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Cuba: è morto Fidel Castro

Fidel Castro (foto d'archivio) Keystone/EPA/ALEJANDRO ERNESTO sda-ats

(Keystone-ATS) Poco dopo mezzanotte a Cuba Raul Castro annuncia in tv “Al popolo dell’isola, agli amici della Nostra America e al mondo che alle 22.29 del 25 novembre del 2016 è deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz”.

E conclude, trattenendo a stento le lacrime ,”Hasta la victoria siempre”.

La notizia fa subito il giro del mondo e l’Avana si avvolge nel lutto, ammutolita. Nel momento della sorpresa c’è spazio solo per le lacrime. ‘Hasta siempre comandante’, scrive il sito web ufficiale Cubadebate, in omaggio al lider maximo.

Il corpo di Fidel, l’uomo che ha segnato la storia di Cuba per quasi sessant’anni diventando un’icona della politica della sinistra radicale nel mondo intero, sarà cremato oggi stesso, sabato, come annunciato dal fratello-presidente Raul. I dettagli sui funerali verranno annunciati nelle prossime ore.

Se i media a L’Avana si impegnano a “difendere La ‘Revolucion’ che Castro ha costruito insieme ai poveri della sua terra”, per le strade di Little Havana a Miami si registrano invece scene di gioia e molti sono gli slogan che si levano contro “il dittatore”. Per gli anticastristi della comunità cubana statunitense è “la fine di un capitolo orribile”. “È morto un tiranno – esultano – e finalmente può cominciare una nuova era”.

Tra i primi leader mondiali a commentare la scomparsa di Castro ci sono i presidenti dell’America Latina, da Enrique Pena Nieto in Messico (“È morto un amico”) a Nicolas Maduro in Venezuela (“Fino alla vittoria, sempre”), fino a Rafael Correa in Ecuador (“Se ne è andato un grande”). “Con Fidel Castro si chiude una pagina grande e drammatica del Novecento. Vicini al popolo cubano che guarda al futuro”, è il tweet del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni.

La morte di Castro è diventata subito breaking news sui principali media internazionali. Se la stragrande maggioranza lo ricorda come il “padre della rivoluzione cubana”, si distingue l’americano Washington Post che lo definisce in apertura “un dittatore”.

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