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Afroamericano ucciso da agenti, video shock del pestaggio

La mamma e il patrigno della vittima. KEYSTONE/AP/Gerald Herbert sda-ats

(Keystone-ATS) America con il fiato sospeso per il video del pestaggio di Tyre Nichols, l’afroamericano morto a Memphis per un’emorragia causata da percosse dopo essere stato fermato da cinque agenti per un banale controllo stradale.

Un filmato shock che “mostra il disprezzo per la vita umana”, simile “se non peggiore” di quello del pestaggio di Rodney King, ha denunciato il capo della polizia di Memphis Carelyn Davis. Il riferimento è all’afroamericano picchiato dagli agenti a Los Angeles nel 1991: un caso che scosse l’America e aprì mesi di proteste e violenze nella città degli Angeli.

I cinque poliziotti di Memphis – anche loro afroamericani – sono stati immediatamente licenziati dopo l’incidente e accusati di omicidio di secondo grado. Hanno definito il video “scioccante” anche il ministro della Giustizia Merrick Garland e il capo dell’Fbi Chris Wray. “È spaventoso”, ha detto quest’ultimo assicurando il pieno appoggio delle autorità federali al Tennessee nelle indagini ma anche nella gestione delle possibili proteste. Il timore infatti è quello di manifestazioni contro la polizia a Memphis ma anche nel resto d’America dopo la diffusione del video, nella nottata svizzera.

Joe Biden ha invitato alla calma, così come ha fatto Garland. “L’indignazione è comprensibile ma la violenza non è mai accettabile”, ha esortato il presidente. A chiedere proteste pacifiche è anche la mamma di Tyre Nichols. RowVaughn Wells ha ammesso di non essere riuscita a guardare il video ma, da quello che le hanno detto, è agghiacciante. “Penso che la polizia abbia cercato di coprire quanto accaduto. Lo hanno picchiato fino alla morte”, ha detto in lacrime ai microfoni di Cnn. Il patrigno di Nichols invece il video lo ha visto: il ragazzo ha chiamato ripetutamente la madre – le sue ultime parola sono state ‘mamma, mamma, mamma’ -, è stato picchiato come una palla da football, ha raccontato.

Tyre Nichols era stato fermato dagli agenti il 7 gennaio intorno alle 20.30 locali per presunta guida imprudente. Secondo le iniziali ricostruzioni della polizia, lo stop era stato seguito da uno scontro fra gli agenti e Nichols e dall’arresto del 29enne. Sul posto era stata chiamata un’ambulanza dopo che il ragazzo aveva lamentato difficoltà respiratorie. Il 10 gennaio la polizia di Memphis aveva annunciato la morte di Tyre e alcuni giorni dopo, il 15 gennaio, avviato un’indagine interna per fare luce sull’accaduto, arrivando poi a licenziare i cinque agenti il 20 gennaio dopo aver constatato un uso eccessivo della forza.

La famiglia di Nichols, assistita da Ben Crump, il legale che ha rappresentato molte vittime afroamericane di violenza da parte della polizia – da Michael Brown a Breonna Taylor passando per George Floyd -, ha chiesto e ottenuto il filmato dell’incidente il 23 gennaio, il giorno prima della diffusione dei risultati preliminari dell’autopsia, dalla quale è emerso che il ragazzo è morto per un’emorragia causata dalle forti percosse. Conclusioni che hanno portato all’accusa di omicidio e all’arresto dei cinque agenti.

La famiglia di Nichols ha plaudito almeno alla velocità con cui la giustizia si è mossa: “Vogliamo diventi l’esempio”, ha detto Crump ricordando i numerosi casi in cui gli afroamericani vittime di violenza eccessiva da parte della polizia hanno dovuto attendere mesi se non anni per vedere gli agenti accusati. In molti degli altri casi, ha sottolineato il legale della famiglia Nichols, gli agenti erano bianchi. Nel caso di Tyre invece sono afroamericani. “Vogliamo uguaglianza e parità” anche nel trattamento degli agenti, ha aggiunto Crump. “Contro di lui la polizia ha usato una forza eccessiva e brutale. Sapevano che le loro azioni ne avrebbero causato la morte”, ha continuato. Ora quello che è successo sarà mostrato al mondo in un video destinato ad alimentare il dibattito sulla violenza della polizia e a scatenare polemiche e rabbia contro l’ennesimo episodio di furia insensata.

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