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Da maggio alcolici vietati ai minori di 16 anni

La politica di prevenzione dell'alcolismo prevede misure specifiche di salvaguardia dei giovani. www.stud.enst.fr

Da maggio, ai giovani sotto i 16 anni non potranno più essere venduti né birra né vino. Lo ha reso noto mercoledì il Consiglio federale.

La decisione del governo rientra nell’ambito della revisione del diritto in materia di derrate alimentari adottata mercoledì dal Consiglio federale nella sua settimanale seduta. Essa contempla, tra l’altro, anche una maggiore trasparenza per quanto attiene all’indicazione degli additivi contenuti negli alimenti, di cui si dovrà conoscere non solo la quantità ma anche se sono particolarmente allergici. Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore a maggio, sono eurocompatibili.

Diciture chiare per gli alcopop

Oltre alla birra e al vino, ad essere proscritti ai giovani sono anche il sidro, vino di frutti e bacche. Per quanto riguarda gli alcopop rimarrà in vigore il limite dei diciotto anni. Visto che tali bevande dolci sono facilmente confondibili con altre bibite simili, le nuove disposizioni prevedono che gli imballaggi indichino chiaramente che si tratta di bevande contenenti alcool.

Tra le altre misure protettive inserite nell’ordinanza, è previsto che i punti di vendita delle bibite alcoliche vengano chiaramente separate. Inoltre, cartelli posti bene in vista dovranno avvertire i clienti delle limitazioni poste alla vendita. Le norme prevedono il divieto assoluto di pubblicità che possa incitare i giovani a consumare alcolici.

Novità mondiale sugli allergenici

Tra le novità decise dall’esecutivo – tra l’altro una prima mondiale – figura anche l’indicazione nelle etichette della presenza dei dieci allergenici più importanti,ossia vari cereali, nonché latte,uova, pesce, crostacei, soia, noci e nocciole, arachidi, sesamo e sedano. Altri alimenti potenzialmente allergenici dovranno figurare tra gli ingredienti a patto che la loro concentrazione superi 1 grammo per chilo, un limite al di sopra del quale tali sostanze possono causare reazioni immunologiche violente.

In maniera più generale, per quanto attiene a tutti gli altri prodotti, le etichette dovranno indicare la quantità di ogni ingrediente presente nella merce venduta: non saranno più ammmesse generalizzazioni del tipo «Yogurt alle fragole» o «Yogurt fragole» senza indicare la percentuale sulla massa di ogni ingrediente.

Norme anti-abusi

Per evitare che i consumatori vengano ingannati, sono state elaborate tutta una serie di norme che dovrebbero impedire abusi. Ciò vale per il settore della tecnologia genetica. Un alimento potrà recare la menzione «ottenuto senza ricorso alla tecnologia genetica» allorché il produttore dimostri che nel corso dellalavorazione non sono stati impiegati organismi modificati geneticamente.

Novità sono state introdotte anche nella commercializzazione di prodotti a base di carne. In futuro le etichette dovranno indicare se la carne potrà essere consumata cruda o solo cotta, oppure indicare la percentuale di carne presente in un prodotto. Prodotti esteri affumicati, conditi, marinati o impanati in Svizzera non potranno più essere spacciati come «prodotti svizzeri». Tuttavia etichette come «carne secca dei Grigioni» o «del Ticino» rimarranno quali denominazioni specifiche.

Tra le novità previste figura anche il divieto del taglio di vini svizzeri con denominazione di origine controllata con vini esteri. Ciò vale anche per i vini esteri Doc importati.

Additivi e conservanti

Novità sono previste per quanto attiene ai nitrati presenti nei legumi e nell’insalata. Le norme finora in vigore sono state allentate mediante la soppressione di un valore massimo. Fissati 20 anni fa, tali limiti erano stati spinti verso l’alto poiché all’epoca si temeva che i nitrati potessero aumentare il rischio di tumore. Nuovi studi hanno dimostrato che i timori erano esagerati.

Nella nuova ordinanza sugli additivi, il Consiglio federale ne ha autorizzatio 56 nuovi e proibiti altri 37. Tra quelli permessivi sono i conservanti Natamicina e Nisina: nonostante l’azione antibiotica espletata, non si è riuscito a provare scientificamente che essi causino uno sviluppo di resistenze negli organismi. Si tratta di sostanze ammesse dalla legislazione dell’Unione europea.

swissinfo e agenzie

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