Aumento dei prezzi percepito è ancora sempre superiore a inflazione

(Keystone-ATS) Anche in ottobre l’aumento dei prezzi che grava sulle tasche dei cittadini in Svizzera è risultato più forte di quanto indichi il rincaro ufficiale.
L’inflazione percepita (su base annua) si è attestata all’1,6%, valore superiore alla crescita dell’1,4% osservata dall’indice dei prezzi al consumo (IPC).
Il primo dato considera esclusivamente l’andamento dei prezzi dei beni consumati regolarmente dalla popolazione, come generi alimentari, medicamenti o vestiti, rimuovendo i fattori che – in generale – sono di contenimento dell’inflazione, come gli affitti o i beni durevoli, spiega in un comunicato odierno Comparis. La società di confronti internet calcola l’indicatore in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF): esso è da mettere in relazione con il rincaro ufficiale che viene misurato dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Fra settembre e ottobre i prezzi del paniere di Comparis sono scesi in generale dello 0,8% (IPC: -0,2%). Diversi prodotti sono però diventati più cari: fra questi possono essere citati zucchero (+3,7%), liquori (+3,1%), abbigliamento sportivo (+2,5%) e calzature da uomo (+1,9%). In flessione per contro risultano per esempio i servizi del settore alberghiero (-5,6%).
I generi alimentari – particolarmente osservati dai consumatori – segnano -0,6% sull’arco di un mese. Se si allarga lo sguardo la situazione è però ben diversa: sull’arco di due anni l’aumento è stato del 7,7%, ben maggiore del rincaro generale IPC del 4,4%. Tra i prodotti che hanno subito un incremento di oltre il 10% vanno segnalati burro (+15%), zucchero (+14%), pesce e frutti di mare (+12%), pane, farina e cereali (+12%), latte, formaggio e uova (+11%), nonché grassi e oli commestibili (+11%).
Secondo i calcoli di Comparis a percepire maggiormente il rincaro sono gli over 65 che vivono da soli, nonché le fasce meno abbienti della popolazione. A livello regionale, la Svizzera italiana presenta in novembre un’inflazione percepita dell’1,5%, lievemente più bassa quindi che nel resto del paese.
Dopo anni di crescita zero dei prezzi l’inflazione sembra essere essere tornata per restare: le principali autorità, i maggiori istituti e le più grandi banche elvetiche (Seco, Ocse, Banca nazionale, KOF, Economiesuisse, UBS, ecc.) prevedono valori del rincaro IPC compresi fra il l’1,6% e il 2,2% nel 2024 e fra l’1,1% e l’1,6% nel 2025.