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Come salvare le assicurazioni sociali

Pascal Couchepin non ha perso il sorriso tra i manifestanti contrari al suo pacchetto di risanamento del sistema sociale Keystone

Pensionamento a 66 anni dal 2015 e a 67 anni dal 2025. Riduzione delle rendite e aumento dell'IVA.

Il ministro dell’interno, Pascal Couchepin, ha presentato ufficialmente un pacchetto di misure per risanare le assicurazioni sociali. La sinistra e i sindacati insorgono.

Salutato per strada dai cori di protesta di un centinaio di persone, il presidente della Confederazione ha presentato ufficialmente le sue “visioni” per risanare il sistema previdenziale svizzero nel corso della sua tradizionale escursione con la stampa sulla penisola Saint-Pierre, in mezzo al Lago di Bienne.

“Giù le mani dall’AVS e dalle casse pensioni” hanno scandito i manifestanti, tra cui molti sindacalisti del Sindacato edilizia e industria. Le ricette di Pascal Couchepin per rimettere in sesto la situazione finanziaria delle assicurazioni sociali contemplano infatti pesanti sacrifici.

Per i sindacati e la sinistra politica, la cura da cavallo del ministro dell’interno rappresenta uno smantellamento inaccettabile del sistema sociale svizzero.

Età di pensionamento più alta

Tra le proposte destinate a sollevare maggiore opposizione vi è innanzitutto quella di aumentare l’età di pensionamento per uomini e donne a 66 anni, dal 2015, e a 67, dal 2025.

Una misura che, secondo i piani del consigliere federale, dovrebbe permettere di risolvere almeno un terzo dei problemi dell’Assicurazione per la vecchiaia e i supersiti (AVS) e delle casse pensioni.

Le spese per le assicurazioni sociali aumenteranno infatti sensibilmente fino al 2040, in seguito ad un’ormai nota curva demografica sfavorevole: in Svizzera vi saranno sempre meno persone attive che dovranno assumersi le prestazioni sociali di un numero crescente di anziani.

Per Couchepin l’aumento dell’età di pensionamento è legittima, tenendo conto del prolungamento della speranza di vita della popolazione e del miglioramento dello stato di salute delle persone pensionate.

In base ai suoi progetti, dovrebbero comunque venir introdotte alcune misure sociali di sostegno per permettere anche agli assicurati meno favoriti economicamente di ricorrere al pensionamento flessibile.

Aumento dei premi e tagli delle rendite

Con un’offensiva su tutti i fronti, il ministro dell’interno vuole inoltre autorizzare aumenti dei premi del secondo pilastro previdenziale, per salvaguardare il futuro delle casse pensioni.

Nel contempo dovrebbe venir ridotto dal 3,25 al 2% il tasso d’interesse minimo garantito dalla legge sui capitali a risparmio. Questa misura, considerata necessaria in seguito alle forti perdite subite dalle casse pensioni sui mercati finanziari, porterà ad una sensibile riduzione delle rendite.

Rendite che, sempre secondo il pacchetto Couchepin, verrebbero menomate anche da una riduzione del tasso di conversione degli averi di vecchiaia (secondo pilastro) e da una rinuncia all’indice misto applicato finora per compensare il rincaro (primo pilastro).

Provvedimenti di risanamento sono previsti anche per l’Assicurazione contro l’invalidità, fortemente deficitaria. Verrebbe introdotto un sistema di versamento scaglionato delle rendite nei primi anni.

Altre percentuali dell’IVA

Neppure queste misure, a detta del ministro dell’interno, basteranno ad arginare il deficit finanziario delle assicurazioni sociali. Couchepin giudica quindi necessario aumentare del 2,1 % l’Imposta sul valore aggiunto (IVA) fino al 2025 e del 3,6% verso il 2040.

Questi aumenti sono già in parte contenuti nel progetto di 11esima revisione dell’AVS, sottoposta all’approvazione del parlamento. Le nuove proposte del consigliere federale verranno parzialmente inserite nel quadro del dibattito sulla 12esima revisione dell’assicurazione statale.

Popolazione contraria

Secondo un sondaggio, pubblicato questo fine settimana dal SonntasgsBlick e da Dimanche.ch, la maggioranza degli svizzeri si oppone al pacchetto di misure avanzato da Pascal Couchepin.

In particolare, la popolazione si scaglia contro il progetto del presidente della Confederazione di aumentare l’età di pensionamento a 66 anni a partire dal 2015 e a 67 dal 2025: il 79 % delle persone interrogate sono contrarie.

Pure il progetto di adattare le rendite solamente al rincaro senza tener conto dell’evoluzione dei salari – con un conseguente abbassamento delle pensioni – non raccoglie i favori degli svizzeri: il 58 % degli intervistati sono contrari. I favorevoli costituiscono solo il 29 %.

Gli interpellati ammettono tuttavia maggiori sacrifici riguardo al secondo pilastro: per il 40 % della popolazione sarebbe giustificato il progetto di aumentare i contributi versati dai dipendenti e dai datori di lavoro, proposto mercoledì da Couchepin. Il 46 % non condivide invece questa proposta.

Autunno caldo per i sindacati

Come era inevitabile, reazioni particolarmente dure e combattive sono giunte dai rappresentanti delle federazioni dei lavoratori.

Secondo l’Unione sindacale svizzera (USS), il ministro dell’interno ha formulato queste proposte senza nemmeno leggere i risultati dello studio realizzato dal suo dipartimento e costato 1 milione di franchi.

Per Paul Rechsteiner, presidente dell’USS, le idee del ministro, appartenente al Partito liberale radicale, lanciano una «lotta di classe condotta dall’alto» e sono una «minaccia fondamentale» per lo Stato sociale svizzero.

Rechsteiner si è scagliato anche contro la proposta soppressione dell’indice misto, che prende in considerazione il rincaro e l’evoluzione dei salari. Se le camere accetterranno questa ipotesi, il lancio di un referendum è assicurato, ha affermato il sindacalista.

Il consigliere nazionale friburghese Hugo Fasel, presidente di Travailsuisse, va oltre e pensa già di indire scioperi se l’età di pensionamento sarà innalzata.

L’autunno rischia quindi di essere piuttosto “caldo” in Svizzera, in vista anche delle elezioni federali in programma a metà ottobre.

swissinfo e agenzie

Il sistema sociale svizzero è basato su tre pilastri:
assicurazione statale (vecchiaia, superstiti e invalidità) per tutti gli svizzeri,
previdenza professionale per le persone attive,
misure di risparmio individuali su basi facoltative.

Per risanare le assicurazioni sociali, il ministro dell’interno Pascal Couchepin vuole agire su tutti i fronti:

Aumento dell’età di pensionamento a 66 anni nel 2015 e a 67 anni entro il 2025.

Aumento autorizzato dei premi del secondo pilastro.

Riduzione dal 3,25 al 2% del tasso minimo d’interesse sugli averi della previdenza professionale e diminuzione dal 7,2 al 6,8% del tasso di conversione delle rendite.

Soppressione dell’indice misto per l’adeguamento delle rendite al costo della vita (rincaro + aumenti salariali).

Tra l’altro, anche le rendite dei pensionati rischiano di subire una diminuzione a medio termine.

Aumento di oltre il 3% dell’IVA.

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