
CICR, con escalation in Medio Oriente rischio crisi globale

Un'ulteriore escalation del conflitto in Medio Oriente rischierebbe di scatenare una crisi umanitaria incontrollata su scala globale.
(Keystone-ATS) Lo sostiene la presidente elvetica del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Mirjana Spoljaric Egger, in un’intervista rilasciata al Tages-Anzeiger.
“Sono estremamente preoccupata”, dice Spoljaric Egger alla testata zurighese. “Nella regione si stanno attualmente sovrapponendo in maniera rapida pericolosi conflitti devastanti”, aggiunge. “Non ci sono più parole per descrivere la situazione a Gaza. Quello che accade nella Striscia è un fallimento dell’umanità, al di là di ogni limite giuridicamente e moralmente accettabile. Il mondo guarda a Gaza e accetta una guerra senza limiti, in cui tutto è permesso. Un segnale terribile per i conflitti futuri”, dichiara Spoljaric Egger, a capo del CICR dal 2022.
Alla domanda se il Consiglio federale – e in particolare il “ministro” degli esteri Ignazio Cassis – stia facendo abbastanza per alleviare la situazione, la presidente rispande: “nessuno può tirarsi indietro. Tutti gli Stati hanno ratificato la Convenzione di Ginevra”. I colloqui che Spoljaric Egger intrattiene con i rappresentanti dei governi sono riservati, ma rivela che al tavolo della diplomazia è sempre molto diretta, anche con gli esponenti della Confederazione. “Ho un approccio diretto e costruttivo con il signor Cassis, quando lo cerco. Esorto tutti gli Stati a sfruttare appieno il loro potere politico ed economico affinché la situazione a Gaza si attenui”, afferma la 54enne con studi in filosofia, economia e diritto internazionale presso le università di Basilea e Ginevra.
Spoljaric Egger si è espressa in merito all’ingresso di nuovi attori che forniscono aiuto umanitario nella regione in sostituzione dell’organizzazione delle Nazioni Unite UNRWA. “Noi del CICR forniamo aiuti umanitari secondo criteri chiaramente definiti: indipendenza, imparzialità, neutralità e orientamento alle esigenze. Quello a cui assistiamo è una strumentalizzazione degli aiuti umanitari in tutti i sensi. Tutto ciò che viene permesso a Gaza si ripeterà in altri conflitti”, sostiene la presidente dell’associazione con sede a Ginevra.
Attualmente le organizzazioni impegnate nell’aiuto umanitario sono sottoposte a forti pressioni finanziarie soprattutto da parte dell’attuale amministrazione statunitense e molte di loro si trovano sull’orlo del collasso. L’anno scorso il CICR aveva annunciato 1’800 licenziamenti che hanno toccato impieghi sia presso la sede centrale che nelle varie delegazioni.
“Da tempo ci aspettavamo un risvolto simile, e non solo a causa delle scelte di Washington”, rivela Spoljaric Egger. “Ma anche per quelle prese in Europa e nella stessa Svizzera. In qualità di contribuente, capisco che si possa affermare che oltre 50 miliardi di euro all’anno per l’aiuto umanitario internazionale non sono più sostenibili”, aggiunge. Ma allora se vogliamo diminuire i costi la soluzione possibile resta una sola, conclude Spoljaric Egger: “Aumentare la pressione per promuovere iniziative di pace efficaci. Riducendo il numero dei conflitti, riduciamo i costi umanitari”.