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UBS sopprime quasi 10’000 posti di lavoro

Per Sergio Ermotti si tratta di un'opportunità unica di accelerare la trasformazione dell'azienda Keystone

Entro il 2015, il numero uno del settore bancario elvetico cancellerà quasi 10'000 impieghi, di cui 2'500 in Svizzera. Questa misura servirà principalmente a ridimensionare le attività a rischio dell'Investment Bank e a “fornire rendimenti più sostenibili e allettanti”.

In Svizzera, con la soppressione di 2’500 posti di lavoro, gli effettivi di UBS vengono ridotti di oltre il 10%. I tagli degli impieghi toccheranno principalmente l’Investment Bank, ma un ridimensionamento del numero di collaboratori è pure previsto nel settore dell’informatica, ha indicato martedì la direzione di UBS.

Per il resto la ristrutturazione, con la conseguente soppressione di posti di lavoro, interesserà soprattutto le sedi di New York, Singapore e, in particolare, Londra, dove sono maggiormente concentrate le attività di Investment Bank di UBS.

Entro il 2015, l’organico di UBS dovrebbe così contare all’incirca 54’000 unità, contro le 63’500 attuali. All’inizio della sua crisi, nel 2008, la banca disponeva ancora di 83’000 impieghi. Nel settore dell’Investment Bank lavorano complessivamente 16’500 persone. La direzione della banca non ha precisato in che misura questo reparto verrà ridimensionato.

“Si è trattato di una decisione difficile da prendere, anche e soprattutto perché la nostra è un’attività imperniata essenzialmente sulle persone. Alcune delle riduzioni saranno assorbite dalla fluttuazione naturale e adotteremo tutte le misure possibili per mitigare l’impatto complessivo”, ha dichiarato il Ceo di UBS Sergio Ermotti.

Basta con i “rischi estremi”

UBS intende inoltre ridurre notevolmente i costi, in modo da ottenere un ulteriore incremento dell’efficienza in tutto il gruppo. Le misure dovrebbero permettere di risparmiare 3,4 miliardi di franchi all’anno. Nei primi nove mesi di quest’anno la banca registra una perdita di 2,17 miliardi.

La ristrutturazione mira principalmente a concentrare le attività di Investment Bank sui “suoi tradizionali punti di forza”, ossia consulenza, analisi finanziaria, azioni, cambi e metalli preziosi. L’espansione delle attività nella banca d’investimenti, avviata dall’inizio del 2000, si era tradotta negl ultimi anni in perdite miliardarie, soprattutto sul mercato americano.

In un comunicato pubblicato martedì, la direzione della banca annuncia che “UBS non opererà più in attività i cui rendimenti non riescano a far fronte durevolmente al costo del capitale o attività ad elevata complessità operativa o con rischi estremi che potrebbero incidere negativamente sui rendimenti futuri”.

“Notevoli progressi”

Con la ristrutturazione dell’Investment Bank, UBS afferma di diventare la prima banca ad essere conforme alla versione “light” di Basilea III, la nuova regolamentazione del settore bancario adottata da diversi Stati in seguito alla crisi finanziaria. Ciononostante, la banca ritiene che sarà in grado di generare ricavi ampiamente superiori al costo del capitale.

 “I notevoli progressi compiuti negli ultimi 12 mesi ci consentono di avviare l’implementazione di questa nuova fase della nostra strategia. Siamo in anticipo sui tempi, sia in termini di rafforzamento della nostra solidità patrimoniale che di riduzione dei costi e degli attivi ponderati in funzione del rischio”, ha affermato Sergio Ermotti.

“L’Investment Bank, come è stata praticata nell’ultimo decennio, appartiene ormai al passato. Non vedo come possa essere ancora redditizia con la nuova regolamentazione bancaria Basilea III”, ha aggiunto il Ceo di UBS. “A livello mondiale, l’UBS è l’unica banca che può permettersi di compiere un cambiamento di questa portata. Il nostro modello di affari è diversificato e la nostra capitalizzazione è buona”.

Comprensione di Schneider-Ammann

Il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann si è detto dispiaciuto per i tagli degli effettivi annunciati martedì dalla direzione dell’UBS. Esprimendosi sulle onde della radio svizzero-tedesca DRS, Schneider-Ammann ha tuttavia affermato che le banche si vedono ormai costrette ad orientare la loro strategia, dal momento che la piazza finanziaria si ritrova sotto pressione.

Il presidente del Partito socialista Christian Levrat ha auspicato che la riduzione del personale avvenga attraverso fluttuazioni naturali e non tramite licenziamenti. A suo avviso, “licenziamenti sarebbero scandalosi, tenendo conto che la banca  versa ogni anno miliardi di franchi sotto forma di bonus e che ha già concesso alcuni milioni al suo nuovo presidente del consiglio di amministrazione, prima ancora che entri in funzione”.

Responsabilità verso la Svizzera

Anche l’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) ha chiesto all’UBS di rinunciare ad effettuare licenziamenti in modo precipitato. Dal momento che il cambiamento di strategia sarà realizzato nel corso di tre anni, questo periodo di tempo deve essere utilizzato per garantire un nuovo posto di lavoro a tutti i dipendenti licenziati.

Secondo l’ASIB, la banca ha una “particolare responsabilità” nei confronti della Svizzera: “è solo grazie all’impegno dei poteri pubblici che quattro anni fa l’UBS è riuscita a sopravvivere alla sua grande crisi”.

Il sindacato teme inoltre che la soppressione di 2’500 posti di lavoro in Svizzera, equivalenti ad oltre il 10% del personale attuale, “possa avere ripercussioni negative per il futuro della banca”. Il taglio del personale tocca infatti numerosi specialisti: è quindi in gioco il marchio di qualità del settore finanziario, uno dei vantaggi su cui fa leva la banca.

Nel terzo trimestre del 2012, la principale banca elvetica ha subito una perdita netta di 2,17 miliardi di franchi, contro un utile netto di 1,02 miliardi realizzato tra luglio e settembre del 2011.

Su nove mesi, UBS accusa invece una perdita di 920 milioni, a fronte di un utile di 3,84 miliardi registrato nello stesso periodo dell’anno scorso.

In futuro, l’Investment Bank sarà orientata a due segmenti principali di clientela.

 Il primo, Corporate Client Solutions, comprenderà tutte le attività di consulenza, la gamma di soluzioni e la loro realizzazione a favore di clienti aziendali, istituzioni e promotori finanziari. Questo segmento dovrebbe generare circa un terzo dei ricavi di Investment Bank.

Il secondo segmento, Investor Client Solutions, comprenderà attività di distribuzione e trading per investitori istituzionali e fornirà supporto alle attività di wealth management. Esso includerà anche attività UBS di primo piano come azioni, cambi e metalli preziosi.

L’italiano Andrea Orcel assumerà da solo la direzione dell’Investment Bank, mentre Carsten Kengeter, che lo affianca attualmente come co-CEO, lascerà la direzione del gruppo e guiderà la gestione delle attività e delle posizioni dismesse.

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