
Draghi si avvicina a quantitative easing, euro a minimi giugno 2010
(Keystone-ATS) È iniziato il conto alla rovescia per il lancio del “quantitative easing” da parte della Banca centrale europea (Bce), dopo che il presidente Mario Draghi ha avvertito che è aumentato il rischio che Francoforte non riesca a rispettare il proprio mandato, ossia mantenere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona.
“Il rischio di non rispettare il nostro mandato sulla stabilità dei prezzi è più alto di 6 mesi fa”, ha affermato Draghi in un’intervista al quotidiano tedesco “Handelsblatt”, rivolgendosi così proprio a quella Germania che si oppone al “quantitative easing”, ossia l’acquisto su larga scala di titoli di Stato per far risalire l’inflazione nell’Eurozona, perché sarebbe un “incentivo” per alcuni paesi a non proseguire con le riforme strutturali, sostiene Berlino.
Davanti ai crescenti timori su un’ormai imminente deflazione, il numero uno della Bce ha spiegato che “il rischio, pur essendo limitato, non può essere escluso” e quindi “dobbiamo agire contro tale rischio”, confermando che Francoforte ha in corso “preparativi tecnici per modificare la dimensione, la velocità e la composizione delle nostre misure a inizio 2015, se necessario, per reagire a un periodo troppo lungo di bassa inflazione”. Su questo punto, ha sottolineato Draghi, “c’è unanimità all’interno del consiglio direttivo della Bce”.
L’inflazione nell’Eurozona a novembre è calata allo 0,3% dopo lo 0,4% di ottobre, e dunque ben distante dall’obiettivo della Bce di tenerla sotto ma vicino al 2%. Per la prossima settimana sono attesi i dati sull’inflazione di dicembre, mentre la prossima riunione della Bce è in programma il 22 gennaio.
Le dichiarazioni dell’ex governatore di Bankitalia hanno spinto ulteriormente al ribasso l’euro e i tassi dei titoli di Stato a 10 anni di Italia e Spagna, che hanno aggiornato i minimi storici.
Più limitato l’effetto Draghi sulle Borse europee che chiudono contrastate. Positive Milano (+0,62%) e Madrid (+0,69%), negative Londra (-0,28%), Francoforte (-0,42%) e Parigi (-0,48%). I listini europei hanno frenato dopo la diffusione dell’indice Pmi sull’attività manifatturiera nell’Eurozona, sceso a dicembre a 50,6 punti mentre l’attesa era per un dato stabile a 50,8 di novembre. Male l’Italia, con l’indice in flessione a 48,4 contro stime per un rialzo a 49,5 punti: è il dato peggiore da maggio 2013.