Per il clima è giunto il momento di decidere

I negoziatori non dispongono più di molto tempo per proporre un testo finale in grado di raccogliere un consenso generale alla COP21. Per ora, sussistono ancora numerose tensioni. A nostro avviso, un accordo ambizioso dovrebbe definire degli obiettivi quantificati di riduzione delle emissioni di gas serra. Attualmente, due opzioni si trovano sul tavolo: la decarbonizzazione (fine delle emissioni provenienti da fonti fossili) o la neutralità climatica (pozzi di carbonio equivalenti alle emissioni). Solo la prima opzione permette di inviare un chiaro messaggio: l’era dei combustibili fossili sta volgendo al termine.
Attualmente ci si aggrappa al + 2°C, ossia la soglia riconosciuta di riscaldamento del clima che non va superata. Riconosciuta? Gli Stati non hanno in realtà definito un accordo su questo punto. Al di là dei numeri, vi è una realtà umana di una rara violenza: 2°C in più sarebbero già sufficienti a spazzare via dalla superficie della Terra alcuni piccoli Stati insulari. La maggior parte degli Stati del mondo sono disposti a sostenere questa opzione? Nel testo figura però una seconda opzione: una soglia di 1,5°C.
La differenziazione delle responsabilità tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo rimane forse la questione più spinosa e più sistemica. È strettamente legata alle questioni di finanza del clima. Alla COP21, come altrove, la società civile denuncia l’ipocrisia dei paesi industrializzati e dei miliardi concessi per sovvenzionare i combustibili fossili.
Nel testo dell’accordo figurano ancora 250 opzioni aperte. I mediatori spingono verso un compromesso, anche a costo di tagliar corto. Poco importa, così possiamo guadagnare due ore di andirivieni diplomatico.
Il tempo sta per scadere. La prossima settimana saranno i ministri del mondo intero a riprendere in mano il testimone dei negoziati. Dispongono di un grande margine di manovra e possono più facilmente concordare dei compromessi. Tuttavia, nella fase finale dei negoziati, le discussioni ministeriali possono portare a decisioni dell’ultimo minuto e punti chiave rischiano di essere soppressi dall’accordo. È giunta l’ora dei compromessi.
Lydie-Line Paroz, delegazione Swiss Youth for Climate COP21

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