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Alinghi, una squadra vincente

Una squadra, una barca, un sogno: tutti insieme per la Coppa America. alinghi.com

Sfidato da Alinghi, nella 31esima edizione della Coppa America, il Team New Zealand non è riuscito ad imporsi nel golfo di Hauraki.

Il successo della barca svizzera non è merito solo di Russel Coutts o di Bertarelli. A vincere è tutta la squadra.

Lo spirito di squadra, la condivisione delle stesse idee e degli stessi obiettivi sono certo tra le caratteristiche più importanti di Alinghi.

La volontà di aprirsi e la cura del fattore umano hanno avuto un ruolo decisivo nella storia del successo folgorante di Alinghi. Alla sua prima apparizione in Coppa America il team elvetico è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo sportivo più vecchio del mondo.

«Una squadra si costruisce poco a poco» racconta Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi. «Se fin dall’inizio si gettano delle buone basi, se tutte le persone coinvolte credono in valori comuni, il processo d’amalgama delle diverse competenze e nazionalità permette di costruire una vera squadra, all’interno della quale ciascuno è rispettato per le sue specificità».

La squadra è sempre stato uno dei leitmotiv di Alinghi. In tutte le sue apparizioni pubbliche, il gruppo, composto da 100 persone di 17 nazionalità diverse, ha messo l’accento sulle qualità umane dei suoi membri. La concorrenza invece, ha puntato spesso sull’aspetto tecnologico.

Una serenità imperturbabile

L’equipaggio ha dato prova di una serenità sorprendente, ogni volta che si è ritrovato nella “lounge” di Alinghi per un momento di rilassamento prima di lasciarsi prendere dall’eccitazione di una regata.

«Non ci sono mai state rivalità all’interno del team» spiega il vodese Yves Detrey. «Se qualcuno aveva un’idea ne parlava a Russel e in seguito, se l’idea era buona, tutta la squadra tirava alla stessa corda per realizzarla».

E aggiunge:«Questa apertura è stata molto costruttiva. Ci ha permesso di diventare efficaci in tutti i settori».

Molti osservatori sono rimasti stupiti dalla sicurezza nei propri mezzi dimostrata dai marinai di Alinghi. Alcuni hanno addirittura scambiato questa sicurezza per arroganza.

«La fiducia in noi stessi è nata dal fatto di essere arrivati là dove volevamo arrivare» spiega il grinder Christian Karcher. «Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi in ogni tappa della competizione. È una grande soddisfazione».

La Coppa ricompensa una squadra

Tutte le regate della competizione hanno dato ragione alla sfida svizzera e sono la testimonianza migliore della perfetta coesione e omogeneità della squadra.

Le vittorie sono il frutto della collaborazione tra i 16 marinai che di volta in volta si trovavano sulla barca e tutto il resto della squadra.

La prima regata, per esempio, ha proiettato sulla scena i costruttori e gli ingegneri di Alinghi che, a differenza dei colleghi neozelandesi, hanno avuto il merito di realizzare un’imbarcazione solida e polivalente.

La seconda giornata di competizioni ha messo in luce il talento degli uomini di poppa di Alinghi, ma anche le impressionanti risorse fisiche dei grinder e degli altri colossi dell’equipaggio.

La terza vittoria è merito dei meteorologi che con i loro buoni consigli, hanno lanciato barca ed equipaggio verso il traguardo.

Dopo il quarto successo, Ernesto Bertarelli ha voluto richiamare l’attenzione sul lavoro svolto dal “design team” e dal gruppo di persone che non prende il mare, ma contribuisce alla riuscita dell’impresa Alinghi da terra.

«Costruiremo una squadra di cui essere fieri, una squadra in grado di vincere la Coppa America»: questa la sfida lanciata a suo tempo da Alinghi. Una sfida che il team svizzero ha saputo raccogliere nel migliore dei modi.

swissinfo, François Egger, Auckland
(traduzione: Doris Lucini)

L’alinghimania ha introdotto nelle nostre case un vocabolario nuovo, a volte ancora misterioso. Genoa, fiocco, spinnaker, gennaker, randa: questo il nome delle vele.

Il miglio marino equivale a 1,852 km. La velocità di un’imbarcazione è espressa in nodi. Un nodo equivale a un miglio orario.

Lo skipper è il comandante dello scafo, ma non è necessariamente colui che tiene il timone. Il tattico scruta l’orizzonte e gli avversari e decide le strambate (cambiamenti di direzione col vento in poppa) e le virate. Il grinder regola le vele. Il suo è forse il compito più faticoso a bordo.

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