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In perdita l’azione ABB per il mancato accordo

ABB e molti analisti sono sorpresi dal verdetto negativo della corte americana Keystone

L’azione del gruppo elvetico-svedese ha perso più dell’11%, dopo che negli Stati Uniti è stata bocciata la sua proposta di risarcimento per le vittime dell’amianto.

Un duro colpo per la compagnia, che con l’offerta di 1,2 miliardi di dollari (1,4 miliardi di franchi), sperava di metter fine al contenzioso che dura da anni.

Venerdì l’azione del gruppo tecnologico perdeva l’11,25% all’apertura del mercato svizzero. Negli Stati Uniti aveva lasciato sul terreno l’11,7% alla chiusura, giovedì sera.

In precedenza l’intesa extragiudiziale da 1,2 miliardi di dollari era stata approvata con successo da due istanze e una gran parte dei querelanti l’aveva accettata.

Ora il tribunale del lavoro di Filadelfia ha rimandato il caso a un’istanza inferiore, una corte distrettuale per essere rinegoziato.

Il portavoce del gruppo, Thomas Schmidt, ha indicato che ABB è sorpresa e delusa dalla decisione. La società rimane tuttavia ottimista riguardo alla possibilità di trovare presto una soluzione.

Il responso negativo dei giudici americani ha due conseguenze per ABB: da una parte il procedimento, che è tuttora una spada di Damocle che rischia di abbattersi sul gruppo e sul corso della sua azione, rischia di durare ancora più a lungo.

Dall’altra, alla risoluzione della vicenda «amianto» è legata anche la vendita di alcuni comparti della divisione «petrolio, gas e petrolchimica» (OGP).

Un problema ereditato da un’altra società

ABB ha ereditato il problema dell’amianto nel 1990, quando la società decise di acquistare Combustion Engineering.

Negli anni 60 e 70 quest’ultima società utilizzava dell’asbesto per la fabbricazione di caldaie. L’esposizione a tale sostanza può generare il cancro, anche a vent’anni di distanza.

Benché l’azienda americana abbia venduto tutte le sue attività, essa è responsabile per quanto accaduto in precedenza. La società è stata posta in moratoria concordataria in base al capitolo 11 della legge americana sui fallimenti.

Un duro colpo

“È un duro colpo per ABB”, ha commentato l’analista Claude Zehnder, della Banca cantonale di Zurigo. Molti esperti di mercato si aspettavano infatti una decisione favorevole ad ABB.

Nonostante una serie di drastiche ristrutturazioni, il gruppo elvetico-svedese si era ritrovato tra il 2002 e il 2003 ai bordi del fallimento.

L’indebitamento era salito ad oltre 8 miliardi di dollari, in seguito ad una campagna di aquisizioni a livello internazionale in diversi nuovi settori di attività.

Oltre ad un contesto economico mondiale difficile, negli ultimi anni il futuro di ABB era stato minacciato proprio dalla vertenza sull’amianto negli Stati Uniti.

swissinfo e agenzie

Più di 100’000 persone hanno querelato l’ABB per i danni alla salute provocati dall’amianto.
ABB ha proposto un risarcimento complessivo extragiudiziale di 1,4 miliardi di franchi.
La maggior parte dei querelanti aveva approvato la proposta di risarcimento di ABB, ma una minoranza di loro e le compagnie d’assicurazione avevano fatto ricorso alla corte d’appello.

Una corte d’appello statunitense ha respinto la proposta di accordo extragiudiziale di ABB (1,2 miliardi di dollari, pari a circa 1,4 miliardi di franchi) sui contenziosi sull’amianto.

Secondo il gruppo elvetico-svedese si troverà però presto un accordo, senza grossi costi supplementari.

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