Corea del Sud: divieto di viaggio per due ex presidenti ad interim

Le autorità sudcoreane hanno imposto divieti di viaggio all'estero a due ex presidenti ad interim nell'ambito di un'indagine sulla richiesta di legge marziale avanzata lo scorso 3 dicembre dall'ex presidente conservatore Yoon Suk-yeol.
(Keystone-ATS) Lo riferisce l’agenzia Yonhap, secondo cui “la polizia ha dichiarato il 27 maggio che all’ex premier Han Duck-soo e all’ex ministro delle finanze Choi Sang-mok è stato vietato di lasciare il paese, in quanto indagati” nel caso di insurrezione.
A dicembre, dopo il voto del parlamento per l’impeachment di Yoon, Han aveva assunto l’incarico di presidente ad interim, incarico poi passato a Choi a seguito dell’impeachment di Han e infine ritornato a Han quando quest’ultimo è stato reintegrato come presidente ad interim.
Han si è poi dimesso a inizio mese annunciando l’intenzione di candidarsi alle presidenziali, per poi fare un passo indietro. Lo stesso giorno Choi si è dimesso da ministro delle finanze, poco prima che l’Assemblea nazionale presentasse una mozione di impeachment contro di lui. Egli avrebbe dovuto assumere la carica di presidente ad interim dopo le dimissioni di Han. L’incarico è quindi stato assunto da Lee Ju-ho.
La misura sul divieto di viaggio, in vigore da metà maggio, è emersa a una settimana dal voto delle presidenziali che dovrà scegliere il successore di Yoon, e nel mezzo di una campagna dai toni particolarmente accesi tra le forze politiche.
Yoon, formalmente rimosso dall’incarico ad aprile dopo il via libera alla procedura di impeachment votata dal parlamento sudcoreano da parte della Corte costituzionale, è ora sotto processo per le accuse di insurrezione e abuso di potere per le oscure vicende legate alla dichiarazione di legge marziale, potendo diventare il terzo presidente della Corea del Sud ad essere dichiarato colpevole di insurrezione, dopo due leader militari in relazione al colpo di Stato del 1979. Per le accuse di insurrezione, l’ex potente procuratore nazionale potrebbe essere condannato all’ergastolo o alla pena di morte.