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La Svizzera esige la fine della violenza a Gaza

Micheline Calmy-Rey durante l'intervento al Consiglio dei diritti umani a Ginevra. Keystone

Berna chiede l'immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza. Intervenendo al Consiglio dei diritti umani, a Ginevra, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha definito "insostenibile" la situazione della popolazione civile.

La ministra elvetica ha lanciato un appello al dialogo e al rispetto dei diritti umani. Anche l’ONU e l’UE hanno condannato la violenza a Gaza.

Nell’intervento lunedì al Consiglio dei diritti umani, Micheline Calmy-Rey ha pure denunciato la situazione in Birmania, Sri Lanka. A proposito di Gaza, ha detto che Berna “chiede la fine immediata dell’operazione condotta dall’esercito israeliano nella Striscia, che ha in particolare causato vittime civili, compresi bambini”.

D’altra parte, la Svizzera domanda che cessino anche i lanci di razzi dai territori palestinesi verso Israele, ha aggiunto. “Un aumento della violenza non produrrà nessuna soluzione duratura per i due popoli”, ha sottolineato la ministra.

La Confederazione invita le due parti a riprendere il dialogo, al rispetto del diritto umanitario internazionale e chiede al Consiglio dei diritti umani di occuparsi di questa “grave situazione”.

“La situazione della popolazione civile nella striscia di Gaza è insostenibile. In generale, si tratta di porre fine agli attacchi indiscriminati contro civili, di congelare ogni sviluppo degli insediamenti e di rispettare la libertà di movimento”, ha dichiarato la responsabile della diplomazia elvetica.

Violenza sproporzionata

Sulla stessa lunghezza d’onda di quello elvetico sono i molteplici appelli internazionali, a partire dall’Unione europea (UE). In una dichiarazione pubblicata domenica a Bruxelles a nome dei 27 Stati membri, la presidenza di turno slovena ha criticato l’uso “sproporzionato” della forza da parte israeliana e ha deplorato che fra le vittime si contino molti civili. Al contempo l’UE ha condannato i lanci di razzi palestinesi sul territorio israeliano.

La situazione preoccupa il Consiglio di sicurezza dell’ONU, che si è riunito d’urgenza per cinque ore.”I membri del Consiglio di sicurezza sono profondamente preoccupati per la perdita di vite umane nella parte meridionale di Israele e a Gaza e condannano l’escalation di violenze”, si legge nel comunicato reso noto dall’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vitaly Ciurkin, attuale presidente di turno, al termine della riunione. “Questi eventi – prosegue il testo – sottolineano la necessità che tutte le parti cessino immediatamente tutti gli atti di violenza”.

Nel suo intervento alla riunione d’urgenza il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon aveva condannato sia il lancio di razzi da parte dei palestinesi, sia la risposta israeliana. “Pur riconoscendo il diritto di Israele a difendersi, condanno l’uso sproporzionato ed eccessivo della forza che ha ucciso e ferito così tanti civili, tra cui bambini”, ha detto Ban Ki-Moon aggiungendo “Chiedo a Israele di cessare tali attacchi”.

Il segretario generale ha poi parlato di 26 attacchi compiuti con razzi dai palestinesi nella sola giornata di sabato, aggiungendo:”Condanno gli attacchi palestinesi con razzi e chiedo l’immediata cessazione di questi atti di terrorismo”.

“L’uso sproporzionato della forza” da parte dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza è pure stato condannato dall’Alta commissaria dell’Onu per i diritti umani Louise Arbour, la quale lunedì ha chiesto “un’indagine imparziale sulle uccisioni di dozzine di civili, tra cui anche bambini, nelle operazioni delle forze militari israeliane”. Ha anche domandato di rendere pubblici i risultati di tale inchiesta e di punire i responsabili.

Parallelamente, la Arbour ha condannato con “forza” anche il lancio di razzi da parte dei militanti palestinesi contro obiettivi civili israeliani,. definendoli “una chiara violazione del diritto umanitario internazionale”. L’Alta commissaria ha espresso “allarme” per la violenza a Gaza e in Israele.

Missione ONU?

Il relatore delle Nazione Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, John Dugard, ha esortato lunedì le Nazioni Unite ad avviare colloqui con il movimento Hamas. “L’attuale situazione a Gaza e nel vicino Israele non può continuare”, ha detto l’esperto indipendente in una dichiarazione resa nota a Ginevra.

“E’ imperativo che ogni sforzo sia intrapreso per porre fine alla violenza. Questo può essere fatto solo tramite il negoziato e la mediazione. Le Nazioni Unite sono l’organo appropriato per avviare colloqui tra Hamas a Gaza, il governo israeliano e l’Autorità palestinese a Ramallah”, afferma Dugard.

“Attualmente – aggiunge – le Nazioni Unite sono frenate dagli Stati Uniti, l’Unione europea e Israele e questo lascia l’Onu senza potere per compiere il proprio dovere di mantenere la pace internazionale”.

Per il relatore “il Segretario generale delle Nazioni Unite deve trovare il coraggio di superare questo ostacolo e avviare significativi colloqui tra tutte le parti. Altrimenti – ha concluso – il ciclo della violenza è condannato a continuare”.

swissinfo e agenzie

Le truppe israeliane si sono ritirate dal nord della Striscia di Gaza lunedì all’alba al termine di una massiccia incursione in territorio palestinese per far cessare i tiri di razzi.

L’offensiva ha fatto oltre un centinaio di morti a Gaza da mercoledì scorso, secondo i servizi medici palestinesi.

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas ha sospesto i colloqui di pace con lo Stato ebraico.

Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha dichiarato lunedì che l’esercito continuerà le operazioni contro Hamas a Gaza.

Numerosi Paesi hanno protestato e manifestazioni hanno avuto luogo in vari Paesi arabi, fra cui Siria, Giordania, Libano ed Egitto.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha annunciato che lunedì ha inviato un primo convoglio di aiuti urgenti dalla capitale giordana Amman verso i territori palestinesi. Altri aiuti sono attesi nel corso della settimana.

Il CICR sta tentando di negoziare con le autorità israeliane l’allestimento di un corridoio umanitario verso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. L’organizzazione umanitaria ha chiesto allo Stato ebraico di cessare gli attacchi che hanno fatto centinaia di senzatetto palestinesi.

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