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Proseguono le indagini sul rapimento del piccolo Kuvet

Il piccolo Kuvet è tornato a casa, dopo essere stato per quattro giorni in mano ai rapitori Keystone

Anche dopo la liberazione dello scolaro di otto anni, sequestrato martedì scorso a Zurigo, le indagini proseguono a pieno ritmo. Ancora in fuga il principale complice del "cervello" del rapimento.

Nell’operazione che sabato scorso ha portato all’arresto di quattro persone nei dintorni di Lucerna sono state sequestrate diverse pistole automatiche e bombe a mano, si legge nel comunicato. Gli arrestati – si precisa – sono «persone estremamente pericolose». Tutti sono stati nel frattempo condotti a Zurigo e sottoposti ad «interrogatori serrati».

Gli inquirenti ritengono che il denaro sia stato il vero movente del rapimento. La polizia è inoltre convinta che le minacce di morte contro i genitori di Kuvet – di cui riferisce lunedì il «Blick»- siano state proferite da uno dei rapitori, che attualmente si trova in detenzione. Nonostante ciò sono state prese misure per garantire l’incolumità della famiglia.

In relazione al sequestro, sono state arrestate complessivamente sette persone: quattro in Svizzera e tre in Serbia. Fra le persone fermate in una retata effettuata in un ristorante di Emmenbrücke (LU) figura anche il il presunto «cervello» del rapimento, il 27enne Goran Novakovic.

Il suo presunto «braccio destro», il 20enne Slavko Slavkovic, è invece ancora in fuga. Un altro presunto complice, che durante l’arresto era stato colpito da alcune pallottole, è ancora ricoverato in ospedale ma è fuori pericolo.

Il piccolo Kuvet, figlio di un facoltoso uomo d’affari macedone di etnia albanese, era stato rapito martedì scorso a Zurigo- Wiedikon mentre si recava a scuola. I suoi rapitori lo hanno lasciato libero sabato mattina nei pressi di Lucerna.

Il padre aveva già affidato ad un corriere gli 1,2 milioni di franchi di riscatto che i rapitori chiedevano di consegnare ai complici in Serbia, ma la polizia è riuscita ad intervenire prima della consegna. Goran Novakovic è stato «incastrato» dalle impronte digitali lasciate sulla vettura utilizzata per il rapimento. L’auto era stata ritrovata giovedì nel canton Nidvaldo.

swissinfo e agenzie

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