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Pandemia di aviaria: continuano i preparativi

Anche l'esercito svizzero ha effettuato dei preparativi in vista di una futura pandemia Keystone

Il rischio di pandemia di influenza aviaria è debole, ma non scongiurato. A Ginevra, ci si appresta a fare il punto su un tema ormai uscito dalla luce dei riflettori.

L’Europa occidentale sembra meno minacciata di altre regioni, visto che finora non vi è stato constatato alcun caso di trasmissione del virus H5N1 all’uomo.

I preparativi per una pandemia provocata dal virus dell’influenza aviaria sono molto avanzati in Svizzera, ha assicurato martedì a Ginevra Gaudenz Silberschmidt, vice-direttore dell’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP). La situazione non è però altrettanto soddisfacente in tutti i paesi.

Rischio limitato

“Il rischio attuale per una pandemia d’influenza aviaria in Svizzera è molto debole”, ha dichiarato il responsabile nel corso di una conferenza stampa. Tuttavia, gli sforzi di preparazione continuano visto che, secondo gli esperti, presto o tardi una pandemia è assicurata.

“Nello scenario peggiore, il 25% della popolazione sarebbe infettata. Abbiamo riserve di Tamiflu sufficienti per tutti”, ha affermato Silberschmidt.

Secondo lui, la preparazione della Confederazione e dei cantoni è a punto. Al contrario, persistono dei problemi a livello delle aziende: alcune hanno previsto delle misure per assicurare le funzioni essenziali, altre no.

Per Philippe Sudre, rappresentante del Dipartimento ginevrino dell’economia e della salute, le cose sono avanzate ma è impossibile sostenere che “tutto è pronto” a causa delle numerose incognite sulla natura e sulla virulenza del virus.

Un piano è in corso di preparazione nell’ambito della Ginevra internazionale, perché il personale essenziale possa proseguire il suo lavoro. Le discussioni riguardano lo svolgimento di eventuali conferenze durante la crisi, la circolazione e la collaborazione tra Francia, Svizzera e cantoni di Ginevra e Vaud.

Appello dell’OMS

“Ogni mese che passa è un mese guadagnato. Siamo avanzati nella preparazione, ma non siamo pronti a livello internazionale”, ha dichiarato da parte sua Isabelle Nuttal, dottoressa presso il programma sulle epidemie dell’Organizzazione mondiale del salute (OMS).

La maggioranza dei paesi dispongono di piani, ma bisogna testarne l’efficacia. “I paesi non hanno gli stessi livelli di preparazione. Alcuni non dispongono di mezzi”, ha avvertito la Nuttal, ricordando che dopo l’appello lanciato in gennaio a Pechino dall’OMS per un fondo di 100 milioni di dollari quale preparazione ad una pandemia mondiale, ne sono stati versati soltanto 8.

All’epoca, i donatori avevano promesso 77 milioni. Al momento sono in corso dei negoziati che riguardano altri 19 milioni.

Per il momento, il virus H5N1 ha mostrato di trasmettersi molto difficilmente all’uomo. Tutte le persone colpite nel mondo – l’ultima notizia fornita dall’OMS parla di 5 morti nella stessa famiglia in Indonesia – sono state in contatto diretto con volatili infetti, in condizioni igieniche molto precarie. Il virus non è tuttavia mutato.



swissinfo e agenzie

Nel mondo, 10 paesi hanno segnalato 208 casi di influenza aviaria.
Nessun caso in Europa occidentale.
Dall’inizio del 2003, si sono registrati 120 decessi.
Lunedì prossimo, a Ginevra, i 192 paesi dell’OMS esamineranno le strategie di lotta contro una pandemia.

Finora, una sessantina di Paesi hanno annunciato casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici o di allevamento.

Durante il passaggio degli uccelli migratori (autunno 2005 e primavera 2006), il governo svizzero ha obbligato gli allevatori a confinare il pollame in spazi chiusi.

In Svizzera, sono stati riscontrati una trentina di casi di virus H5 (concernenti esclusivamente uccelli acquatici). In una decina di casi si è confermata la presenza della temuta variante N1.

L’Istituto di batteriologia veterinaria dell’Università di Zurigo è il laboratorio svizzero di riferimento per le malattie animali molto contagiose.

I campioni positivi all’H5 vengono inviati al laboratorio europeo di riferimento di Weybridge (Inghilterra), dove vengono effettuate le controanalisi che stabiliscono se si tratta di H5N1.

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