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Euro a picco, il franco svizzero torna ad essere bene rifugio

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L'economia svizzera segue con preoccupazione la discesa dell'euro. Con un tasso di cambio basso la moneta unica si avvicina a una soglia critica. La congiuntura subirebbe un rallentamento, se l'euro dovesse indebolirsi ulteriormente rispetto al franco.

Per ora non è ancora suonato il campanello d’allarme presso i costruttori di macchine, osserva Heinz Müller, portavoce dell’associazione del ramo Swissmem. Ma un euro a 1,50 franchi per parecchi mesi avrebbe influssi negativi, secondo Müller. Swissmem spera che il tasso di cambio ritorni verso 1,55 franchi. Più della metà delle esportazioni del settore si dirige verso la zona euro.

Considerazioni analoghe presso l’orologeria. La situazione attualmente non è drammatica, osserva Pierre-Alain Berret, economista presso la Federazione orologiera (FH). La buona congiuntura in Europa attenua gli effetti del rafforzamento del franco. Ma un ulteriore indebolimento dell’euro inciderebbe sugli affari del ramo, prosegue Berret, ricordando che, tra inizio gennaio e fine luglio 2000, nei paesi europei sono stati esportati orologi per 1,6 miliardi di franchi, pari al 28,7 percento dell’export del settore.

Primi segnali d’allarme anche presso l’Unione sindacale svizzera (USS). Il franco è già sopravvalutato rispetto all’euro, secondo il segretario generale Serge Gaillard. Dal profilo economico attualmente sarebbe adeguato un tasso di cambio a 1,55. Anche per Gaillard, un nuovo rialzo del franco, rispetto alla moneta unica, frenerebbe la congiuntura elvetica, già in rallentamento a causa del rialzo del prezzo del petrolio, dell’aumento dei tassi di interesse e dell’indebolimento della crescita in Europa.

Gli economisti non si attendono tuttavia una rapida inversione di tendenza per l’euro. Janwillem Acket, capo economista presso la banca Julius Bär, prevede una discesa a 1,45 franchi entro fine anno. Il fatto che invece il dollaro si sia rafforzato è valutato positivamente da Acket: tale fattore favorisce le esportazioni nella zona del dollaro, Asia compresa. L’industria metalmeccanica ha così aumentato le forniture del 13,8 percento agli Stati Uniti nella prima metà del 2000.

La debolezza dell’euro avrà comunque un impatto sensibile sulla dinamica delle esportazioni, visto il livello degli scambi con l’Europa. Solo l’anno venturo l’euro ritornerà al di sopra della soglia di 1,50 secondo Acket.

swissinfo e agenzie

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