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I banchieri soffocati dalle troppe regole

Niklaus Baumann, presidente dell'Associazione dei banchieri privati svizzeri Keystone Archive

I banchieri privati svizzeri contestano vivamente la sovra-regolamentazione che si prospetta per il settore bancario.

Secondo la Commissione federale delle banche, quello finanziario non è però il settore dell’economia maggiormente messo sotto pressione dagli eccessivi ordinamenti.

La posizione della Commissione federale delle banche (Cfb), che considera il settore finanziario molto meno regolamentato rispetto ad altri rami, non piace ai banchieri privati svizzeri.

In un comunicato diramato giovedì, Niklaus Baumann, presidente dell’associazione che difende gli interessi professionali e gli statuti dei banchieri privati (Abps), punta il dito contro 40 progetti di inasprimento delle normative – attualmente valutati dal governo – concernenti il settore bancario.

Baumann è dell’idea che bisogna evitare di trovarsi in una situazione nella quale siano le regolamentazioni a dominare la scena. Il sentimento percepito sarebbe quello di controllo da parte dello Stato.

“Quello di cui hanno bisogno le banche, come abbiamo già spiegato alla Cfb, è una nuova gestione della regolamentazione che conduca alla sostituzione progressiva delle misure dispersive con un sistema coerente”, dichiara il presidente dell’Abps.

Maggiore trasparenza

Niklaus Baumann avanza la proposta di definire i nuovi ordinamenti in maniera trasparente, così da consentire eventuali dibattiti a livello pubblico.

“Le banche contribuiranno a questo processo non solo avanzando suggerimenti concreti, ma, principalmente, offrendo una formazione continua e adeguata ai propri collaboratori”, indica Baumann.

Il rappresentante dei banchieri privati avverte inoltre che le nuove regolamentazioni non avranno ripercussioni soltanto sulle banche, ma su tutta l’economia svizzera.

“Un’economia che deve sottostare a troppe regole è generalmente stagnante. Una sovra-regolamentazione del settore bancario paralizzerebbe lo spirito imprenditoriale degli altri rami dell’economia”.

Ad essere particolarmente colpiti sarebbero, secondo Baumann, gli istituti bancari più piccoli, i quali contribuiscono in maniera decisiva al funzionamento dell’economia svizzera.

“I costi legati alla regolamentazione, oggi assunti dalle banche, sono elevati in particolare per i piccoli istituti, che devono spendere di più in proporzione alla loro cifra d’affari”.

Infrazioni anche con più regole

Un altro aspetto criticato da Baumann è che, con l’introduzione di nuovi ordinamenti, “alcuni organi statali vogliono semplicemente giustificare la loro esistenza”. Si starebbe così assistendo ad un “perfezionismo crescente” da parte di avvocati che poco conoscono la realtà economica.

“La docilità con la quale la Svizzera modifica le sue leggi il più rapidamente possibile per allinearsi alle norme internazionali ha degli effetti perversi: vogliamo sempre essere i migliori”.

Secondo il presidenze dell’Abps, nessuna regolamentazione, sebbene perfetta, può tuttavia garantire che una banca o un altro istituto finanziario rispettino appieno le regole.

“Gli scandali che sono venuti alla luce negli ultimi decenni hanno dimostrato che una legislazione, anche la più completa, non è in grado di evitare le incapacità umane e le azioni criminali”.

Affermazioni imprecise

I commenti di Niklaus Baumann sono in netta contrapposizione con le dichiarazioni, rilasciate in aprile, da Jean-Baptiste Zufferey, vice presidente della Cfb.

Zufferey aveva affermato che non è vero che quello finanziario è uno dei settori più regolamentati.

“Una serie di studi quantitativi hanno evidenziato che, sebbene ci siano effettivamente parecchi ordinamenti, le regolamentazioni sono meno severe di quelle vigenti nel settore alimentare, della salute pubblica, della pianificazione urbana o della protezione dell’ambiente”.

In un paragone internazionale, aggiunge Zufferey, la Svizzera non si può inoltre certo lamentare.

“Se paragoniamo la situazione in Svizzera con quella negli Stati Uniti, risulta evidente che l’insieme delle regolamentazioni e delle supervisioni vigenti qui da noi è molto meno severo”, osserva il presidente della Cfb.

swissinfo

L’Associazione dei banchieri privati svizzeri è stata fondata nel 1934.
Conta attualmente 13 membri e impiega circa 5’000 collaboratori.

Giovedì, i banchieri privati hanno pure riaffermato il loro sostegno agli Accordi bilaterali bis tra la Svizzera e l’Unione europea.

L’associazione che difende gli interessi dei banchieri privati svizzeri è inoltre a favore della libera circolazione delle persone.

Per quel che concerne i trattati relativi alla fiscalità del risparmio, chiedono tuttavia alla Confederazione di non procedere in modo troppo severo.

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