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Gli echi del WEF si affievoliscono

Quest'anno il WEF di Davos ha suscitato pochi commenti sulla stampa elvetica swissinfo.ch

All'indomani della chiusura, il Forum economico mondiale di Davos (WEF) occupa poco spazio sulla stampa svizzera.

I pochi commenti che sono consacrati al congresso, si interrogano sul suo significato e sottolineano la mancanza di contenuti.

Il Forum economico mondiale (WEF) sta lentamente perdendo il suo significato? È la domanda che si pone il Tages Anzeiger nel suo commento sul congresso di cinque giorni tenutosi a Davos.

Un quesito lecito a giudicare dai pochi editoriali che la stampa svizzera consacra all’avvenimento. La Neue Luzerner Zeitung parla di un Forum «estremamente sopravvalutato», sia dai partecipanti che dagli oppositori.

«Le immagini televisive suggeriscono degli incontri pomposi durante i quali vengono prese importanti decisioni. Un’immagine fuorviante: a questa illustre schiera manca la legittimità e il tempo per sviluppare delle soluzioni sensate», scrive l’editorialista del quotidiano lucernese.

«Il sesso e la Cina»

«Ma cosa fa ancora accorrere la gente al Forum economico mondiale?», si chiede dal canto suo il vodese 24 Heures. «Il sesso e la Cina», risponde ironicamente Le Temps, sottolineando che tra i 240 dibattiti tenutisi a Davos, quello che ha riunito più persone è stato una tavola rotonda il cui tema era il sesso e gli affari.

Certo, si è parlato molto pure di Cina e di India, ma a parte delle verità lapalissiane, il WEF non ha fatto altro che constatare i passi avanti fatti da questi due paesi sulla scena economica, senza evocarne le conseguenze. «Curiosa miopia», commenta Le Temps.

«Il contenuto delle informazioni che escono da questo appuntamento possono difficilmente giustificare una simile copertura mediatica», osserva ancora 24 Heures. «Ragione per la quale, forse, il WEF ha puntato sulle personalità del mondo dello spettacolo?».

Da Angelina Jolie a Bono, da Peter Gabriel a Michael Douglas, numerose sono infatti state le celebrità che si sono recate nella località grigionese.

Svizzera e USA


Per il Governo svizzero, che ha sborsato 8,5 milioni per garantire la sicurezza, il Forum sembra comunque rimanere un «avvenimento eccezionale», osserva 24 Heures.

L’appuntamento grigionese è del resto stato l’occasione per il ministro dell’economia elvetico Joseph Deiss di rilanciare i negoziati sul commercio con gli Stati Uniti.

«Deiss evita la disfatta», titola in prima pagina la Berner Zeitung. «Dopo il no del Governo all’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, il consigliere federale è riuscito a salvare il salvabile».

«Creando un ‘Forum del commercio e dell’investimento’ il delegato statunitense al commercio Rob Portman e Joseph Deiss – scrive dal canto suo Der Bund – hanno dimostrato la volontà di facilitare gli scambi in alcuni settori».

Un forum tutto sommato necessario

Un risultato concreto – quest’ultimo – che fa dire al Tages Anzeiger che «sarebbe comunque sbagliato sottostimare il significato del Forum».

Certo, il «presuntuoso» motto degli organizzatori – «definire l’agenda globale dei prossimi anni» – non può essere soddisfatto. «Ciò che il WEF offre è la possibilità di tessere rapporti interessanti a persone provenienti da 89 paesi diversi».

«Estremamente sopravvalutato, ma malgrado ciò profondamente necessario», si legge infine sulla Neue Luzerner Zeitung. «L’importanza del WEF aumenta in tempi in cui la fiducia nei potenti si sta erodendo in maniera inquietante».

swissinfo

Il Forum economico mondiale di Davos (WEF) è stato fondato da Klaus Schwab nel 1971. All’inizio si chiamava Managememt Symposium.

Il congresso si tiene tradizionalmente nella località montana grigionese di Davos. Nel 2002, in segno di solidarietà con il popolo statunitense dopo gli attentati alle Torri gemelle, il forum si è svolto a New York.

Negli scorsi anni ci si è spesso posti la domanda se Davos fosse la località adatta per accogliere questo genere di incontri. Queste controversie si sono nel frattempo placate.

Alla 36esima edizione del WEF i presenti sono stati 2400, 735 i dirigenti di società, una quindicina di capi di stato e di governo e alcune star, tra cui Angelina Jolie e Michael Douglas.

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