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Il patron di Swisscom per la privatizzazione

Carsten Schloter, CEO di Swisscom, concorda con i piani di privatizzazione del governo Keystone

Sulle pagine della «NZZ am Sonntag» il nuovo CEO di Swisscom, Carsten Schloter, ha indicato di condividere l'idea del governo di privatizzare l'ex regia federale.

Il Consiglio federale vorrebbe privatizzare il gigante elvetico delle telecomunicazioni e cedere il pacchetto azionario in mano alla Confederazione.

Dopo il Consiglio federale, è stata la volta del responsabile del gruppo Swisscom esprimersi in favore di una privatizzazione del gigante elvetico delle telecomunicazioni.

Sulle pagine del domenicale svizzero-tedesco «NZZ am Sonntag», Carsten Schloter, che recentemente ha preso il posto di Jens Alder, ha dichiarato di essere favorevole alla vendita del pacchetto azionario maggioritario in mano alla Confederazione. Secondo lui, dal punto di vista industriale, l’operazione si rivelerebbe positiva.

«Dobbiamo chiederci se la Confederazione potrà essere il proprietario adatto», ha detto Schloter, ricordando le numerose sfide del domani in campo tecnologico, finanziario e in termini di contenuti.

Swisscom in Parlamento

Schloter non si è però voluto sbilanciare a riguardo dei dibattiti che animeranno il Parlamento, il quale si chinerà sul dossier dal momento che la privatizzazione di Swisscom necessita innanzitutto una modifica legislativa.

«Se dessi agli investitori l’impressione che la faccenda è sistemata, e se la Confederazione decidesse invece di conservare la sua parte di Swisscom, perderei ogni credibilità», ha dichiarato.

Sulle frequenze della Radio svizzera di lingua tedesca, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha dal canto suo ritenuto che la probabilità che il Parlamento accetti la privatizzazione dell’operatore elvetico è del 50%.

Ha tuttavia sottolineato che Swisscom non si trova assolutamente in una soluzione critica, come quella che ha invece interessato l’ex compagnia aerea di bandiera Swissair.

Ultima parola al popolo?

Tre settimane fa, il governo aveva confermato la sua volontà di rinunciare alla partecipazione statale all’ex regia federale delle telecomunicazioni (attualmente la Confederazione detiene il 62,45% del pacchetto azionario).

La posizione del Consiglio federale – che non contempla più l’idea di cedere le azioni ai cittadini a prezzo popolare né l’opzione di mantenere una minoranza di blocco del 33% – è stata definita in seguito ai risultati della procedura di consultazione che ha preso il via il 25 gennaio scorso.

Come detto, il Parlamento dovrebbe affrontare la questione entro giugno. Probabilmente, però, l’ultima parola spetterà al popolo: se, com’è probabile, le camere dovessero dare luce verde alla privatizzazione, i sindacati e la sinistra lanceranno un referendum.

Prezzi più bassi

Soffermandosi su quelle che sono le strategie future del gruppo, Carsten Schloter ha poi indicato che gli abbonati di Swisscom possono aspettarsi una riduzione dei prezzi nel 2006.

«L’anno scorso, le tariffe sono scese del 10% nella telefonia mobile e del 7% per la rete fissa. Per il 2006 i prezzi diminuiranno del 5%», ha dichiarato nell’intervista della «NZZ am Sonntag».

Swisscom si prepara dunque ad affrontare la concorrenza: il 21 marzo il Parlamento ha infatti deciso che dovrà rinunciare, a partire dal primo trimestre 2007, al monopolio sull’ultimo miglio (il tratto di cavo che allaccia la centralina di trasmissione alle case) detenuto finora.

Per quattro anni, Swisscom dovrà così aprire alla concorrenza le sue linee a banda larga.

swissinfo e agenzie

La Confederazione possiede il 62% circa del capitale azionario di Swisscom.
La Germania detiene il 37% di Deutsche Telekom.
Francia: 33% di France Telecom.
Austria: 38% di Telekom Austria.
Telecom Italia è stata totalmente privatizzata nel 2002.

23.11.2005: il governo decide di vendere la sua partecipazione a Swisscom (all’epoca oltre il 66%). Valore dell’operazione in borsa: 17 miliardi di franchi.

14.12: il parlamento discute il caso. La sinistra e i popolari democratici minacciano il referendum in caso di sì alla privatizzazione.

20.1.2006: Jens Alder, direttore di Swisscom, si dimette, siccome l’azionista di maggioranza – la Confederazione – aveva bloccato i piani di espansione all’estero di Swisscom.

25.1: il governo mette in consultazione un progetto di privatizzazione che evoca la possibilità di un’offerta speciale ai piccoli azionisti («azione popolare») con l’obiettivo di creare un ampio azionariato.

17.3: il governo opta per una privatizzazione totale senza misure accompagnatorie particolari.

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