
La mediazione invece del tribunale?

Un procedimento che in Svizzera è da tempo diffuso per i divorzi, dovrebbe trovare applicazione anche in altri contenziosi di natura giuridica: la mediazione extragiudiziale. Ma un progetto pilota in corso nel tribunale distrettuale di Zurigo invita allo scetticismo.
“Da noi è sempre ancora diffusa l’attitudine per cui se io mi sento trattato ingiustamente da un’altra persona, sporgo denuncia. Non si è però consapevoli del fatto che una causa ed il lungo procedimento che ne segue rappresentano un grande impegno, anche se alla fine si ottiene ragione dal tribunale.”
È quanto dice l’avvocato zurighese Peter Bösch. Bösch è uno degli iniziatori di un progetto pilota avviato nel febbraio di quest’anno nel tribunale distrettuale di Zurigo e che dovrebbe terminare in agosto. Il progetto vuole sperimentare forme di mediazione che permettano il raggiungimento di un accordo extragiudiziale fra le parti in conflitto.
Mediare con sensibilità
In un procedimento di mediazione le parti in causa cercano di trovare autonomamente una soluzione al conflitto con l’aiuto di una terza persona, il mediatore o la mediatrice. Il mediatore, che non è un giudice, ha il compito di guidare la parti attraverso il procedimento. Un’operazione che necessità di una notevole sensibilità psicologica.
La differenza principale tra una mediazione e il normale procedimento giudiziario consiste nella responsabilità autonoma che nel primo caso le parti assumono nel tentativo di trovare una soluzione al contenzioso. Gli Stati Uniti e l’Australia praticano da tempo la mediazione e possono vantare una quota di successi che si aggira intorno all’80%. Anche in Germania, Francia e Austria il procedimento viene applicato sempre più di frequente. In Svizzera si stanno invece facendo solo i primi passi.
Risultati modesti nell’esperimento zurighese
Il tribunale distrettuale di Zurigo si è assunto il ruolo di pioniere, chiedendo alle parti in causa di 71 processi di partecipare ad un procedimento di mediazione indipendente dal tribunale. Secondo Peter Bösch, l’eco è stata però molto limitata. Solo sei processi hanno potuto essere trasferiti dalle aule del tribunale al tavolo della mediazione. “Al momento, di questi sei processi solo in due, forse tre, vi è ancora una piccola possibilità che si giunga ad un accordo extragiudiziale.”
Senza dubbio un bilancio modesto. Ciononostante, Bösch continua a considerare la mediazione una buona cosa. E non si vuole far scoraggiare dai risultati: “Da un lato i casi trattati nel progetto pilota erano estremamente difficili. Dall’altro la mediazione dovrebbe prendere avvio prima che sia iniziato il processo, cosa che a Zurigo non è stata possibile.”
La Confederazione punta alla mediazione nel diritto penale per i minori
Neppure la Confederazione vuole farsi scoraggiare dai risultati zurighesi. Come ha dichiarato a swissinfo Heinz Sutter dell’Ufficio federale della giustizia, in Svizzera va però ancora “preparato il terreno” per la mediazione.
In Svizzera la mediazione potrebbe presto trovare applicazione, oltre che nel diritto civile, anche in quello penale. La prevista revisione del diritto penale per i minori prevede che – tranne nelle violazioni gravi della legge – si rinunci al processo in favore della mediazione.
Un’evoluzione positiva, secondo Sutter. “Pensiamo al caso di un giovane che danneggi la facciata di una casa con dei colori spray. Il proprietario si arrabbia e chiede un risarcimento. Un accordo attraverso una mediazione. A differenza di un procedimento penale, alla parti in causa viene data l’opportunità di un intenso scambio di opinioni. La parti possono così capire meglio le ragioni dell’altro.”
Felix Münger

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