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L’influenza aviaria potrebbe tornare in Svizzera

Lo scorso anno il virus era stato riscontrato in alcuni uccelli selvatici (foto: Imagepoint)

Un anno dopo il primo caso di contagio registrato nel paese con la forma mortale del virus, le autorità svizzere non escludono l'eventualità di nuovi casi d'influenza aviaria.

Da allora sono state implementate una serie di misure preventive e si è condotta un’intensa attività di sorveglianza. L’ultimo caso di contagio è stato registrato nell’ottobre 2006.

Il 26 febbraio 2006 veniva confermato il primo caso d’influenza aviaria in Svizzera. Colpita un’anatra selvatica ritrovata sul lago di Ginevra. Altri casi sono in seguito stati riscontrati nella zona del lago di Costanza, nella parte nord-orientale del paese.

Tra la fine di febbraio e il 31 marzo 2006 i test positivi al virus H5N1 sono stati 32.

Il portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) Marcel Falk precisa che i casi hanno riguardato soltanto degli uccelli selvatici e non del pollame.

Dall’ottobre 2006, sono stati effettuati 433 test su uccelli selvatici dai quali non è apparsa nessuna nuova infezione. Nuovi contagi nel 2007 non possono tuttavia essere esclusi.

“Quest’inverno è stato eccezionalmente caldo. Crediamo però che se la prossima stagione fredda porterà molta neve, ci sarà una grande possibilità che anche nel 2007 gli uccelli selvatici saranno colpiti dall’aviaria”, dice a swissinfo.

Inverno dolce

Il tempo incredibilmente mite di questi mesi ha spinto meno uccelli del solito a migrare. Il virus tende quindi a diffondersi molto meno rispetto ai periodi freddi.

“Abbiamo ancora molto da imparare in merito alla diffusione dell’aviaria tramite gli uccelli selvatici”, spiega Falk. Nell’ottobre 2006 l’UFV ha quindi iniziato un progetto di ricerca nei dintorni del Lago di Costanza.

Falk ricorda che il virus è ancora presente a livello mondiale. Nuovi focolai sono stati recentemente scoperti in Gran Bretagna, in Ungheria e in Russia.

Per questo motivo le autorità restano vigilanti. Imposto dal governo lo scorso ottobre, il divieto di allevamento all’aperto del pollame in un raggio di un km dai maggiori laghi e fiumi svizzeri resterà in vigore fino al prossimo 30 aprile.

La restrizione (pur meno rigorosa di quella applicata lo scorso anno) vuole evitare i contatti tra il pollame locale e gli uccelli migratori, possibili portatori del pericoloso virus H5N1.

I 50’000 uccelli acquatici che vivono in Svizzera durante l’estate crescono fino a 500’000 prima e durante i periodi di migrazione invernale verso l’Africa.

Controlli

Monitorando costantemente la situazione, l’UFV valuta pure l’eventualità di mantenere in vigore le restrizioni all’allevamento all’aperto, dice Falk. Una decisione al riguardo non potrà tuttavia essere presa prima della fine di marzo, quando l’evoluzione meteorologica di questo inverno e della malattia sarà definitiva.

Nei mesi invernali sono stati raccolti dei campioni da uccelli vivi sui laghi di Costanza e di Sempach. Controlli simili sono effettuati su animali abbattuti dai cacciatori sui laghi di Ginevra e Neuchâtel. Inoltre, ogni ritrovamento di gruppi di uccelli morti in Svizzera viene seguito da test e analisi.

In vigore pure un divieto d’importazione di pollame da paesi al di fuori dall’Unione europea nei quali si sono verificati dei decessi umani a causa del virus.

In ottobre, la Svizzera era stato il primo paese a confermare la preparazione di stock di pre-vaccini contro la forma umana dell’aviaria quale parte del suo vasto piano contro un’eventuale pandemia.

Nel frattempo sono state immagazzinate due milioni di dosi dell’antivirale Tamiflu ed ordinati medicinali pre-pandemici per un valore di circa 180 milioni di franchi.

L’UFV tiene tuttavia a sottolineare che al momento i rischi per gli umani sono minimi. “Fintanto che l’influenza aviaria resterà una malattia animale, non ci saranno praticamente rischi per le persone in Svizzera”, conclude Falk.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Secondo gli ultimi dati dell’OMS, dal 2003 si sono registrati 274 casi umani d’influenza aviaria (167 decessi) in 10 paesi.
La maggior parte dei contagi hanno colpito persone che vivevano a stretto contatto con pollame infetto.
Gli esperti temono che il virus H5N1 possa mutare in una forma facilmente trasmissibile tra essere umani.
In Svizzera non è stato riscontrato alcun caso d’influenza aviaria tra gli umani.

Lo scorso anno, tra febbraio e marzo, erano stati diagnosticati 32 casi di influenza aviaria H5N1: uno sul lago Lemano, i restanti nella regione attorno al lago di Costanza.

Le autorità avevano invitato alla calma. L’arrivo del virus in Svizzera era atteso.

Per lottare contro la diffusione del virus, è stato introdotto per due volte il divieto totale di allevare pollame all’aperto: da fine ottobre a metà dicembre 2005 e da metà febbraio a aprile 2006.

Oggi è ancora in vigore un divieto parziale che riguarda gli allevamenti di 1000 contadini professionisti e di 4000 amatori. Il provvedimento scadrà il 30 aprile 2007.

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