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Corpi che parlano

Auguste Rodin: Il Pensatore (dettaglio della Porta dell'Inferno) 1880-1917 (Kunsthaus Zurigo)

Il Kunsthaus di Zurigo dedica un'esposizione retrospettiva all'opera di Auguste Rodin, l'artista francese che ha rivoluzionato la scultura del 19° secolo.

In mostra circa 160 bronzi, gessi e disegni – e tra essi capolavori come Il Bacio e Il Pensatore, ma anche opere esposte più raramente come La Terra e la Luna.

Nata inizialmente con l’intento di indagare i rapporti di Rodin con l’Inghilterra, la monumentale retrospettiva apertasi al Kunsthaus è il risultato di una stretta collaborazione con il Museo Rodin di Parigi e la Royal Academy of Arts di Londra, dove la mostra è stata presentata nei mesi scorsi.

La selezione delle opere esposte va da quelle risalenti all’inizio del 1880, fino alla realizzazione dei monumenti pubblici. Tra esse una raccolta di disegni e acquarelli che costituiscono una parte importante del confronto continuo di Rodin con il movimento e gli atteggiamenti del corpo umano.

“Vogliamo mostrare come Rodin ha concepito le sue figure – ci spiega Christoph Becker, direttore del Kunsthaus e curatore dell’allestimento zurighese – vogliamo illustrare poi come partendo dai piccoli modelli ha sviluppato le figure ingrandendole sempre più, talvolta però le ha anche rimpicciolite e trasformate. Visitando la nostra mostra si può abbracciare quasi con uno sguardo l’intera opera dell’artista, scoprendo però nel contempo molti dettagli.”

Sulle tracce del processo creativo

L’ambiente luminoso, dall’architettura aperta e moderna del Kunsthaus è un invito ad osservare l’opera di Rodin con sguardo libero. Ma la divisione tematica dello spazio, offre al visitatore anche la possibilità di ripercorrere nel dettaglio le tappe creative che hanno portato Rodin alla realizzazione di alcune grandi opere.

Apre il percorso un omaggio alle 2 muse ispiratrici che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’opera dello scultore: il portrait di Rose Beuret, compagna di tutta la vita e quello di Camille Claudel, il suo più grande amore, sono presentati in un’unica vetrina, uno accanto all’altro.

L’esposizione dà poi spazio al processo creativo di opere come la Porta dell’Inferno, I Borghesi di Calais e il monumento a Balzac, presentando un numero di sculture di grande formato e di calchi in gesso originali che permettono di illustrare fin nei dettagli la tecnica artistica adottata dallo scultore.

La Porta dell’Inferno

“Visto che la mostra doveva venire qui a Zurigo dove si trova un esemplare in bronzo della Porta – spiega Antoinette Le Normand-Romain, ex conservatrice del Museo Rodin di Parigi – abbiamo pensato fosse importante confrontarci con questa grande opera. Il nostro museo ha pertanto prestato un lavoro veramente eccezionale, cioè il grande frontone in gesso della porta.”

Il calco di gesso dell’opera a cui Rodin lavorò per tutta la vita, nella mostra è sistemato molto più in basso rispetto a quello della colata in bronzo che si trova di fronte all’entrata del Kunsthaus, rendendo visibili i particolari e permettendo così di apprezzarne molto di più le qualità.

Ispirata alla Divina Commedia di Dante, la Porta dell’Inferno voleva essere una grande allegoria della dannazione attraverso la rappresentazione del nudo. Per quest’opera rimasta incompiuta, l’artista creò 186 piccole figure, alcune delle quali riprodotte in diversi formati e realizzate come sculture autonome.

L’esempio più noto è quello del Pensatore, figura concepita per la Porta dove rappresenta Dante e più in generale il poeta, è stata presentata come opera autonoma ed è stata riprodotta innumerevoli volte.

I monumenti pubblici

Il Pensatore fu la prima scultura ad essere esposta in uno spazio pubblico. Gli fecero seguito I Borghesi di Calais, commissionata nel 1884 dall’omonima città per celebrare la resistenza opposta dai suoi cittadini agli invasori inglesi nel 14° secolo.

Rodin, che lavorò a quest’opera 10 anni, rappresentò i singoli cittadini laceri, tormentati e in ceppi. Centrale nel gruppo è la figura di Eustache de Saint-Pierre la cui attitudine di rassegnazione fu salutata dai contemporanei di Rodin come una forma di espressione assolutamente nuova e inedita.

Alcuni studi di nudi fatti per i Borghesi gli servirono anche per il monumento dedicato allo scrittore Balzac la cui realizzazione si è prolungata anche per quasi 10 anni ed ha richiesto centinaia di studi preparatori, di ripensamenti, di ricerca di nuovi modelli, di riflessioni sulla forma.

Uno scultore rivoluzionario

Quando le opere dell’artista furono presentate per la prima volta ad un ampio pubblico nel 1889 a Parigi, quest’ultimo fu sorpreso dal moto apparentemente tormentato con cui erano state trattate le superfici ma anche dalla frammentazione dei corpi e dall’assenza di un piedistallo.

“Rodin è stato il primo a percepire certi nuovi percorsi della scultura – sottolinea Antoinette Le Normand-Romain – ad esempio il ricorso a fatti accidentali, l’uso della figura parziale, la ripetizione, tutti procedimenti che sono stati poi molto usati nel corso del 20° secolo.”

“Ma ciò che colpisce è la capacità di Rodin di lasciar parlare direttamente i corpi: essi rappresentano il dolore, il piacere, la collera e non Giove o altri personaggi mitici. Ed è questo a rendere l’opera di Rodin comprensibile a tutti.”

swissinfo, Paola Beltrame, Zurigo

Frutto di una stretta collaborazione con il Museo Rodin di Parigi e la Royal Academy di Londra, la retrospettiva su Rodin rimarrà aperta al Kunsthaus di Zurigo fino al 13 maggio.

Quella offerta dal Kusthaus sarà l’ultima occasione di vedere, fuori sede, i gessi di grande formato. “Troppo fragili e sensibili – dichiara Christoph Becker – probabilmente non verranno più prestati.”

Nato a Parigi nel 1840, Rodin si forma all’Ecole National des Arts Decoratifs dove segue prima disegno e poi scultura. Nel 1864 inizia a lavorare nello studio di Louis Carrier-Belleuse con il quale eseguì le decorazioni per la borsa di Bruxelles.

Nel 1880 Rodin riceve l’incarico di realizzare una porta bronzea per il Museo des Arts Decoratifs (la Porta dell’Inferno). Anche se l’opera è rimasta incompiuta rappresenta la tappa più significativa della sua storia creativa.

L’assetto definitivo dei calchi della Porta, è il frutto di un montaggio realizzato negli ultimi anni di vita di Rodin e le 4 fusioni in bronzo di Parigi, Zurigo, Philadelphia e Tokyo sono postume. Lo scultore muore nel 1917.

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