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Provaci ancora, Sämu: decifrare i soprannomi bernesi

due lottatori di lotta svizzera
Se pensate che i soprannomi bernesi sembrino infantili, provate a dirlo al campione di lotta svizzera Chrigu Stucki. Keystone / Ennio Leanza

Se vi presentano Seppu, Küsu, Vanä e Simä, potreste pensare di essere in Finlandia. In realtà siete nel canton Berna e avete appena incontrato Joseph, Markus, Vanessa e Simone. Benvenuti nel colorato mondo dei soprannomi bernesi.

Soprannomi, nomignoli, alias: chiamateli come volete, quasi tutte le culture li hanno. Possono essere usati per comodità (ad esempio Ale per Alessandro o Manu come diminutivo di Manuela), per esprimere affetto o per segnalare l’appartenenza a un gruppo.

Un soprannome, nel senso più ampio, è un sostituto informale del vero nome di una persona. Può trattarsi di un diminutivo, di un termine affettuoso oppure di una descrizione divertente basata su caratteristiche fisiche.

Non è la stessa cosa di uno pseudonimo (Le Corbusier) o di un nome d’arte in ambito letterario (Mark Twain, Elena Ferrante) o cinematografico e musicale (Marilyn Monroe, John Denver, Lady Gaga), anche se questi concetti spesso si sovrappongono.

Un soprannome può anche essere semplicemente un nome che qualcuno acquisisce da giovane e che rimane: Gabrielle “Coco” Chanel, Edwin “Buzz” Aldrin, Pelé, Eldrick “Tiger” Woods o ancora Shelton “Spike” Lee.

Questo articolo si concentra sulle forme bernesi dei nomi propri, che spesso – ma non sempre – sono abbreviate. Non vanno confuse con i Pfadfindernamen o Fahrtennamen (nomi scout o di chi fa escursioni), con i quali sono conosciuti diversi bernesi famosi come Hans-Peter “Mani” Matter e Urs “Polo” Hofer.

In inglese, molti nomi propri vengono in un qualche modo accorciati o modificati. Esempi famosi includono William (Bill) Clinton, Catherine (Cate) Blanchett e Michael (Mick) Jagger. All’altro estremo della scala della notorietà, quasi nessuno tra le persone che mi conoscono mi chiama Thomas (per tutti sono Tom).

Ma trovare qualcuno di Berna che usi il proprio nome originale è decisamente l’eccezione. Nella mia prima settimana a Swissinfo ho fatto la conoscenza di un Chrigu, un Pesche e un Köbi – in realtà due Köbi. Ci sono voluti diversi giorni prima che capissi che si trattava di un Christian, un Peter e due Jakob.

“Quando incontro qualcuno, mi presento come Chrigu, nessuno mi chiama Christian”, spiega il mio collega Chrigu Raaflaub, cresciuto a Riggisberg, nel canton Berna. “Da bambino la mia famiglia mi chiamava Chrigi, ma quando sono andato a studiare a Berna, a 16 o 17 anni, sono diventato Chrigu”.

A Berna è raro non essere chiamati con un soprannome – che vi piaccia o no – da amici e familiari e, a seconda del livello di formalità sul lavoro, anche da colleghi e colleghe. Il corpo insegnante, da parte sua, si attiene al nome originale.

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Nomi “bernificati”

Esistono letteralmente centinaia di versioni bernesi dei nomi tradizionali. E se non ne esiste una, gli amici la inventeranno!

Wikipedia ha una pagina Collegamento esternosull’argomento, scritta in dialetto bernese, con un elenco di oltre 100 nomi con il loro equivalente in tedesco standard: da Abraham (Hämdu, Abi, Äbu) a Werner (Werä, Wernu, Werni).

Questi esempi evidenziano un’altra sfida per i profani: la maggior parte dei nomi ha più equivalenti bernesi. Andreas, per esempio, può diventare Ändu, Res o Resu; Nicole può essere Nicä, Nigge, Nici, Nicci o qualcos’altro (l’ortografia dialettale è piuttosto flessibile). Anche la geografia è un fattore: Simon può essere Simu nella città di Berna ma Siml, per esempio, nell’Oberland bernese.

Inoltre, i nomi non vengono necessariamente accorciati, piuttosto vengono “bernificati”. Anna può diventare Ännelä e Urs Ürsu.

Detto questo, scorrendo la lista, si capisce che il codice non è del tutto indecifrabile. C’è una certa logica dietro la maggior parte dei soprannomi. Spesso si prende la prima (a volte l’ultima) sillaba del nome originale, si aggiunge una dieresi e, alla fine, una “u” per i ragazzi e una “ä” o “e” per le ragazze.

Così Daniel, Florian e Martin diventano Dänu, Flöru e Tinu, mentre Christina, Felicitas e Melanie si trasformano Chrige, Felä e Melä. Uno dei miei preferiti è Schämpu (Jean-Pierre o Hans-Peter).

Tutto è iniziato nell’Emmental

La lettera “u” che troviamo in nomi come Chrigu, Tinu o Michu è la pronuncia del suffisso diminutivo “el”, spiega il linguista Matthias FriedliCollegamento esterno, redattore del dizionario dello svizzero-tedesco Schweizer Idiotikon e membro del comitato svizzero per il dizionario Duden.

“In alcuni dialetti, il suono ‘l’, in certe posizioni, è pronunciato come ‘u’, quindi si ottiene Abfau [Abfall/rifiuti] e Schlüssu [Schlüssel/chiave]. Questo è noto come vocalizzazione della ‘l’”, dice Friedli a Swissinfo. Questo succede anche in alcuni accenti londinesi, come il cockney, in cui il suono “l” in parole come “milk” e “will” è sostituito da un suono “w”: “miwk” e “wiw”.

“I bernesi sono particolarmente creativi quando si tratta di modificare e accorciare i nomi di battesimo tra amici e familiari.”

Markus Gasser, SRF

“La vocalizzazione si verifica soprattutto in gran parte del canton Berna. Ecco perché questi diminutivi sono considerati tipici bernesi, anche se non si trovano in tutto il territorio”, spiega Friedli. “Tra l’altro, la vocalizzazione della ‘l’ esiste da circa 200 anni e, secondo le ricerche, si è diffusa dall’Emmental”.

Un articolo della Berner ZeitungCollegamento esterno del 2009 sulla musica dal vivo nella capitale svizzera aveva il titolo: “Pesche, Pädu, Phibe – das Triumvirat hinter den Kulissen”. Il triumvirato dietro le quinte era composto da Peter Burkhart, Beat Anliker e Philippe Cornu.

Chi è appassionato di film d’animazione in stop motion svizzeri potrebbe chiedersi se anche Pingu sia bernese. L’origine del nome del simpatico pinguino, creato dall’entità germanofona della Radiotelevisione svizzera, non è però chiara.

Nessuna connotazione negativa

I soprannomi esistono in tutta la Svizzera – per esempio l’ex presidente della FIFA Joseph “Sepp” Blatter (nato nel canton Vallese) e la leggenda dello sci Verena “Vreni” Schneider (nata nel canton Glarona) – ma a Berna sono quasi una forma d’arte.

“I bernesi sono particolarmente creativi quando si tratta di modificare e accorciare i nomi di battesimo tra amici e familiari”, ha affermato Markus Gasser, redattore specializzato nel dialetto presso la radio pubblica svizzera SRF, citando gli esempi di Pesche (Peter) e Teslä (Theres).

Markus Gasser rispondeva a una domanda di un ascoltatoreCollegamento esterno, Ernst Müller, che voleva sapere da dove provenisse il suo soprannome “Aschi”. “Quel che è certo è che il soprannome Aschi è tipico di Berna, così come di Soletta e Friburgo”, ha spiegato Gasser. “È assolutamente neutro e, per quanto ne so, Aschi non ha alcun significato aggiuntivo nello slang”.

Non è sempre così, ha sottolineato. “Ci sono molti nomi che hanno un significato ulteriore. Se dici ‘Sei proprio un Chlous” [Niklaus], significa ‘sei così goffo’. Ma Aschi significa semplicemente Ernst”. E, tanto per complicare le cose, Ernst può anche essere chiamato Ärnscht, Äschi, Änggu e Ängge, secondo il sito dedicato al dialetto bernese berndeutsch.chCollegamento esterno.

Matthias Friedli concorda sul fatto che questi soprannomi bernesi siano neutri quando usati in famiglia e tra amici. Esistono però delle sfumature.

“Quando in famiglia parliamo dei miei due cugini, usiamo Dänu e Käru [Karl] senza alcuna connotazione, ma possiamo anche dire Dani o Kari”, puntualizza. “Quando sono irritato con loro, preferisco decisamente le forme con la ‘u’. Käru è percepito come più ruvido rispetto a Kari, in particolare dalle persone estranee [non bernesi]. L’ho notato io stesso: i figli di mio cugino [a Berna] mi chiamano spontaneamente Mättu, il che può essere un po’ irritante. Vivendo a Zurigo, dove tutti mi chiamano con il nome completo, Mättu non mi sembra più essere neutro”.

In effetti, non tutti sono fan dei soprannomi bernesi. Il mio collega Chrigu racconta di aver conosciuto una persona che voleva dare al figlio un nome che non potesse essere modificato o accorciato, così lo ha chiamato Noah. “I suoi compagni di scuola lo hanno soprannominato Nöu…”.

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Dibattito
Moderato da: Zeno Zoccatelli

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A cura di Balz Rigendinger

Tradotto con il supporto dell’IA/lj

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