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Mucca pazza: i contadini vincono una battaglia

Secondo i contadini, la reazione della Confederazione nella vicenda della mucca pazza è stata tardiva Keystone Archive

La Commissione federale di ricorso in materia di responsabilità dello Stato ha accolto la denuncia di circa 2000 agricoltori che chiedono 300 milioni di franchi d’indennità.

Dopo sette anni di procedure, i contadini si aggiudicano una battaglia nell’affare della mucca pazza. Ma la guerra non è finita.

La vicenda era iniziata nel 1997. In seguito alla crisi della mucca pazza, il mercato della carne era letteralmente crollato.

Di fronte a questa situazione, 2206 agricoltori avevano avviato una procedura giudiziaria per chiedere dei risarcimenti allo Stato, ai loro occhi responsabile di lassismo.

Secondo i contadini, gli uffici federali avrebbero dovuto meglio controllare e far rispettare il divieto totale di sostanze a base di carne nei foraggi per bovini.

La politica della tolleranza zero, decisa nel 1990, era ad esempio diventata effettiva solo dieci anni dopo.

Ancora nel 1998, l’amministrazione affermava che era impossibile far rispettare un tale divieto per ragioni tecniche ed economiche.

Verdetto capovolto

Dopo che il Dipartimento federale delle finanze (DFF) aveva respinto per due volte la richiesta dei contadini, questi ultimi si erano rivolti alla Commissione.

Che, giovedì scorso, ha capovolto il verdetto: la Confederazione ha una responsabilità nella crisi della mucca pazza.

La Commissione considera in particolare che l’assenza di un divieto delle farine animali per foraggiare i ruminanti tra l’estate del 1988 ed il dicembre del 1990 «risultava da una cattiva considerazione degli interessi in gioco. Una valutazione da considerare illecita».

“Si sono privilegiati i presunti interessi patrimoniali privati dei produttori e dei commercianti di farine rispetto all’interesse pubblico di preservare il bestiame elvetico dall’encefalopatia spongiforme bovina (BSE)”, continua la Commissione.

Insomma, “considerazioni di breve termine e interessi particolari hanno prevalso sul lungo termine e sull’interesse pubblico.»

“Vittoria di tappa”

“Certo, la decisione ci sorprende”, dice a swissinfo Urs Schneider, portavoce dell’Unione svizzera dei contadini.

“Ma ne siamo ovviamente soddisfatti: abbiamo infatti subito importanti perdite e ci siamo impegnati per ottenere dei risarcimenti adeguati”.

Il DFF è ora chiamato a far luce sul legame tra la crisi della vacca pazza ed il conseguente crollo nel consumo della carne.

Ricorso a Losanna?

Lo stesso Dipartimento dovrà poi stabilire l’ammontare dei danni subiti dagli allevatori. I denuncianti chiedono 300 milioni di franchi.

Il DFF ha tuttavia 30 giorni per ricorrere al Tribunale federale di Losanna che potrà nuovamente capovolgere la decisione della Commisione.

“È verosimile che il Dipartimento porterà la questione fino alla massima istanza federale”, aggiunge Urs Schneider.

“Credo perciò che il verdetto finale su questa vicenda debba ancora essere pronunciato”, conclude.

swissinfo e agenzie

Il primo caso della malattia si è verificato in Gran Bretagna nel 1986;
Dal 1990, i casi di mucca pazza in Svizzera sono stati 452;
Nel 2003 si sono registrati 21 nuovi casi;

Dal 1987, l’encefalopatia spongiforme bovina (ESB) – come viene chiamata dagli specialisti la malattia delle mucche – si è sviluppata con dimensioni epidemiche.

Quasi 200’000 casi sono stati registrati a livello mondiale, di cui oltre 180’000 nella sola Gran Bretagna.

Nel 2002, il governo svizzero ha costituito una speciale Unità ESB per coordinare la lotta contro il morbo della mucca pazza.

Gli esperti temono in particolare un legame tra l’ESB e una variante della malattia di Creutzfeld-Jackob (vMCJ), costata la vita a 120 persone in Europa dal 1996.

Un numero di vittime che, se i timori dovessero confermarsi, potrebbe crescere in modo esponenziale nel giro di pochi anni.

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