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Baseball per migliorare nell’hockey

David Aebischer, portiere dei Colorado Avalanches dal 2000 al 2006, è stato il primo svizzero a sollevare la Stanley Cup nordamericana nel 2001 Keystone

La Svizzera ha la reputazione di essere una "fabbrica" di portieri di livello internazionale. Efficaci tra i pali, molti giocatori di hockey peccano però nell'uso del guantone. Per colmare la lacuna, Marco Baron, ex portiere in NHL, suggerisce qualche tiro a baseball...

Tifosi, giocatori e allenatori non aspettano altro: l’inizio della partita con l’ingaggio a centro pista. Non appena l’arbitro lascia il disco, l’agonismo si riversa sul ghiaccio e sulle gradinate si accende l’entusiasmo.

Per Marco Baron, con un passato in National Hockey League (NHL), lo spettacolo comincia invece alcuni minuti prima. «È interessante osservare i movimenti dei portieri durante la fase di riscaldamento», ci dice lo svizzero-canadese, ora allenatore e commentatore televisivo.

«Una volta si metteva in porta il giocatore meno prestante. In America ricordo di aver visto tra i pali diverse persone in sovrappeso. Da qualche anno a questa parte il portiere è al contrario uno dei giocatori più atletici della squadra».

Portieri da esportazione

Settima nel ranking mondiale della Federazione internazionale di hockey su ghiaccio (fine 2008), la Svizzera si è ritagliata una posizione di tutto rispetto non soltanto a livello di risultati.

La scuola elvetica ha un’ottima reputazione anche nella formazione dei portieri. Prodotti di esportazione che – ancor più dei giocatori di movimento – interessano ai campionati esteri, a iniziare da quello nordamericano.

Seguendo i solchi tracciati sul ghiaccio di Pauli Jaks (primo portiere svizzero a evolvere in NHL nel 1993), diversi estremi difensori hanno scelto di fare carriera oltreoceano. Attualmente sono quattro i portieri a giostrare in club nordamericani: Jonas Hiller (Anaheim Ducks), Martin Gerber (Toronto Maple Leafs), Tobias Stephan (Dallas Stars – Bridgeport Sound Tigers) e Daniel Manzato (Albany River Rats).

«Ci sono parecchi motivi per i quali i portieri svizzeri sono di alto livello. Il principale è secondo me legato al tipo di hockey praticato sulle piste elvetiche: il gioco è molto più aperto e la copertura difensiva meno stretta rispetto al Nord America», spiega Marco Baron. «In Svizzera i portieri sono quindi più sollecitati».

Molti portieri, poche squadre

«Questa particolarità è emersa in modo evidente durante il lock out [sospensione della stagione di NHL 2004/2005 in seguito a conflitti salariali. ndr]», prosegue Baron, tra i primi portieri stranieri ad essere stato schierato da una compagine svizzera (Ambri Piotta, 1985).

«Quando gli svizzeri Patrick Aebischer e Martin Gerber, all’epoca legati a club di NHL, sono tornati temporaneamente in Svizzera, si è notato che facevano fatica ad esprimersi al meglio. Con difese meno strette, non potevano concentrarsi esclusivamente sul tiro e concedevano quindi molti rimbalzi pericolosi», annota Baron.

Detto di difese poco “mastine”, va poi sottolineato il lavoro svolto con i giovani talenti, ai quali viene spesso data la possibilità di giocare in prima squadra. «Penso ad esempio a Leonardo Genoni, 21 anni, portiere del Davos, oppure a Lukas Flüeler a Zurigo, 20 anni».

Per Baron si potrebbe però fare (ancora) di più. «Se in Svizzera ci fossero più squadre [attualmente 23 tra lega nazionale A e B], ci sarebbe la possibilità di dare delle chance anche ai giovani portieri non titolari, ma con un grosso potenziale».

«Oppure – aggiunge – introdurre un limite d’età per i portieri che giocano in Serie B: in pista soltanto chi ha meno di 25 anni».

Dal punto di vista puramente tecnico, Marco Baron intravede margini di miglioramento nell’uso del guantone. Molto più abituati a sport come il calcio, i portieri svizzeri non hanno sviluppato, a differenza dei colleghi americani, l’istinto di muovere mani e braccia.

Le gambe di Tretiak

«Per il portiere cresciuto in America, patria del baseball, l’uso del guantone è naturale. Da bambino per diversi mesi all’anno avevo il guantone da baseball. Mi sono abituato ad afferrare la palla che veniva da destra, sinistra, dall’alto e dal basso».

I portieri russi, continua Baron, sono in effetti mediocri nell’uso del guantone. Negli anni ’70 e ’80 i portieri dell’ex Unione sovietica erano più che altro famosi per il loro gioco di gambe.

Come Vladislav Tretiak, secondo Baron uno dei più grandi portieri di tutti i tempi. «Quando vedevo i filmati dei suoi allenamenti, molto duri, mi venivano in mente gli allenamenti di Rocky in Russia».

«Dei campi estivi di baseball potrebbero essere molto utili, anche ai portieri svizzeri!», suggerisce con ironia l’ex portiere dei Los Angeles Kings.

Portiere senza macchia

In vista dei Campionati del mondo di hockey in Svizzera (24 aprile – 10 maggio), Marco Baron pregusta già le esibizioni del suo idolo. «Il grande protagonista tra i pali sarà senza ombra di dubbio Martin Brodeur del Team Canada, che sta per battere il record assoluto di partite in porta».

«Quando scende in pista tutti si chiedono: ma quando commetterà un errore? Niente da fare: Brodeur continua ad essere impeccabile».

E in Svizzera, quali sono i portieri preferiti da Baron? «Mi piace molto Ronnie Rueger del Kolten, perché a differenza di altri giocatori ha una mentalità vincente. Ammiro anche Gerber e Hiller, un ragazzo sicuro che crede nei suoi mezzi».

«Se posso tornare indietro con gli anni – prosegue – serbo un ottimo ricordo di Olivier Anken, del Bienne, e del mitico Alfio Molina, forse il primo portiere svizzero ad aver avuto un’offerta dall’America».

E le stelle del futuro? «Penso che nei prossimi anni sentiremo molto parlare di alcuni giovani di talento. Tra questi Damiano Ciaccio, portiere 20enne di origine italiana attualmente a Friborgo, e Benjamin Conz, 17 enne del Ginevra-Servette».

swissinfo, Luigi Jorio

Alcuni allenatori hanno tentato mosse stravaganti per tentare di raddrizzare il risultato della partita.

Il 7 gennaio 1996, l’allenatore del Losanna Hockey club, Doug McKay, ha sostituito il portiere titolare Beat Kindler a tre riprese: la prima volta per 34 secondi, la seconda per 11 e la terza in modo definitivo.

Nella NHL nordamericana, il valzer dei portieri più singolare è stato proposto da Mike Keenan. Nel corso dei play off del 1987, quando era allenatore dei Philadelphia Flyer, ha richiamato il suo portiere in panchina a cinque riprese.

Figlio di un italiano emigrato in Canada, nasce il 4 aprile 1959 a Montreal, Quebec.

Esordio in NHL con i Boston Bruins nel 1979.

Gioca in squadre di NHL (Boston, Los Angeles Kings, Edmonton Oilers) e di AHL (American hockey league).

Giunge nel campionato svizzero, nell’Hockey club Ambri Piotta, nel 1985.

In seguito è allenatore dei portieri, di squadre giovanili ticinesi e commentatore televisivo.

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