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Esperti chiedono una riforma del federalismo

La Svizzera: 26 cantoni, più di 3000 comuni swissinfo.ch

Secondo uno studio, la Svizzera deve riformare il suo sistema federale se vuole essere più competitiva e meno frammentata.

Pubblicato dalla think tank Avenir Suisse, lo studio ipotizza la creazione di «super regioni» intorno alle sei principali città del paese. Così potrebbero assumere meglio il ruolo di motori della crescita.

La Svizzera è frammentata, troppo frammentata per riuscire a spingere la crescita economica. L’ultima pubblicazione di Avenir Suisse, un laboratorio d’idee che si occupa di problematiche economiche e sociali, chiede delle riforme sostanziali del modello federale svizzero.

«Baustelle Föderalismus» (Il federalismo in cantiere) vuole, a detta del suo autore Hansjörg Blöchliger, «aprire una discussione». Il punto centrale riguarda il trasferimento di determinate competenze dai cantoni a sei grandi regioni metropolitane che ruotano intorno a Zurigo, Basilea, Berna, Losanna, Ginevra e Lugano.

Una provocazione? Senza dubbio, visto che una tale proposta rimette in questione la distribuzione del potere politico che attualmente si fa in base al numero di abitanti (camera bassa del parlamento) e in base agli Stati (2 rappresentanti per ogni cantone nella camera alta). In sostanza, per Avenir Suisse il criterio economico, vale a dire la capacità di produrre ricchezza, dovrebbe essere preso in conto in modo più deciso.

Durante una conferenza stampa tenutasi lunedì a Berna, Avenir Suisse ha esposto questa ed altre tesi, senza però spiegare come realizzarle concretamente.

Cambiare il federalismo

Per Avenir Suisse, il federalismo, un tempo garante della libertà economica, oggi si è trasformato per molti aspetti in una palla al piede. La suddivisione in confederazione, cantoni e comuni è all’origine di doppioni nell’organizzazione regionale, di strutture troppo pesanti, di un mercato con barriere interne e di una mancanza di trasparenza dovuta alla densità delle collaborazioni.

Rispetto a quanto avviene in altri stati, in Svizzera si assisterebbe ad un’eccessiva ridistribuzione della ricchezza, prodotta essenzialmente nelle regioni metropolitane. Inoltre, si legge nella presentazione dello studio di Avenir Suisse, il peso politico insufficiente accordato alle regioni produttive «costituisce un freno alla crescita dell’economia svizzera nel suo insieme, perché le regioni urbane non possono assumere completamente il loro ruolo di motore della crescita».

Una strategia in tre punti

Per combattere questa situazione, Avenir Suisse propone di riorganizzare il sistema fiscale della Confederazione. Un primo passo è stato fatto nel novembre 2004, con l’approvazione da parte del popolo della nuova perequazione finanziaria.

In secondo luogo si tratterebbe di istituire delle «comunità d’interesse regionali». Queste comunità dovrebbero permettere «di superare l’ostacolo della ristrettezza geografica, di rendere più morbide le frontiere e di fornire alle forme attuali di collaborazione delle basi più democratiche e più favorevoli ad un’azione efficace».

I cantoni, alcuni dei quali non raggiungono la massa critica di 75’000 abitanti proposta da Avenir Suisse, e i comuni sarebbero chiamati ad affidare alcuni dei loro settori di competenza a queste nuove «regioni». In questo modo dovrebbe essere più facile gestire problemi, come i trasporti pubblici suburbani, per i quali al momento è necessario coordinare l’azione di più comuni e cantoni.

L’ultima proposta di Avenir Suisse riguarda l’apertura del mercato interno. Non si tratterebbe solo di garantire la libertà di aprire un’impresa o di esercitare una professione – in Svizzera, i diplomi rilasciati da un cantone non sono ancora automaticamente riconosciuti da un altro – ma anche di garantire l’accesso alle infrastrutture come la rete elettrica o quella ferroviaria. In quest’ottica, dovrebbero essere liberalizzati anche i servizi pubblici, in particolare la scuola dell’obbligo e gli ospedali.

Cantoni e sinistra cauti

In una prima reazione alle proposte di Avenir Suisse, sia i cantoni che i partiti di sinistra si dicono aperti alla discussione sulla struttura della Svizzera, ma rimangono scettici sulle proposte concrete.

Per Luigi Pedrazzini, direttore della Conferenza dei governi cantonali, la realizzazione di sei «super-regioni» non avrebbe nessuna possibilità di essere approvata dal popolo e inoltre creerebbe conflitti di competenze.

La Conferenza dei governi cantonali concorda invece con Avenir Suisse sull’importanza dei concordati intercantonali.

Per Jean-Philippe Jeannerat, portavoce del Partito socialista (PS), «una riflessione regionale non ha senso se non in relazione ad una cooperazione più stretta con l’UE e i nostri vicini diretti.»

Il PS non vede di buon occhio invece chi «tenta di concentrare unilateralmente le risorse pubbliche negli agglomerati a scapito delle regioni periferiche.»

Dello stesso avviso anche i Verdi: Ueli Leuenberger, vicepresidente del partito, ha detto che una simile riforma avrebbe senso solo se volta a ridurre le disparità.

swissinfo e agenzie

La Svizzera conta sei grandi regioni urbane che si estendono intorno alle città di Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra, Losanna e Lugano.
Ognuna ha più di mezzo milione d’abitanti
La regione di Zurigo è all’origine di più di un terzo del prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera
Insieme, le sei regioni raggiungono l’84% del PIL

Avenir Suisse è stata fondata nel 1999 da 14 ditte svizzere attive a livello internazionale.

Lavora come think tank (laboratorio d’idee) indipendente. Segue un modello anglosassone e s’interessa allo sviluppo socioeconomico della Svizzera.

L’organizzazione è affidata ad un gruppo d’esperti. Incarichi di ricerca vengono assegnati ad istituti scientifici e ad esperti in Svizzera e all’estero. Organizza anche simposi e dibattiti.

Avenir Suisse ha una posizione orientata all’economia di mercato e ad una concezione di stampo liberale del mondo e della società.

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