto lo stesso motto: «I bambini della Quinta Svizzera scoprono la loro patria».

«Vogliamo che alle colonie possano partecipare tutti i giovani, indipendentemente dalle loro possibilità finanziarie», afferma Ariane Roulet della FGSE. Le famiglie con budget limitato possono usufruire dei contributi offerti dalla fondazione, la quale spesso si occupa pure del viaggio in Svizzera.

Nei campi di vacanza si ritrovano così gruppi eterogenei e multiculturali, la cui caratteristica comune è la ricerca delle proprie origini. Sul lago di Zurigo a Stäfa ad esempio, dal 1. al 15 luglio sono giunti 42 bambini da 20 paesi diversi, tra cui Australia, El Salvador, Ungheria e Togo.

Nel rapporto annuale 2005 della FGSE si legge che circa la metà dei giovani che partecipano ai suoi campi provengono dall’Europa. Seguono il Nord e il Sud America, l’Asia, l’Africa ed infine l’Australia.

Respirare lontano dalla guerra

Le colonie sono coordinate da una decina d’anni dall’Organizzazione degli Svizzeri all’estero. È già però da oltre 80 anni che sono organizzate vacanze in patria per i piccoli della Quinta Svizzera.

Originariamente, questi soggiorni volevano essere un momento di riposo per i giovani che avevano sofferto durante la Prima guerra mondiale. Questo concetto è sopravvissuto negli anni e molti bambini da tutta Europa – soprattutto residenti in grandi città – trascorrono il periodo in Svizzera presso una famiglia di contadini, a contatto con l’aria di campagna.

Comprensibilmente, la partecipazione più alta è stata registrata nel 1945, quando oltre 4000 bambini hanno lasciato le zone devastate dalla guerra per soggiornare qualche settimana in Svizzera.

Conoscere la patria

Il significato di questi campi cambia solamente negli anni ’60: il soggiorno in Svizzera è visto come una possibilità per far conoscere la patria ai giovani cresciuti all’estero.

Essi possono così legarsi ad un paese che fino ad allora conoscevano soltanto per sentito dire. Al contempo, i campi di vacanza rappresentano anche una possibilità per stabilire nuovi contatti e fare amicizie.

«Spesso i bambini si danno appuntamento per la prossima colonia», conferma Ariane Roulet.

Integrazione

Numerosi sono i bambini che viaggiano da soli. Giunti all’aeroporto sono presi in consegna dalla fondazione, la quale organizza il trasporto verso il campo di vacanza. Altri sono invece accompagnati da genitori o parenti.

Sul posto, i responsabili della colonia si occupano poi dell’organizzazione delle diverse attività (sport, giochi, escursioni, visite,…).

Prima di ritornare a casa, alcuni bambini prolungano il soggiorno in Svizzera rendendo visita ai famigliari che vivono in patria.

«Questo tipo di vacanze continuerà ad esistere anche in futuro», osserva Ariane Roulet. La globalizzazione spinge sempre più lavoratori svizzeri all’estero. C’è quindi da attendersi ad un aumento di coloro che vogliono mandare i figli in Svizzera per un certo periodo.

In futuro si dovrà intensificare il contatto tra i giovani dell’estero e quelli del luogo, in modo da favorire la comprensione reciproca. L’idea è quindi di consentire ad un numero limitato di piccoli che vivono in Svizzera di partecipare alle vacanze della FGSE.

swissinfo, Urs Maurer
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

342 bambini svizzeri dell’estero hanno partecipato ai campi estivi e invernali nel 2005.
188 provenivano dall’Europa, 94 dall’America, 32 dall’Africa e dai paesi arabi, 19 dall’Asia e 9 dall’Australia.
Nel 2005 la fondazione ha registrato delle spese per un totale di 248’000 franchi e un’entrata complessiva di 373’000 franchi.

La Fondazione per i giovani svizzeri all’estero è un’organizzazione di pubblica utilità.

Il suo scopo è di permettere ai bambini svizzeri che vivono all’estero di trascorrere delle vacanze nella Confederazione, indipendentemente dalle possibilità finanziarie della famiglia.

La fondazione ha così fatto giungere in Svizzera bambini dai 5 continenti, favorendo la creazione di nuovi legami e amicizie.

Il significato dei campi estivi e invernali va però al di là dei rapporti personali: il soggiorno è innanzitutto un’occasione per conoscere e capire la Svizzera.

A questo proposito, le colonie propongono numerose escursioni dedicate alla scoperta di laghi, montagne, fiumi, paesaggi e città a bordo di bus, treni e barche.

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