Calcio, per la nazionale rossocrociata iniziata l’era Trossero
Con uno stage di tre giorni ad Yverdon, conclusosi mercoledì, l'argentino Enzo Trossero ha iniziato ufficialmente il suo mandato di allenatore della nazionale svizzera di calcio. Il primo appuntamento sarà a metà agosto l'amichevole con la Grecia.
Un compito, quello che attende l’ex allenatore di Sion e Lugano, non certo facile dopo i mille problemi che hanno caratterizzato il cammino della selezione rossocrociata nell’ultimo quinquennio, passata dalle eccellenti prestazioni dell’era Hodgson a quelle estremamente deludenti dei suoi successori, l’ultimo dei quali – Gilbert Gress – oltre ad aver gettato al vento la più ghiotta delle occasioni per qualificarsi ad un campionato europeo (congiunzioni favorevoli come quelle che ha trovato sul suo cammino la Svizzera durante la fase qualificativa di Euro’2000 difficilmente si ripresenteranno…) ha letteralmente spaccato lo spogliatoio creando tra l’opinione pubblica ma, soprattutto tra i calciatori, una grande sfiducia nei confronti della nazionale.
E’ dunque un lavoro d’ordine psicologico prima ancora che tecnico-tattico quello che il nuovo selezionatore è chiamato a compiere. E che l’argentino ha iniziato a svolgere nel migliore dei modi, riallacciando i contatti con elementi che in precedenza avevano considerato “chiuso” il loro rapporto con la nazionale (primo tra tutti l’attaccante ticinese attualmente in forza al Brescia Kubilay Turkyilmaz) e cercando, in questo primo ritiro (disertato, va detto, da molte “stelle” del calcio nazionale tra le quali Sforza, Di Jorio, Sesa, Henchoz, Vögel, tutti trattenuti dai loro club) di insistere su quel concetto di “gruppo” che era stato alla base dei successi ottenuti da Hodgson e che negli ultimi anni si era perso.
“Voglio creare un gruppo di amici”, sono state le prime dichiarazioni del tecnico, “ed instaurare un rapporto di fiducia e dialogo indispensabili se si vogliono raggiungere dei risultati”. Che, nella fattispecie sono identificabili in un posto nella prossima fase finale dei campionati del mondo, in programma nel 2002 in Corea e Giappone e che la Svizzera dovrà conquistare all’interno di un girone comprendente Russia, Jugoslavia, Slovenia, Lussemburgo e Isole FärOër: compito non certo facile ma che non spaventa più di tanto né il tecnico – grande teorico di un gioco utilitaristico e teso a badare più alla sostanza che alla forma – né i giocatori che, sin dal primo contatto, hanno dimostrato subito un buon “feeling” con le sue filosofie.
Ora, bisognerà attendere le prime verifiche sul campo: il 16 agosto a San Gallo dove la Svizzera affronterà in amichevole la Grecia e, soprattutto, il 2 settembre in occasione del debutto di fuoco nelle qualificazioni mondiali contro la Russia.
Mauro Rossi
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