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Nuovi nomi per la rete delle reti

I nuovi domini non contribuiranno a rendere più trasparente la rete Keystone

Chi nel prossimo autunno navigherà in internet, incapperà in nuovi indirizzi con le finali .biz e .info. Si tratta dei primi due di sette nuovi Top-Level Domains definiti dalla Icann, l'azienda non profit che si occupa della gestione degli indirizzi nella rete. Da lunedì 25 giugno possono essere inoltrate le domande per la registrazione degli indirizzi con la finale .biz; la registrazione degli indirizzi .info scatterà un mese dopo.

.aero, .biz, .coop, .info, .museum, .name, .pro: sono queste le nuove sigle che nei prossimi anni si affiancheranno alle già note .com, .org, .net, .int, alle sigle nazionali (come .ch o .it) e alle terminazioni “solo per americani” come .gov, .edu e .mil, nel grande mare della rete informatica mondiale. Non è una novità da poco, se si pensa che gli attuali Top-Level Domains (domini generali) risalgono al 1985, quando internet era ben lontano dall’essere un mezzo di comunicazione di massa.

Certo, è solo una questione di parole. I veri indirizzi della rete sono dei codici numerici, delle serie di numeri interrotti da punti che a volte compaiono nella barra di navigazione dei browser. Ma i numeri sono difficili da ricordare e allora si ricorre alle parole. Dietro le quinte, dei server ritraducono le parole in numeri.

Ciò non toglie che, soprattutto per le aziende, essere presenti in internet con il proprio nome possa essere determinante per la sopravvivenza. Non è un caso se attorno all’assegnazione dei nomi sono scoppiate spesso delle feroci battaglie legali. La protezione dell’identità mercantile, della marca, ha valenza strategica in un sistema di produzione in cui l’immagine e l’informazione hanno un ruolo fondamentale.

Perché i nuovi domini?

“La rapida crescita di internet pone però un problema”, ci spiega Bruno Giussani, giornalista esperto di internet. Il numero di combinazioni possibili di lettere che abbiano anche un senso compiuto è grande, ma non è infinito. “Se Lei oggi vuole creare una società e vuole un sito web che ne porti il nome”, nota Giussani, “farà molta fatica a trovarne uno che sia ancora disponibile.”

Al di là di questo si pone sovente il problema di società o organizzazioni che portano lo stesso nome. E la situazione è resa ancora più complessa dalla scarsa disciplina dimostrata negli ultimi anni nell’assegnazione dei nomi, rileva ancora Giussani. In particolare il dominio .com è stato usato spesso come alternativa ai domini nazionali, soprattutto a quello statunitense (.us), senza rispettare necessariamente il suo carattere commerciale.

Da qui la necessità di creare nuovi domini, per permettere un ulteriore allargamento della rete. Dopo anni di discussioni, nel novembre dello scorso anno l’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha reso nota la decisione di lanciare i sette nuovi domini globali. Il dominio .aero è destinato alle compagnie aeree, .biz alle attività commerciali in genere, .coop alle cooperative, .info è un dominio aperto a tutti, ma che servirà soprattutto ai media, .museum ai musei, .name è pensato per i siti personali e .pro per i liberi professionisti (avvocati, medici, …).

I primi due domini

I primi due domini ad entrare nella fase di assegnazione sono .biz e .info. “Dal momento che si tratta di Top-Level Domains che non erano ancora utilizzati, è necessario un periodo di lancio”, spiega Werner Staub, di CORE, un’associazione con sede a Ginevra che raggruppa società che gestiscono la registrazione degli indirizzi internet (i cosiddetti “Registrars”). “Bisogna quindi organizzare un processo che sia egualitario, che non sia basato semplicemente sul fatto che qualcuno riceve le informazioni prima di altri.”

Concretamente, l’assegnazione dei due domini è affidata a operatori di registrazione (Registry Operators), NeuLevel per .biz e Afilias per .info, che a loro volta collaborano con vari Registrars. I due operatori applicano procedure diverse per lanciare il processo di registrazione.

Nel caso di .biz, la procedura è articolata in tre tappe. In una prima fase, che durerà ancora fino al 9 luglio, i proprietari di marche registrate possono rivendicare la loro proprietà. Questo per permettere di risolvere in anticipo eventuali conflitti sull’utilizzo di determinati nomi. Da lunedì 25 giugno invece è possibile inoltrare ai Registrars la propria richiesta di registrazione. Nei casi di omonimia, sarà la sorte a decidere, anche se, come nota Staub, si potrà forzare un po’ la mano alla fortuna registrando più volte lo stesso indirizzo. Da ottobre, gli indirizzi del dominio .biz dovrebbero diventare attivi.

La Afilias segue una procedura diversa. Dal 25 luglio fino al 28 agosto, il cosiddetto “Sunrise Period”, la registrazione sarà limitata ai proprietari di marche. Dal 12 settembre la domanda di registrazione sarà aperta a tutti. Anche qui, salvo nei casi in cui vi siano dei conflitti legali sulla proprietà dei nomi, sarà la sorte a decidere l’assegnazione definitiva. A differenza della procedura per il dominio .biz, nel caso di .info non sarà però possibile annunciare più volte lo stesso indirizzo.

Verso un nuovo ordine in internet?

Anche l’introduzione dei domini .info e .biz non garantirà tuttavia una maggiore intelligibilità del sistema di indirizzi internet. Nel caso di .info, si voleva esplicitamente un dominio aperto a tutti. Sotto il dominio .info si troverà quindi un’offerta eterogenea, anche se è presumibile che nel “Sunrise Period” siano i grandi media ad accaparrarsi i primi indirizzi

Il dominio .biz si affiancherà a .com per i siti commerciali, ma non è escluso che anche qui la disciplina lasci a desiderare. All’utente, nelle sue ricerche in rete, rimarrà il dubbio se provare prima con .com o con .biz. Le grandi marche molto probabilmente cercheranno di assicurarsi entrambi i domini, ma la procedura di assegnazione potrebbe anche riservare delle sorprese.

Alle scelte dell’Icann nella definizione dei nuovi Top-Level Domain non sono del resto mancate le critiche. L’introduzione dei nuovi domini avrebbe potuto essere l’occasione per facilitare l’orientamento nella rete. “Ma gli unici domini che avrebbero avuto un senso non sono stati approvati”, dice Bruno Giussani. Uno di questi domini è .kids. Gestito ad esempio dall’Unicef, avrebbe potuto segnalare i siti adatti ai bambini e ovviare così almeno parzialmente alle preoccupazioni dei genitori.

Un altro dominio avrebbe potuto essere .health, proposto effettivamente dalla Organizzazione mondiale della sanità, che avrebbe certificato i siti dal contenuto medico affidabile. E un terzo è .sex, che avrebbe permesso di togliere i siti dai contenuti sessualmente espliciti dal dominio .com.

Resta il fatto che l’unica soluzione veramente pulita sarebbe stato l’annullamento di tutti gli indirizzi esistenti e una nuova attribuzione dei domini secondo i settori di attività. Un’impresa impossibile, nota Giussani, visti i capitali investiti finora per pubblicizzare i siti esistenti.

La rete continuerà quindi ad essere caotica e forse lo diventerà ancor più. Ma questo, in fondo, è anche una parte del suo fascino.

Andrea Tognina

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