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Borsa svizzera: chiude in ribasso, SMI -0,41%

(Keystone-ATS) La borsa svizzera chiude l’ultima seduta di settembre in ribasso. L’indice dei valori guida SMI ha terminato a 10’187,00 punti, in flessione dello 0,41% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso lo 0,27%, a 12’724,65 punti.

Il mercato ha faticato a trovare un indirizzo preciso, con gli investitori orientati alla cautela, visti i numerosi fattori di incertezza. L’esito non chiaro del dibattito elettorale di ieri fra il presidente americano Donald Trump e lo sfidante Joe Biden fa temere un forte periodo di volatilità sino all’appuntamento elettorale.

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Continuano anche a generare apprensioni i numeri dei contagi da coronavirus nei vari paesi. Sul fronte congiunturale i dati sul mercato del lavoro americano sono risultati migliori del previsto e anche l’arretramento del prodotto interno lordo Usa nel secondo trimestre – si trattava della terza stima – si è rivelato un po’ meno marcato di quanto temuto.

Per quanto riguarda i singoli titoli, in una giornata poco attraente in ambito aziendale, si sono messi in luce i bancari UBS (+1,73% a 10,30 franchi) e Credit Suisse (+1,90% a 9,24 franchi), che ultimamente hanno vissuto sedute poco entusiasmanti. Meno univoci si sono mostrati gli assicurativi Zurich (-0,22% a 320,70 franchi), Swiss Life (+0,46% a 348,50 franchi) e Swiss Re (-0,32% a 68,28 franchi).

Il sole splendeva oggi su Sika (+0,89% a 226,30 franchi), che grazie ai segnali interessanti mandati durante la giornata degli investitori è apparsa a lungo più ispirata di altri titoli particolarmente sensibili alla congiuntura quali ABB (-0,59% a 23,45 franchi), Geberit (+0,55% a 545,80 franchi) e LafargeHolcim (+0,48% a 44,99 franchi). Nel segmento del lusso Swatch (+0,42% a 214,90 franchi), ha convinto più di Richemont (-0,29% a 61,70 franchi).

Ha perso terreno nel finale listino Nestlé (-0,33% a 109,34 franchi), mentre fin da subito si sono defilati gli altri due pesi massimi difensivi, Roche (-1,58% a 315,15 franchi) – che insieme al partner americano Regeneron ha annunciato progressi in relazione a un preparato anti-Covid – e Novartis (-0,73% a 79,91 franchi).

Nel mercato allargato ha destato un certo interesse l’intenzione dei vertici di Julius Bär (+2,45% a 39,27 franchi) di tornare sul mercato statunitense, sebbene con l’occhio rivolto alla clientela sudamericana.

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