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Cina: mercato promettente per l’orologeria svizzera

Anche la Cina si interessa per uno dei beni d'esportazione svizzeri più famosi Keystone Archive

L'industria svizzera degli orologi si rallegra: in pochi mesi le esportazioni verso la Cina sono raddoppiate.

L’adesione della Cina all’ Organizzazione mondiale del commercio (WTO) offre buone prospettive all’orologeria svizzera. Nei primi quattro mesi dell’anno, il valore dell’export elvetico del settore verso la Repubblica popolare è raddoppiato.

“L’entrata della Cina nella WTO (effettiva dallo scorso dicembre) ha un’influenza considerevole sulle nostre relazioni”, ha dichiarato François Habersaat, presidente della Federazione dell’industria orologiera (FH), di ritorno da un viaggio a Hong Kong e Shanghai.

In precedenza le importazioni di orologi in Cina erano colpite da dazi proibitivi dell’80-100 per cento e soggette a quote. Ora i dazi non superano il 16,6 per cento e saranno abbassati all’11 per cento entro il 2004. I limiti saranno soppressi l’anno prossimo.

Un aumento del 100%

Gli effetti si vedono: tra l’inizio di gennaio e la fine aprile, l’export di orologi verso la Cina è aumentato del 100 per cento a 22 milioni di franchi. Il numero dei pezzi è quintuplicato a 56 000.

Nel contempo il valore delle esportazioni verso Hong Kong, che continua a servire da piazza di transito per una gran parte delle vendite alla Cina, sono diminuite del 3 per cento a 472 milioni di franchi. A titolo di confronto: nello stesso lasso di tempo le forniture agli USA sono diminuite del 12 per cento, quelle al Giappone del 5,4 per cento. Hong Kong ha superato gli USA, diventando il principale mercato dell’orologeria svizzera.

Il fatto che ora non è più necessario passare attraverso Hong Kong permetterà un miglior controllo dei canali di distribuzione, ha rilevato Habersaat, aggiungendo che anche le piccole e medie imprese potranno entrare in questo immenso mercato.

swissinfo e agenzie

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