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Canapa: verso la depenalizzazione?

Fumare si potrà, ma non coltivare... Keystone

Ben presto in Svizzera dovrebbe essere possibile fumare uno spinello senza incorrere nei rigori della legge.

Con 6 voti contro 4, la commissione della salute pubblica del Consiglio degli Stati sostiene la depenalizzazione del consumo di canapa. La commissione ha proceduto solo a qualche modifica del progetto di revisione della legge sugli stupefacenti proposta dal governo.

Tuttavia, il dibattito al Consiglio degli Stati rischia d’essere animato, viste le reticenze di certi deputati, in particolare romandi, ha precisato martedì la presidente della commissione Christine Beerli (PLR/BE).

Principale ostacolo: la revisione prevede d’autorizzare il consumo, la produzione e il possesso di canapa e dei suoi derivati per uso personale. Ciò non significa – ha sottolineato la Beerli – che la commissione approvi il consumo di hascisc.

L’uso di canapa resta sconsigliato, ma questa droga «leggera» in nessun caso «provoca più danni dell’alcool o della sigaretta, al contrario», ha aggiunto la senatrice radicale. La legge prevede una prevenzione rafforzata, segnatamente attraverso campagne nazionali per far fronte agli abusi.

La commissione ha pure voluto accrescere la protezione dei giovani: ha deciso che le persone che consegnano droga a un minore di 18 anni saranno punite più severamente, con la prigione o la multa. Il governo proponeva il limite di 16 anni, ma la commissione ha introdotto una regola uguale a quella in vigore per gli alcolici, ha aggiunto la Beerli.

Produzione e vendita vietate

Nonostante la depenalizzazione del consumo di canapa, la commissione degli Stati ha mantenuto nella legge il divieto di coltivare e vendere canapa. Ha comunque autorizzato il Consiglio federale a prevedere eccezioni nell’ordinanza.

In questo senso, i coltivatori dovrebbero annunciare ogni piantagione e il suo tenore in THC (la sostanza attiva). I negozi dovrebbero rispettare regole severe come la vendita di quantità limitate e unicamente a persone con più di 18 anni e domiciliate in Svizzera. Numerosi negozi oggi autorizzati – ha aggiunto la Beerli- rischiano di dover chiudere i battenti.

Christine Beerli ha detto a titolo personale che l’ideale sarebbe l’introduzione di un sistema di licenze per il commercio e la produzione, sulla base di una tassazione. Ma questa soluzione è impossibile a causa delle convenzioni internazionali in materia di droga firmate dalla Svizzera.

Droghe «dure» al bando

Per quel che concerne le droghe «dure», la revisione mantiene il divieto totale. La commissione non ha voluto lasciare spazi di manovra al Consiglio federale, che avrebbe voluto chiudere un occhio sul consumo personale. In questo settore la commissione ha respinto ogni possibilità d’applicare il cosiddetto principio d’opportunità.

Christine Beerli ha ricordato che l’obiettivo della legge resta la lotta contro l’assuefazione. La politica dei quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione dei rischi, repressione) sarà ancorata nel testo di legge, così come la terapia controllata a base d’eroina. La revisione della legge sugli stupefacenti è stata accolta dalla commissione con 6 voti contro 3.

swissinfo e agenzie

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