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Come prevenire un nuovo gruppo Wagner

la foto diu Yevgeny Prigozhin tra due mazzi di fiori su una sorta di altarino posto sul marciapiede
Un monumento commemorativo informale del fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, a San Pietroburgo. Copyright 2023 The Associated Press. All Rights Reserved

Yevgeny Prigozhin, la cui morte è stata confermata, e il suo gruppo di mercenari Wagner sono stati accusati di crimini di guerra e di aver reclutato prigionieri russi per combattere in Ucraina. La Svizzera è tra i Paesi che guidano iniziative internazionali per regolamentare questi gruppi. Ne parliamo con un esperto.

L’industria delle società militari di sicurezza private sta crescendo in modo esponenziale e questi servizi stanno rimpiazzando le forze militari sui campi di battaglia. Cosa si sta facendo per regolamentarle?

“Con l’uscita di scena di Prigozhin, potrebbe essere la fine delle attività di Wagner in Ucraina e in Russia.”

Jean-Michel Rousseau, Centro di Ginevra per la governance del settore della sicurezza

“Si ha l’impressione che non si stia facendo nulla, ma non è vero”, afferma Jean-Michel Rousseau del DCAF, il Centro di Ginevra per la governance del settore della sicurezza, che fornisce supporto e competenze alle iniziative che promuovono pratiche di buongoverno nel settore della sicurezza. “Ci sono già delle norme in vigore. Non sono vincolanti, ma se venissero adeguatamente applicate a livello nazionale, avremmo già ora un settore [delle società militari e di sicurezza privata] più rispettoso dei diritti umani”, sottolinea.

Secondo Rousseau, la discussione su Prigozhin e Wagner dovrebbe servire a riflettere su come rafforzare l’attuazione delle norme.

Prigozhin è morto il 23 agosto in un incidente aereo in Russia, insieme al suo braccio destro Dmitry Utkin. Lo ha confermato la commissione d’inchiesta russa sull’incidente dopo aver effettuato il test del DNA. Mosca respinge le accuse di aver abbattuto l’aereo.

Svariati compiti

La Ginevra internazionale e la Svizzera hanno svolto un ruolo di primo piano nel promuovere iniziative non vincolanti sulle società di sicurezza private.

“Quest’anno ricorrono i 15 anni del Documento di MontreuxCollegamento esterno, che è un testo internazionale sulla responsabilità degli Stati di regolamentare le società militari e di sicurezza private”, spiega Rousseau. “Sono anche i dieci anni dell’ICoCA, l’associazione che vigila sull’attuazione del Codice di condotta internazionaleCollegamento esterno che si applica a queste aziende”.

Rousseau sottolinea che il settore della sicurezza militare privata è molto vario. Si tende a pensare a gruppi noti come Wagner, Blackwater o Executive Outcomes, ma le attività comprendono diversi compiti, a partire “dalla difesa della stazione ferroviaria di Ginevra”, dice l’esperto. Queste aziende possono dare un utile contributo alla sicurezza, a patto che siano adeguatamente regolamentate per prevenire gli abusi, monitorate e ritenute responsabili delle loro azioni.

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logo del gruppo wagner

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L’influenza di Wagner in Africa

Alla domanda su cosa succederà al gruppo Wagner dopo la morte di Prigozhin, Rousseau risponde che bisogna distinguere tra le sue attività in Russia e in Ucraina e quelle negli Stati fragili dell’Africa.

“In Russia e in Ucraina, Wagner è stato molto coinvolto e incorporato nelle forze armate e di sicurezza dello Stato russo e fa parte del gioco di potere. Con l’uscita di scena di Prigozhin, potrebbe essere la fine delle attività di Wagner in quei Paesi”, afferma.

“Penso che la situazione potrebbe essere diversa in Africa, dove Wagner ha operato davvero come un attore commerciale. C’è domanda per i servizi di Wagner e le élite locali sono disposte a pagare con il denaro pubblico o con altri mezzi. Non vedo un altro fornitore di sicurezza che possa subentrare, almeno nel breve periodo, e offrire lo stesso tipo di servizi ai Paesi, soprattutto in Africa”, afferma Rousseau.

Wagner è noto per la sua presenza significativa in Stati fragili come la Repubblica Centrafricana, dove è stato accusato di saccheggio delle risorse minerarie e di abusi contro la popolazione civile. È presente anche in Mali e in Burkina Faso, teatro nel recente passato di colpi di Stato militari. In seguito al colpo di Stato del 26 luglio in Niger, alcuni manifestanti favorevoli al rovesciamento hanno apertamente invocato l’arrivo di Wagner nel Paese. Ciò è visto come parte del crescente sentimento antioccidentale in alcune parti dell’Africa, che la Russia è desiderosa di sfruttare.

In effetti, Prigozhin, in un video diffuso sui social media poco prima della sua morte, è apparso su uno sfondo desertico, lasciando intendere che si trovasse in Africa. Ha parlato di rendere la Russia più grande in tutti i continenti e l’Africa più “libera”.

“Penso che, soprattutto nei Paesi fragili, dove vediamo operare gruppi come Wagner, non ci siano le capacità per regolamentarli, sorvegliarli e ritenerli responsabili”, afferma Rousseau. “La discussione su Prigozhin e Wagner dovrebbe fungere da catalizzatore. Wagner ha sfruttato le lacune del sistema per portare avanti le sue attività e, se vogliamo evitare che sorga un nuovo gruppo Wagner, queste lacune devono essere colmate”.

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Il ruolo della Svizzera

Rousseau spiega che la Svizzera è tra i principali Paesi per lo sviluppo di una migliore regolamentazione. Della questione si discute in seno alle Nazioni Unite a Ginevra, sia attraverso un gruppo di lavoro intergovernativo sia attraverso un gruppo di esperti e di esperte sui mercenari.

Il Governo svizzero, inoltre, è stato uno dei più attivi in questo campo, aggiunge. Ha guidato lo sviluppo del Documento di Montreux, insieme al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), con sede a Ginevra, e ha condotto la creazione del codice di condotta internazionale delle società di sicurezza private dell’ICoCA. La Svizzera ha anche riformato la propria legislazione per garantire che le società elvetiche di sicurezza privata rispettino i diritti umani e il diritto umanitario internazionale quando operano all’estero.

“È quindi un mix tra la Ginevra internazionale e le priorità della politica estera svizzera a far sì che questa discussione si svolga proprio qui a Ginevra”, afferma Rousseau.

A cura di Virginie Mangin

Traduzione di Luigi Jorio

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