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Reazioni preoccupate su tutti i fronti

Le reazioni ai nuovi aumenti dei premi delle casse malati per il 2003 non si sono fatte attendere.

I partiti chiedono un intervento politico, le casse malati la fine dell’obbligo assicurativo e i pazienti più responsabilità personale.

Partito socialista: premi secondo il reddito

Le reazioni non si sono fatte attendere. A livello politico il partito socialista si è detto costernato dell’ennesimo incremento dei premi malattia. Per la sinistra è quindi necessaria una misura congiunturale in questo momento difficile per l’economia: suggerisce ad esempio che la Confederazione si assuma i costi dell’assicurazione di base per i bambini a partire dal 2003.

Il PS – si legge in una nota diramata venerdì – chiede inoltre il calcolo dei premi in base al reddito. L’attuale sistema di premi uguali per tutti non è affatto sociale. Secondo la sinistra bisognerà istituire una cassa unica a livello nazionale per l’assicurazione obbligatoria.

L’attuale concorrenza tra casse è costosa e inefficace, si precisa nel comunicato. Il PS si batterà contro una diminuzione delle prestazioni per quanto attiene all’assicurazione obbligatoria, per timore che si crei una medicina a due velocità.

Unione democratica di centro: una cura da cavallo

L’Unione democratica di centro, per evitare l’attuale evoluzione catastrofica dei costi sanitari, propone invece una cura da cavallo per dare così una svolta alla politica sanitaria fallimentare portata avanti dalla consigliera federale Ruth Dreifuss. Di questo passo, sostiene l’UDC in una nota, nel 2010 si pagheranno premi di 500 franchi.

Nel comunicato diffuso venerdì, l’UDC rinvia al testo della propria iniziativa in materia che prevede la fine dell’obbligo di essere assicurati, il finanziamento degli ospedali da parte delle assicurazioni, la nuova definizione del catalogo delle prestazioni nonché le riforme nel sistema di partecipazione finanziaria dei cantoni e della Confederazione all’assicurazione di base.

Santésuisse: soluzioni politiche e riforme

L’Organizzazione che raggruppa le casse malattia chiede invece la fine dell’obbligo di collaborazione con tutti i medici e un nuovo sistema di finanziamento degli ospedali per imprimere una svolta al continuo incremento dei costi sanitari.

Secondo santésuisse, attualmente non vi sono segnali di un cambiamento di rotta per quanto attiene alla spirale dei costi.

Finché verrà mantenuto l’obbligo di assicurarsi, imposto per legge, afferma l’organizzazione, non vi sono possibilità di arginare l’espansione delle prestazioni mediche.

“Grazie all’assicurazione malattia”, ha affermato il portavoce Peter Marbet, “riusciamo a tenere in mano i prezzi del settore sanitario, anche se continuano a salire. Purtroppo la moltiplicazione delle prestazioni genera gli incrementi che conosciamo”. Per l’organizzazione, la moratoria sull’apertura di nuovi studi medici non risolverà il problema.

Pazienti: chiesta più responsabilità personale

Meno delusi i diretti interessati, i pazienti. In merito all’incremento dei premi malattia 2003 appena comunicato, l’Organizzazione svizzera dei pazienti e degli assicurati non si dice sorpresa dell’evoluzione e si attende altri incrementi.

Per imprimere una svolta in questo settore, l’associazione si appella al senso di responsabilità di ognuno per giudicare se una visita medica è veramente necessaria.

Auspicato inoltre un esame critico del catalogo delle prestazioni. Stando all’associazione dei pazienti, è arrivato il momento di applicare le idee di risparmio che già esistono.

Medici: fissare un catalogo di prestazioni

La federazione dei medici svizzeri (FMH) considera l’attuale legge sull’assicurazione malattia incapace di risolvere la tendenza al rialzo dei costi sanitari. A parere dell’FMH, né una moratoria sull’apertura degli studi medici né l’abolizione dell’obbligo di assicurarsi rappresentano una panacea.

Per il portavoce dell’FMH, Reto Steiner è necessario un catalogo di prestazioni fissato per legge. “È impossibile risparmiare”, ha aggiunto, “se non si sa se certe prestazioni devono essere pagate oppure no”.

Una proposta in tal senso da parte dell’FMH è stata respinta dal Dipartimento federale dell’interno: per Steiner un stato errore. A suo parere bisogna cercare soluzioni, “non imputare a pazienti e medici l’incremento dei costi”.

swissinfo e agenzie

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