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L’UBS si prepara al grande sbarco in Italia.

L'UBS parte all'assalto di quei 400'000 italiano che dispongono di capitali superiori al milione di franchi Keystone

Il colosso bancario elvetico vuole rafforzare la sua presenza in Italia e conquistare una posizione leader nel private banking. Alle attuali sedi UBS, di Roma, Milano e Bologna, che occupano 130 dipendenti, si affiancheranno quanto prima un'altra decina di filiali nelle città principali per coprire così tutto il territorio italiano.

Il potenziamento della rete italiana rientra in un più grande progetto che ha come obiettivo la creazione di una struttura paneuropea specializzata nella gestione patrimoniale rivolta al segmento più elevato del mercato, a quanti, cioè, dispongono da un milione di franchi in su da investire.

“L’idea di questa struttura – ha spiegato in un’intervista al Giornale, Vittorio Volpi, da qualche mese nuovo capo area UBS Private Banking per la clientela italiana – è nata da approfonditi studi che stimano una crescita dei capitali finanziari europei sui mercati nazionali tra il 12 e il 15%. Cinque paesi, Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna rappresentano l’80% di questa ricchezza, il che equivale ad un possibile mercato di 5.200 miliardi di franchi”. E su questi paesi si concentrerà l’attenzione di UBS che ha visto rafforzarsi la sua posizione nella gestione patrimoniale su scala mondiale, dopo l’acquisizione di Paine Webber, leader americano del settore.

“In questi cinque stati- ha precisato Volpi – investiremo ingenti risorse per dotare la nostra rete di un plafond di tecnologie informatiche molto avanzate ma soprattutto investiremo nella formazione continua dei nostri consulenti. Anzi, per loro pensiamo ad una nostra università interna specializzata nel Private Banking in modo da garantire un aggiornamento professionale e competenze sempre al passo coi tempi”.

E in questa strategia l’Italia occupa un posto molto importante. Target di UBS saranno le 400 mila famiglie italiane che dispongono di un capitale di almeno un milione di franchi, a cui la banca offrirà non solo i propri prodotti ma anche altre opportunità di investimento selezionate appositamente sul mercato internazionale.

“In Italia – ha continuato Volpi – dopo questi primi quattro anni di esperienza con le nostre attuali tre sedi, ora faremo un grosso salto in avanti con l’apertura di almeno una decina di filiali nei centri maggiori. Nei prossimi mesi assumeremo i primi 30 nuovi consulenti”.

La buona clientela italiana è stata finora il migliore propellente per il rilancio della piazza finanziaria ticinese. Ora, il fatto che anche Ubs faccia rotta in forze sull’Italia, dopo che Cornèr Banca, Bsi e la Banca del Gottardo si sono pure mosse nella stessa direzione, sta suscitando qualche preoccupazione nel cantone. Ci si domanda se la piazza non cominci a perdere attrattività.

Volpi rassicura, il Ticino resta una regione fondamentale nella strategia UBS che qui conta 2000 dipendenti, 850 dei quali impegnati proprio nel Private Banking. “Ma nella sola Lugano – ha aggiunto – ci sono ormai una novantina di banche straniere ed è normale dunque che la torta si restringa e che si cerchino altrove nuove opportunità per offrire nei paesi più importanti gli stessi servizi ad una clientela ormai molto mobile. Non credo che ci sia il pericolo di una fuga delle banche dal Ticino. Creare nuove sedi all’estero richiede notevoli investimenti in risorse umane e finanziarie”.

Libero D’Agostino

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