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Le ambizioni cinesi dell’UBS

Il settore bancario cinese si aprirà agli investitori stranieri nel 2006 Keystone

L'UBS ha gli occhi puntati sulla Cina. Giovedì ha infatti confermato di essere in trattative con la Bank of China per giungere ad un partenariato strategico.

Le discussioni tra i due colossi finanziari, i cui dettagli non sono al momento noti, concernono una collaborazione commerciale nel settore degli investimenti.

In un comunicato diramato giovedì, l’UBS ha fatto sapere che «il partenariato per una collaborazione commerciale con la Bank of China in alcuni rami del investment banking, sarà di reciproco beneficio».

La procedura con la Bank of China (BOC) – una delle quattro grandi banche pubbliche cinesi e il terzo istituto del paese – è attualmente in corso e i dettagli sono per il momento confidenziali.

L’istituto bancario elvetico ha pure annunciato di intrattenere discussioni per l’acquisto di una partecipazione del valore di circa mezzo miliardo di dollari (635 milioni di franchi).

Tappa supplementare

La notizia costituisce una nuova tappa dopo l’annuncio in aprile della volontà della BOC di far entrare tre investitori nel suo capitale.

Da allora, erano stati avanzati i nomi di UBS, Bank of America, JP Morgan e di Deutsche Bank.

Martedì, la versione asiatica del «Financial Times» aveva già anticipato un eventuale partenariato con l’UBS: secondo il quotidiano britannico, l’investimento permetterebbe al colosso elvetico di assicurare un ruolo nell’Ipo (offerta pubblica iniziale) durante l’entrata in borsa della BOC, prevista tra la fine 2005 e l’inizio 2006.

Apertura del mercato nel 2006

Qualche tempo fa, la BOC aveva manifestato la speranza di vendere oltre il 10% del suo capitale a un investitore straniero.

Una mossa che le permetterebbe di competere con le banche estere nel momento in cui avranno libero accesso al mercato cinese (fine 2006), conformemente agli accordi conclusi con l’Organizzazione mondiale del commercio.

Pechino solleciterebbe inoltre gli investimenti dall’estero per migliorare la situazione del proprio comparto bancario, negli utlimi tempi al centro di diversi scandali.

Cina e Giappone

Dal canto suo l’UBS – che ha chiuso l’esercizio 2004 con un beneficio record di oltre 8 miliardi di franchi – ha di recente espresso interesse per il mercato cinese, con l’obiettivo di crescere nell’area asiatica del 10-15% nel giro dei prossimi cinque anni.

Intervistato da swissinfo, il CEO di UBS Peter Wuffli aveva affermato che «l’Asia, e in particolare la Cina e il Giappone, sono tra i mercati prioritari nei nostri piani di crescita regionale».

swissinfo e agenzie

La Cina conta 1,3 miliardi di abitanti, ovvero il 20% della popolazione mondiale.

Negli ultimi dieci anni, ha registrato un tasso di crescita annuale medio dell’8%.

Si tratta attualmente della settima potenza economica mondiale.

Secondo il Segretariato di Stato dell’economia, gli investimenti diretti in Cina sono stimati a 5 miliardi di franchi, ciò che fa della Svizzera il 15esimo investitore straniero in terra cinese.

Le quattro grandi banche cinesi sono Bank of China (BOC), Industrial and Commercial Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China.
La BOC si concentra nell’attività bancaria commerciale tradizionale, compresi il corporate banking, il retail banking e la collaborazione con istituti finanziari.
La Cina aprirà il suo mercato alle banche estere nel 2006.

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