L’India si aggrappa al tessuto delle PMI
Analisi e speranze sul finire dell'anno. Mentre il vento della crisi si fa sentire nel mondo, swissinfo raccoglie le testimonianze degli svizzeri ai quattro angoli della Terra.
Marc Treves vive in India, a Nuova Delhi, dove lavora come consulente immobiliare e organizzatore di eventi attraverso il mondo. E’ sposato e ha due figli. Intervista.
swissinfo: Ormai da tempo la crisi è su tutte le prime pagine dei giornali. Ci può dire che in che misura si cominciano a sentirne gli effetti nella regione in cui abita?
Marc Treves: In India si parla piuttosto di rallentamento della crescita che di crisi vera e propria. Qui le difficoltà toccano direttamente mestieri e settori a vocazione internazionale.
Si constata dunque un rallentamento generale nelle industrie di punta, ma i commerci tradizionali sono baciati da una domanda più o meno costante. Quel che è certo è che i nostri più grandi clienti internazionali sentono avvertono realmente le ripercussioni della crisi.
swissinfo: Lei lavora come organizzatori di eventi in tutto il mondo. Che cosa è cambiato nel suo universo professionale?
M.T.: L’annullamento di certi progetti previsti sull’arco del 2009. Una parte delle attività di marketing dove siamo i timonieri, resta sospesa nell’incertezza: né annullate, né differite, ma in attesa. Negli anni scorsi il nostro calendario era più o meno definito, ma ora se prendo la lista dei progetti per l’anno prossimo, è inesistente: una bella pagina bianca.
swissinfo: Questo scenario riguarda le sue attività internazionali. Ma per quanto concerne le sue attività in India?
M.T.: La situazione è diversa. I nostri clienti indiani ci chiedono consigli per attraversare questo periodo di rallentamento economico. Compiono forse degli sforzi e tagliano altrove, ma continuano a chiedere i nostri servizi. Ricordo che qui in India non siamo confrontati con una vera crisi. Anche se le previsioni di crescita sono state corrette al ribasso, si situano comunque, per l’anno prossimo, attorno al 7%. Insomma una buona prospettiva.
swissinfo: Nel 1998 lavorava a Mosca come consulente immobiliare, proprio nel momento in cui la Russia è stata colpita da una grande crisi…
M.T.: Si, infatti. È stata una crisi molto dura, partita dal Sudest asiatico, Malaysia, Thailandia, Corea del Sud. Ne discutevo proprio l’altro giorno con dei clienti tailandesi: per loro la crisi è il 1998. Quel che succede oggi, non è nulla.
Nel 1998 la Russia era un paese in piena ricostruzione post-sovietica, senza strumenti di controllo e senza esperienza per far fronte ad una crisi di così ampie proporzioni. Tutti coloro che avevano del denaro sui conti bancari – che fossero 1’000 o 50’000 dollari – hanno perso tutto. Anche io ho perso tutto quello che avevo depositato in banca. Ho distrutto la mia carta di credito. Non ho neppure avuto bisogno di chiudere il mio conto, poiché è stato chiuso dalla banca quando ha chiuso i battenti.
Eppure, da buon svizzero, avevo prestato attenzione, avevo cercato di scegliere accuratamente una banca che sembrasse solida, pulita, più trasparente delle altre. Ma non ha fatto nessuna differenza. Eravamo improvvisamente tornati ai tempi dello scambio di merci, come in epoca sovietica. Nel 1998 c’erano tremila banche, ora ne sono rimaste 180.
swissinfo: Non pensa che questo scenario possa riprodursi oggi?
M.T.: No. La disperazione esiste, ma è quotidiana e interessa la maggior parte della popolazione. Per queste persone la vita può diventare più difficile di quanto non lo sia già adesso. La crisi è vissuta soltanto dall’apice della piramide sociale.
swissinfo: Il celebre comico francese Coluche faceva, nello spettacolo “Il disoccupato”, la seguente affermazione: “Pare che la crisi rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Non vedo dove sia la crisi, è da quando sono piccolo che le cose vanno così”. Lei cosa pensa?
M.T.: Penso che sia vero, ma in India occorre sempre relativizzare le cose. Occorre ben tener presente che la ricchezza dell’India è garantita da un tessuto economico composto di imprenditori. Ci sono alcune grandi famiglie e grosse società come Tata, che tutti conoscono.
Ma il vasto tessuto economico indiano è composto da solide fibre costituite piccole e media imprese. Oggi è proprio questo fitto tessuto a dare stabilità al paese, poiché questi piccoli padroni hanno relativamente poche relazioni con ambienti internazionali.
swissinfo: E per i più poveri?
M.T.: Mi dica, pensa davvero che sia possibile essere più povero quando si dorme per strada e non si sa cosa e se si mangerà la sera? Crisi o non crisi, per queste persone non cambia nulla. Oltre c’è solo la morte.
Quel che le posso assicurare è che il 70% della popolazione indiana che vive nelle campagne, non sa neppure che c’è una crisi internazionale. La loro priorità quotidiana è molto più seria: è quella di sopravvivere. In India, forse più che nel resto del mondo, c’è un abisso tra il mondo che ruota attorno alla borsa e tutti gli altri.
swissinfo: Pensa che da questa crisi possa nascere un modo più sano? E in che cosa consisterebbe?
M.T.: L’India è un paese emergente. Il rallentamento dell’economia rappresenta un momento di riposo che può rivelarsi benefico, poiché negli ultimi anni la crescita è stata dir poco sfrenata (circa 10% all’anno). Un ritmo insostenibile: la infrastrutture non riuscivano a stare dietro a tanto dinamismo.
Ora, sappiamo tutti che non si possono costruire dal giorno al domani, strade, autostrade, aeroporti, centrali elettriche. Questa tregua permetterà di dare tempo al tempo. Per questo il rallentamento della crescita economica mi pare davvero benvenuto.
swissinfo, Miyuki Droz Aramaki, Nuova Delhi
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)
Marc Treves, laureato in Scienze politiche, è sposato con una donna italiana e ha due figli. Lascia ben presto la Svizzera per andare a Milano e lavorare nel mondo della pubblicità. Erano gli anni Ottanta, gli anni della pubblicità in politica, gli anni di Séguéla, il pubblicitario francese di origina catalana che aveva curato la campagna elettorale di François Mitterrand.
Nel 1992 Marc Treves cambia orizzonte e sbarca a Mosca, in un periodo di grandissima crisi. Si lancia nell’import-export di abbigliamento e video giochi (celebre il Tetris: un milione di vendite). Passa poi nel settore immobiliare e contribuisce a creare negozi di lusso, come Prada e Gucci.
Nel 2000 fa ritorno a Milano, dove dirige una società – con sede a Montecarlo – che organizza eventi in tutto il mondo. Oggi dirige questa stessa società da Nuova Delhi, dove risiede stabilmente dal 2006.
Al termine del 2006, in India vivevano 707 svizzeri.
L’India è relativamente risparmiata dalla crisi internazionale. La borsa di Mumbay ha perso la metà del proprio valore e i “calls centers” che lavoravano con gli Stati Uniti, hanno visto la loro attività ridursi notevolmente.
La crescita economica per l’anno prossimo è stata rivista al ribasso: non più 10%, bensì 7%. La principale ricchezza del paese è costituita dalle Piccole Medio Imprese (PMI). Le PMI indiane si alimentano infatti attraverso la domanda interna, in piena crescita.
I dirigenti indiani sperano persino di trarre beneficio da questa crisi: ritengono infatti che le banche e le aziende occidentali in difficoltà finanziarie, faranno ulteriormente ricorso ai loro servizi esternalizzati a basso costo nei settori contabili, giuridici e di marketing.
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