Discutetene con noi!
Il diritto di voto degli svizzeri all'estero fa dibattito su Twitter. La discussione è partita da un tweet di Claudio Kuster, collaboratore personale del senatore Thomas Minder (indipendente, Sciaffusa) che sentenziava: "gli svizzeri all'estero non dovrebbero avere diritto di voto". Che ne dite?
Non è peraltro la prima volta che il diritto di voto per gli svizzeri all’estero è rimesso in discussione. In tempi recenti è successo nel 2015, quando la Quinta Svizzera ha fatto pendere la bilancia in una votazione. E ciò in una questione in cui gli svizzeri all’estero non sono direttamente interessati: la revisione della Legge sulla radiotelevisione (LRTVCollegamento esterno).
Allora Florian Schwab (giornalista del settimanale svizzero tedesco Weltwoche) aveva twittato: “Non è accettabile che svizzeri all’estero impongano una nuova tassa ai cittadini che risiedono qui. Necessità urgente di riforma!”
Es kann nicht sein, dass Auslandschweizer den hier wohnhaften Bürgern eine neue Steuer aufs Auge drücken. Dringender Reformbedarf!
— Florian Schwab (@FlorianSchwab) 14. Juni 2015Collegamento esterno
Dopo la votazione di domenica scorsa, 12 febbraio, sul microblogging la discussione è stata rilanciata. Questa volta a polemizzare è Claudio Kuster, che ha preso spunto da un articolo di swissinfo.ch. A suo avviso, gli svizzeri all’estero non dovrebbero avere il diritto di voto, non fosse altro per il fatto che non sono raggiunti da informazioni e campagne:
#AuslandschweizerCollegamento esterno sollten kein Stimmrecht haben – nur schon, weil man sie mit Infos und Kampagnen kaum erreicht:https://t.co/QjS9d6nnCZCollegamento esterno
— Claudio Kuster (@cloudista) 15. Februar 2017Collegamento esterno
Potrebbero informarsi, ma…
Il politologo Sandro Lüscher, obietta a Kuster che gli svizzeri avrebbero la possibilità di informarsi. Il punto è però: “lo fanno?”
@cloudistaCollegamento esterno Informieren könnten sie sich ja. Doch tun sie es auch?
— Sandro Lüscher (@sandroluescher) 15. Februar 2017Collegamento esterno
Quale altro disciplinamento sarebbe sensato?
Claudio Kuster rincara la sua ostilità al diritto di voto degli svizzeri all’estero, affermando che con esso sono violati anche il principio della territorialità e di conseguenza quello di “una persona = un voto”.
Il deputato verde liberale della città di Zurigo Sven Sobernheim suggerisce di prendere esempio dal regolamento della Germania in materia di diritti di voto per i cittadini all’estero.
@cloudistaCollegamento esterno Ich finde die Regelung von Deutschland noch sinnvoll https://t.co/nt0aHu4LnzCollegamento esterno @sandroluescherCollegamento esterno
— Sven Sobernheim (@sven_zurich) 15. Februar 2017Collegamento esterno
Chi è davvero interessato dalle votazioni?
La deputata nazionale socialista Min Li Marti ritiene che il problema sia che la decisione non tocca gli svizzeri all’estero. Al contrario degli stranieri che vivono in Svizzera.
@cloudistaCollegamento esterno @metamythosCollegamento esterno Finde das Problem eher, dass Entscheide sie nicht betreffen. Im Gegensatz zu Ausländern, die in der Schweiz wohnen.
— Min Li Marti (@minlimarti) 16. Februar 2017Collegamento esterno
Voi cosa ne pensate? Inviateci le vostre opinioni nei commenti.
Le osservazioni o prese di posizione più interessanti saranno citati dalla redazione in un prossimo articolo su questo tema.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.