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Di nuovo utili per il Credit Suisse

La grande banca elvetica ha superato le attese degli analisti, conseguendo un utile netto di 1,6 miliardi di franchi nel secondo trimestre 2010. Sull'arco dei primi sei mesi dell'anno, il Credit Suisse ha realizzato un utile di 3,7 miliardi, con una redditività dei fondi propri del 20,1%.

In confronto al secondo trimestre 2009, l’utile è progredito dell’1%. Pur essendo in calo del 22% rispetto ai primi tre mesi del 2010, questo risultato, tenuto conto del contesto difficile per il settore bancario, rappresenta “una performance”, rileva il Ceo del Credit Suisse (CS) Brady Dougan, in una nota diramata giovedì mattina.

Le tre principali divisioni del numero due bancario elvetico hanno registrato una flessione. Tuttavia, Dougan evidenzia ” il continuo forte afflusso netto di nuovi capitali registrato nel Private Banking e l’espansione della nostra quota di mercato, in particolare nell’Investment Banking e negli affari con la clientela istituzionale svizzera”: elementi che secondo il Ceo del CS, “riflettono la forza del nostro portafoglio”.

Nei dettagli delle tre divisioni principali, nel secondo trimestre 2010, il Private Banking, di cui fanno parte le attività globali di Wealth Management Clients e in Svizzera di Corporate & Institutional Clients, ha registrato un utile ante imposte di 874 milioni, in calo del 7% rispetto al pari periodo del 2009. In confronto ai primi tre mesi del 2010, la flessione è del 2%.

L’utile ante imposte della divisione Banking si è attestato a 784 milioni di franchi, ossia meno della metà sia del secondo trimestre 2009 (-53%) sia del primo trimestre 2010 (-56%).

La divisione Asset Management ha realizzato un utile ante imposte di 22 milioni di franchi, contro i 55 milioni dello stesso trimestre del 2009 e i 166 milioni del primo trimestre 2010.

Nel comunicato la grande banca evidenzia la solidità della propria base patrimoniale. “Alla fine del secondo trimestre 2010 il tier 1 ratio era pari al 16,3% contro il 15,5% alla fine del secondo trimestre 2009 e il 16,4% alla fine dello scorso trimestre”, puntualizza.

L’istituto spiega quindi che la strategia di mantenere e rafforzare la propria “solida posizione di liquidità” tramite “il finanziamento sul mercato aperto” ha comportato “sostanziosi costi aggiuntivo”. Una strategia che si è però rivelata pagante poiché “questo assetto ha messo la banca nelle migliori condizioni per adottare le nuove norme quantitative e qualitative annunciate dall’autorità di vigilanza svizzera FINMA ed entrate in vigore alla fine del secondo trimestre 2010”.

swissinfo.ch e agenzie

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