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Ermotti su impatto dazi, “non sono eccessivamente preoccupato”

Keystone-SDA

UBS affronta senza particolare ansia i potenziali impatti negativi che potrebbero avere le vertenze commerciali sulle sue attività.

(Keystone-ATS) Il presidente della direzione Sergio Ermotti si è detto “non eccessivamente preoccupato” per quanto riguarda gli obiettivi finanziari: anno dopo anno la banca è riuscita ad avere successo in contesti di mercato molto difficili, ha sottolineato il dirigente.

L’istituto continua ad avere le cose sotto controllo, ha chiosato il 64enne nella conferenza stampa di presentazione dei risultati trimestrali del gruppo. L’integrazione di Credit Suisse sta procedendo bene e i previsti ulteriori risparmi sui costi avranno un impatto positivo sui risultati. Ciò che potrebbe succedere nell’economia sul lungo periodo e al di fuori di UBS deve ancora essere analizzato: a breve termine, però, il manager ha sostenuto di non essere particolarmente preoccupato per le misure tariffarie imposte dal presidente americano Donald Trump.

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Anche i riacquisti di azioni finora previsti non sono in pericolo, a meno che non si verifichi un enorme deterioramento delle prospettive economiche, ha proseguito il professionista con apprendistato bancario a Lugano e successivi studi a Oxford. Più nello specifico, il motivo della recente performance non brillante dell’azione UBS in borsa è chiaramente da ricercare nell’incertezza che circonda il dibattito politico sui requisiti patrimoniali più severi per la banca, ha detto il Ceo rispondendo a una domanda sul tema. A suo avviso non vi sono altre ragioni.

In seguito alle turbolenze dovute all’annuncio dei dazi statunitensi all’inizio di aprile i titoli UBS erano scesi al minimo dell’anno a 20,66 franchi, con una contrazione del 25% rispetto a fine 2024. Questo dopo che il valore era partito a razzo all’inizio del 2025, salendo sino a un massimo di 32,88 franchi il 4 febbraio, livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008. Nella giornata odierna l’azione è scambiata quasi esattamente a 25 franchi, in contrazione del 10% da inizio gennaio.

Davanti ai giornalisti e agli analisti si è presentato anche il responsabile delle finanze Todd Tuckner, che ha descritto il mese di aprile come “ok” in termini di attività di UBS. La volatilità è aumentata dopo i primi annunci di Trump sulle barriere doganali all’inizio del mese, ma è stata “produttiva”. Se l’incertezza dovesse però continuare a crescere un numero sempre maggiore di clienti potrebbe rimanere inattivo. Non è comunque ancora chiaro se ciò accadrà effettivamente, ha concluso il CFO.

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