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Klee e il Bauhaus

Paul Klee nel suo atelier di Weimar, 1922. ZPK/Schenkung fam. Klee/Felix Klee

Quando nel gennaio del 1921 viene chiamato come «Meister» alla scuola del Bauhaus a Weimar, in Germania, Klee è già un famoso artista dell'avanguardia.

Con il motto «arte e tecnologia: una nuova unità» la scuola doveva, secondo il suo fondatore Walter Gropius, formare un moderno ordine di artigiani.

Di ispirazione socialista, la scuola tendeva a «cancellare le barriere fra artigiani e artisti». Durante i primi anni del Bauhaus, un artista e un artigiano insegnavano in due corsi paralleli. Uno era responsabile del contenuto formale, l’altro di quello pratico, secondo l’idea che erano due metà di un tutto.

E’ in questo contesto che si inseriva l’artista Klee: insegnando prima rilegatura, e poi pittura su vetro e pittura murale. Il suo nuovo incarico lo spinse a fare chiarezza nella sua concezione torica della creazione artistica.

Prima di entrare a far parte del Bauhaus, le sue considerazioni su questo argomento erano state di natura privata. Apparivano nei suoi diari e nelle lettere inviate alla moglie Lily, pianista di talento, spesso in tournée e lontana da casa.

Un docente coscienzioso

Intervistato da swissinfo, l’accademico Wolfgang Thöner, della Fondazione Bauhaus di Dessau, spiega come Klee fosse un docente coscienzioso.

«Preparava le sue lezioni nei minimi dettagli, forse come nessun altro artista del Bauhaus». Le reazioni degli studenti ai suoi insegnamenti erano tuttavia contrastanti.

Su una cosa gli studiosi di Klee sono d’accordo: le sue lezioni erano intellettualmente onerose. Alcuni studenti non riuscivano ad afferrarne il senso, mentre altri si divertivano e riuscivano a ricavarne molto.

Un’altra caratteristica dell’impostazione didattica di Klee consisteva nel sottolineare che il suo stile non era l’unico.

Sistematico

Le teorie che sviluppò in questo periodo, diventano evidenti nel suo lavoro. «Aveva una consapevolezza dinamica della forma e sviluppava sistematicamente delle sagome che si possono notare nei suoi quadri cosiddetti quadratici», sostiene Thöner.

Esistono tuttavia altre testimonianze secondo le quali Klee non prese seriamente i suoi impegni scolastici: a volte non si presentava in classe per la lezione, senza preoccuparsi di avvertire gli studenti o i colleghi, e le richieste del Bauhaus perché facesse ritorno a Dessau cadevano nel vuoto.

L’atteggiamento di Klee rispetto a queste pressioni emerge in una sua risposta:
«Prima di tutto io sono un artista al lavoro».

Vita da borghese

Gli anni di Dessau permisero a Klee e alla sua famiglia di godere di agi di tipo borghese. Un buon stipendio, un lavoro rispettabile e una grande casa con uno studio spazioso, progettato da Gropius.

«Klee aveva sempre desiderato una vita borghese e a Dessau aveva raggiunto l’apice», sottolinea Thöner.

Klee era orgoglioso del titolo di docente che aveva al Bauhaus e dei privilegi ad esso associati. Quando il Bauhaus attraversò un periodo di difficoltà finanziarie alla fine degli anni venti, Gropius propose a Klee un taglio di stipendio, ma lui rifiutò decisamente. Ci fu un momento in cui era il docente più pagato.

«Naturalmente questa era una contraddizione. Era l’artista d’avanguardia e un po’ inafferrabile, ma ricercava il riconoscimento borghese», continua Thöner. Secondo lo studioso, Klee era contento della sua vita a Dessau e avrebbe volentieri passato lì il resto dei suoi giorni.

La rottura

Alcune crepe cominciavano però a mostrarsi in quel paradiso. Per Klee era sempre più difficile conciliare i suoi ideali artistici con quelli del Bauhaus.

In una lettera a Lily nel 1928 scrive: « Le richieste che vengono da dentro e da fuori sono così grandi che perdo la cognizione del tempo…la mia cattiva coscienza mi perseguita».

Klee decise dunque di lasciare Dessau e l’Accademia di belle arti di Düsseldorf gli offrì un posto nel 1930. Un anno dopo accettò la nuova posizione. La famiglia, che lasciò a Dessau, avrebbe dovuto raggiungerlo nel 1933, non appena stabilitosi in un appartamento appropriato. Ma gli eventi storici presero il sopravvento.

Nel ’33 i nazisti salirono al potere in Germania e misero Klee sulla lista nera del regime: non gradivano l’artista moderno con simpatie per la sinistra.

Solo pochi giorni prima del trasferimento della famiglia, Klee venne licenziato dall’accademia con effetto immediato. Il nuovo direttore era un fervido sostenitore del nazionalsocialismo.

Nel dicembre del 1933 i Klee lasciarono quindi la Germania nazista, dove per loro non c’era più futuro, e fecero ritorno in Svizzera.

swissinfo Faryal Mirza
traduzione, Raffaella Rossello

1921: Klee diventa docente al Bauhaus di Weimar, con la qualifica di «Maestro».

1926: il Bauhaus si trasferisce da Weimar a Dessau, dopo che il governo della Turingia ne aveva tagliato i fondi.

1926: la famiglia Klee si trasferisce nella «Meisterhaus», il loro vicino era il pittore di origine russa Wassily Kandinsky.

1930: l’Accademia di belle arti di Düsseldorf offre a Klee una posizione, che lui accetta.

1933: la famiglia Klee ritorna in Svizzera.

Walter Gropius chiamò la scuola d’arte e d’architettura da lui fondata “Bauhaus” (1919-1933) nel ricordo della corporazione edile medievale.

“Tutti noi architetti, scultori, pittori dobbiamo rivolgerci al mestiere. Non c’è alcuna differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano…”, scriveva Gropius nel manifesto programmatico.

Il Bauhaus ebbe tre sedi: prima Weimar, poi Dessau e Berlino.

Il suo declino fu dovuto alla repressione nazista in Germania.

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